17 dicembre 2021

Abbattere l'ospedale? Vittorio Foderaro: "Simbolo della comunità". Paolo Bodini: "No a progetto calato dall'alto, ci sia un comitato civico"

A fronte dei tanti commenti registrati tra i cremonesi in questi giorni (qui il nostro articolo), è utile aprire un confronto serio sul nuovo ospedale. Sì, perché al di là dei protocolli d’intesa e dei proclami politici a livello regionale e locale, sono ancora molti i coni d’ombra su un’opera imponente, che avrà un impatto fondamentale sul futuro della città. Abbiamo raccolto a questo proposito due pareri qualificati: quello di Vittorio Foderaro, già presidente della Provincia e ingegnere strutturista specializzato in grandi opere, e quello di Paolo Bodini, ex sindaco e primario di medicina Generale per tanti anni presso l’ospedale.

FODERARO - “L’attuale ospedale è una struttura che ho visto nascere, nel 1965 - commenta Foderaro -. L’opera era l’obiettivo di vent’anni di discussione e si era anche pensato di recuperare la vecchia sede, poi la politica ha deciso di realizzare questa grande opera. La città ondeggiava su questo tema, ma diversi benefattori hanno messo a disposizione aree di loro proprietà ed è stato così capitalizzato un bene molto esteso frutto di lasciti secolari. Quella che è stata realizzata è un’opera della città attraverso il finanziamento di una collettività che guardava avanti. Un’opera molto ambiziosa che tendeva a fare di Cremona un centro di eccellenza”.

Obiettivo, questo, a giudizio di Foderaro, “centrato”. “Nei fatti, quello che abbiamo - incalza - è più di un monumento, è un riferimento sociale, sanitario, paesaggistico. Spiace perdere tutti questi valori, soprattutto se si pensa che oggi si parla solo dell’aspetto economico dell’operazione”.

In effetti, al di là di generiche considerazioni sul fatto che ristrutturare l’esistente costerebbe più che realizzare una nuova struttura, di concreto si sa ancora poco sul futuro ospedale e sull'organizzazione dei lavori. “Un raffronto serio - commenta Foderaro - ancora non c’è stato. Non si conoscono in dettaglio i costi di una eventuale ristrutturazione dell’attuale struttura. Al di là di questo e posto che l’ospedale ha valori ben diversi, io di verifiche concrete sui costi dell’operazione non ne ho viste. Eppure sarebbe importante avere un confronto tra l’ipotesi di mantenere efficiente l’esistente e realizzare nuovi fabbricati altrettanto efficienti su quella che è la parte verde del complesso”.

Un progetto chiaro - osserva Foderaro - ancora manca. Ad esempio: al posto del vecchio ospedale cosa si farà? La documentazione sin qui prodotta, al netto dei proclami, non è sufficiente per dare un giudizio serio”.

Conclude dunque l'ex presidente della Provincia: “Resta un fatto, per quanto mi riguarda. Ed è che non sono favorevole a distruggere un simbolo della storia civile, sociale, sanitaria e monumentale cremonese”.

BODINI - Più favorevole, in particolare per ragioni “pratiche”, avendoci lavorato per anni, è l’ex sindaco Paolo Bodini. “Pur non avendo dati economici alla mano - osserva - va detto che l’attuale struttura ha rivelato negli ultimi vent’anni limiti importanti. E’ una struttura rigida, poco adatta a riadattamenti e riorganizzazioni, avendo corridoi lunghi ed essendo concepita con vecchi criteri. L’edificio soffre inoltre di un’enorme dispersione termica, sia per il caldo che per il freddo, e l’impiantistica, penso ad esempio agli ascensori, è poco funzionale”. 

Premesso questo, aggiunge Bodini, “mettere a posto la struttura sarebbe un investimento ma non darebbe garanzie di funzionalità". Certo è che della nuova struttura si sa ancora poco. “Se il nuovo è come si prospetta - osserva l’ex sindaco -, ossia con stanze a letti singoli… beh questo è un elemento importante a fronte di quello che potrebbe essere uno dei principali problemi futuri, ossia le malattie infettive. E in quest’ottica non mi spaventa un’eventuale riduzione dei posti letto, anche perché sarebbero comunque previste aree di degenza condivise”.

L’ex primario non nasconde tuttavia alcune problematiche, quantomeno alla luce di ciò che è emerso sino ad ora. “Uno dei problemi sarà la coesistenza del cantiere vicino all’ospedale - spiega -. Durante la demolizione della vecchia struttura, con la conseguente produzione di polveri, fumi e funghi, sarà presente la nuova struttura già operativa”.

In secondo luogo, prosegue Bodini, “sono stati stanziati 330 milioni di euro. Una cifra forse sufficiente per la struttura in sé ma non per la riqualificazione completa dell’area. Mi chiedo ad esempio che fine farà l’area verde, come saranno riqualificate e come saranno utilizzate le superfici. Diciamo che per quello che è emerso ci sono poche informazioni sulla riqualificazione del complesso”.

A fronte della “difficoltà della direzione generale a colloquiare”, infine, Bodini lancia indirettamente un appello: “Vorrei che nascesse un comitato civico che si ponesse come interlocutore su quella che possiamo definire l’operazione più grande dei prossimi 50 anni per Cremona. Questo perché non vorrei che restasse un progetto calato dall’alto, dal Pirellone. Sarebbe opportuno aprire alla comunità, così come sarebbe importante inserire l’ospedale in un piano di rilancio della sanità, specie a fronte della non buona riforma sanitaria della Regione. Occorre chiarire bene quale sarà il ruolo del nuovo ospedale. Ecco, in sintesi, temo un po’ questa semplificazione (del confronto e del progetto; ndr) alla quale stiamo assistendo”.

Federico Centenari


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commenti


Verita

17 dicembre 2021 22:40

Bella iniziativa il nuovo Ospedale! Quello attuale è fatiscente e non risponde più alle necessità che oggi un cittadino ha. Auguro che il progettista svolga il suo lavoro al meglio al fine di dare di nuovo a Cremona un Ospedale all’avanguardia! I cittadini Cremonesi se lo meritano !