Al Museo del Violino da sabato 16 dicembre un violino di Omobono Stradivari. Lo strumento appartiene al solista Ronald Patterson, allievo di Jascha Heifetz
L’esposizione al Museo del Violino, da sabato 16 dicembre, di un violino di Omobono Stradivari, svela l’opera di un protagonista della liuteria cremonese della prima metà del diciottesimo secolo. Dopo la morte di Antonio Stradivari, avvenuta nel 1737, i figli Omobono e Francesco proseguirono, seppur per breve tempo, l’attività della bottega. A Omobono sono attribuiti diversi strumenti, forse in numero maggiore rispetto a quelli attribuiti a Francesco, ma non risulta che egli ebbe mai un’etichetta a stampa, preferendo piuttosto usarne di manoscritte. Il carattere dei due fratelli era diverso, e questo atteggiamento di fronte alle etichette lo rispecchia. Mentre Francesco risulta essere stato il fedele collaboratore di suo padre, sempre presente e attivo in bottega, Omobono pare avere piuttosto sviluppato quelle che oggi chiameremmo le pubbliche relazioni della famiglia, partecipando alle riunioni di più congregazioni e associazioni socio-religiose cittadine e finendo a ricoprire talora anche incarichi di responsabilità in alcuni di questi consessi.
Lo strumento esposto – si legge nella perizia di Beare Violins Ltd – “è esempio bello e rappresentativo del lavoro di Omobono Stradivari. È realizzato prendendo a modello la forma interna MS2, esposta al Museo, ed è probabile al taglio delle effe abbia contribuito lo stesso Antonio Stradivari”. Nel documento è peraltro esplicitamente citata la sua supervisione alla realizzazione dello strumento, per questo ritenuto anteriore al 1738 indicato dall’etichetta. Il dato è confermato dalla datazione della dendrocronologia: l’anno corrispondente all'anello più giovane del legno utilizzato per la tavola è infatti il 1704, quindi molto anteriore. “Sono rari – conclude Charles Beare – gli strumenti realizzati da Omobono durante il periodo d'oro del padre (1710-1720) e questo è il miglior esempio che abbiamo visto”.
Lo strumento è affidato al Museo del Violino dal concertista Ronald Patterson, che ne è possessore dal 1968 e lo ha suonato con continuità durante la fulgida carriera artistica. Allievo di Eudice Shapiro e Jascha Heifetz, è stato konzertmeister dell’Orchestre Philharmonique de Monte Carlo, della Los Angeles Chamber Orchestra, della Houston Symphony, Denver Symphony, St. Louis Symphony e Miami Philharmonic. Come solista, camerista o prima parte orchestrale ha collaborato, tra gli altri, con Rostropovich, Ma, Lupu, Perahia, Rubinstein, Barenboim, Ashkenasy, Milstein, Francescatti, Oistrakh, Menuhin, Gitlis, Mutter, Szeryng, Zuckerman, Grumiaux, Kogan, Ricci, Stern, Rabin, Shaham, Zimmerman. Parallelamente alla carriera di interprete ha svolto intensità didattica come professore in prestigiosi Istituti di formazione, quali, tra gli altri, University of Washington, Rice University, Washington University di St. Louis, Stetson University, University of Miami.
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