Al Museo del Violino "Il Novecento di Mario Coppetti", 90 opere in mostra dell'artista, custode della storia e dell'impegno civico cremonese
Giovedì alle 16 al Salone Amati del Museo del Violino si inaugura la mostra "Nell'atelier dello scultore. Il Novecento di Mario Coppetti" La mostra resterà aperta fino al 29 maggio. La mostra è stata voluta dalla Fondazione Mario Coppetti per ricordare la scomparsa dell’artista, avvenuta quattro anni fa, e propone una selezione di circa 90 opere provenienti dal suo studio, nel quale egli realizzava le sue creazioni nei più diversi materiali, dal marmo al bronzo, dal gesso alla terracotta e al legno.
Mario Coppetti è stato un patriarca della nostra città, custode e memoria dell’arte, della storia, dell’impegno civico cremonese. Cremona viene da lontano. L’hanno percorsa e le hanno voluto bene personaggi di spessore come non ne nascono forse più. Coppetti scultore, socialista e antifascista - le tre definizioni che più gli piacevano - è uno di questi, uno dei simboli di Cremona. Era carico di storia, di talento, di arte, di sofferenza e di carattere. Chi vuole bene a Cremona deve essergli grata, non soltanto per le sue belle sculture, per le sue battaglie di libertà, per il suo alto senso di servizio pubblico ma perché, per oltre un secolo Mario Coppetti non si è mai arreso, non ha scelto di ritirarsi in casa e nel suo studio. Lui, con generosità, ha sempre voluto essere di aiuto alla nostra Cremona, aggiungere nuovi paragrafi al romanzo mai concluso della vita di una città.
Mario Coppetti è nato a Cremona il 10 novembre 1913 in una casa di via Milano, l’attuale via Ghinaglia. Il padre era fuochista delle ferrovie. Coppetti scolpisce da quando ha 13 anni. Antifascista, esule in Francia, entrò in contatto con i grandi artisti d’Oltralpe ed espone nel 1938 lo splendido busto della madre al Salon des Artistes. Frequentò uomini di prestigio e di grande cultura. A Parigi tra gli antifascisti era con Ernesto Caporali, dirigente della Camera del Lavoro esiliato da Farinacci, con Guido Miglioli guida delle lotte contadine delle campagne ed aderisce a Giustizia e Libertà dei fratelli Rosselli. Al rientro vuole contribuire alla ricostruzione della città e della democrazia. Insegnante al Liceo Scientifico, entra nell’amministrazione civica ed è Vicesindaco e Assessore al lavori pubblici e all’urbanistica dal 1957 al 1969. Dal 1969 al 1975 è stato Presidente dell’Autostrada Piacenza-Cremona-Brescia e dell’Anpi provinciale dal 1996 al 2006.
Iscritto al Partito Socialista fin dal 1943 in periodo clandestino, dopo la liberazione ha fatto parte dell’esecutivo del partito dal quale uscì per aderire al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani di Giuseppe Saragat. Nel 1954 rientra nel partito socialista e vi resterà per sempre.
Scultore di grande maestria, Coppetti ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Sue opere si trovano in molte città italiane. Nel cimitero di Cremona ha realizzato il monumento ai Caduti della Resistenza. Ultimamente ha realizzato il ritratto di Giuseppe Mazzini e di Claudio Monteverdi ai giardini pubblici, di Boldori al DueMiglia, di Leonida Bissolati in via Palestro.
La collezione che si potrà visitare nel Salone Amati del Museo del Violino è conservata nell’atelier di Mario Coppetti e nelle stanze della sua casa di via Chiara Novella, vive ancor oggi in un luogo ricco di fascino e suggestioni, nel quale il maestro ha lavorato a diretto contatto con quanto realizzato nel corso della sua esistenza.
L’esposizione, che ripercorre l’itinerario artistico compiuto dallo scultore in oltre ottant’anni di carriera, dai primi anni Trenta fino al 2018, è stata ordinata da Rodolfo Bona, con la collaborazione di Silvia Coppetti, in sei sezioni che ripercorrono le principali tematiche e i generi che caratterizzano una vasta produzione di sculture e opere plastiche.
Una selezione di ritratti, figure, nudi, soggetti religiosi e legati all’impegno civile dello scultore cremonese, ripercorre le tappe della sua lunga carriera, sottolineandone le principali caratterizzazioni formali ed espressive.
Questo materiale, in larga misura mai esposto al pubblico e che spazia dal ritratto al nudo, dai soggetti religiosi a quelli civili, realizzati per committenti pubblici e privati, potrà essere ammirato dal visitatore grazie allo splendido allestimento progettato dall’architetto Giorgio Palù nel Padiglione Amati del Museo del Violino.
Una pubblicazione, realizzata dalla Fondazione Mario Coppetti e curata da Rodolfo Bona, accompagna l’esposizione.
L’iniziativa, inoltre, intende contribuire alla più ampia conoscenza dell’attività dell’artista, premessa per la compilazione di un futuro e sistematico catalogo ragionato della sua vasta produzione.
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