12 febbraio 2025

Ai piedi dell'argine di San Daniele Po la stele di Annunciata Nicolini. Secondo la leggenda, trent'anni dopo la morte il suo corpo fu trovato intatto, e da lì nacque la venerazione del paese

I territori della nostra campagna, sull’una e sull’altra riva del fiume, sono disseminati di piccoli e grandi segni del passato. Non solo chiese e cascine, rocche e palazzi, castelli e ville ma, spesso e volentieri, strutture di modeste e semplici proporzioni quali santelle e maestà, lapidi marmoree, piccoli cenobi e steli votive che sono tutte “pietre parlanti”. Pietre che narrano la storia, quella di coloro che ci hanno preceduti e hanno camminato, vissuto e lavorato su quella stessa terra nella quale oggi, a nostra volta in transito, viviamo.

Nella società sempre frenetica di oggi, i più transitano innumerevoli volte di fronte a tracce del passato senza nemmeno accorgersene, senza capire, senza provare ad approfondire, come se fossero cose di poco conto. Una di queste tracce si trova, ed è pure bella evidente, a San Daniele Po, ai piedi dell’argine maestro del Po (altro simbolo della nostra storia, un monumento che parla della laboriosità dei nostri padri che si sono piegati la schiena, e talvolta ci hanno lasciato le penne, per costruire le nostre difese). È lì da oltre due secoli e, per fortuna, è stata tutelata, difesa e venerata dalla gente del posto. Chi scrive queste righe ha avuto modo di conoscerla grazie ad una persona indimenticabile, scomparsa da diversi mesi ma viva nel cuore e nella mente di tanti: Aldino Ponzoni, un amico che, nonostante la notevole differenza anagrafica, in innumerevoli occasioni ha sciorinato volentieri, e con passione, pagine di storia locale dimostrando sempre, ogni giorno, niente meno che l’amore profondo per la sua terra e la sua gente.

La stele, posta proprio al crocevia tra l’argine e la strada principale del paese, oggi custodita con zelante e preziosa attenzione da chi ha la proprietà dell’immobile su cui sorge, è la testimone di un passato importante. Innanzitutto, proprio come ricordava Aldino Ponzoni, è lì che un tempo sorgevano la vecchia chiesa parrocchiale (di cui restano tracce evidenti) con l’annesso cimitero. Cimitero in cui aveva trovato la sua dimora eterna una delle persone che maggiormente sono state in grado di dare linfa e vitalità alla fede popolare della gente del fiume. Quella persona era Annunciata Nicolini, morta all’età di appena 22 anni nel 1758 come si legge anche in un documento custodito nell’archivio parrocchiale.

Annunciata Nicolini era sposata con Omobono Bentenini che, come informa la storia, la maltrattava di continuo minacciandola anche di morte (purtroppo la piaga dei femminicidi e delle violenze sulle donne era diffusa anche allora). I continui maltrattamenti del marito culminarono quando l’uomo decise di cacciarla di casa, ma lei, animata dalla sua profonda fede cristiana, non solo non ha mai portato rancore verso il marito ma pregava Dio affinchè potesse avere misericordia di lui. Nel 1792 e nel 1794 due sepoltori, mentre scavavano all’interno del remoto cimitero, in modo casuale ritrovarono il corpo della giovane donna (morta oltre trent’anni prima), rimasto completamente intatto, con ancora indosso le sue vesti. Un fatto incredibile che fece gridare al soprannaturale facendo spargere la notizia in tutto il paese e nel circondario. Da quel momento Annunciata Nicolini iniziò a essere considerata e venerata come una Santa e gli abitanti della zona iniziarono ad accorrere sulla sua tomba per chiedere grazie su di loro e sulle loro famiglie e sembra anche che alcuni fatti prodigiosi si siano verificati. Oggi la stele è ancora lì, affiancata da una statua mariana, valorizzata, custodita e amata dai proprietari dell’area e osservata con attenzione e venerazione dagli abitanti tra i quali la storia e le virtù di Annunciata sono rimasti vivi, tramandati nel solco della storia e dei secoli.

Eremita del Po

Paolo Panni


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