9 giugno 2024

Alla ricerca di quel ramo dell'Adda che sfociava in Po nel Casalasco. Le tracce in quei residui di lanche fluviali tra San Martino del Lago e Castelponzone

La secolare ricerca dell'antico corso dell'Adda o di un suo ramo che percorreva la provincia superando Cremona a nord sfociando nel Po in un punto indefinito del Casalasco, trova nuove conferme che potrebbero avvalorarne l'ipotesi confermata da fonti antiche (Historie di Tacito) e studi più recenti come un testo inedito di Don Parazzi di metà dell'800 così come una teoria contenuta nel libro del 1982 'Le operazioni militari lungo il Po nel 69 d.c." di Anna Maria Aldrovandi. Altri studi infatti indicano che il territorio tra Cremona e l'Oglio subì profonde trasformazioni nella sua idrografia sin dall'età romana se non etrusca vista la presenza dei Tirreni in quest'angolo orientale della provincia di Cremona conteso da secoli con Mantova. Di un sistema di irrigimentazione delle acque sono ricche le cronache sulla costruzione delle grandi vie di comunicazione come la Postumia, una enorme infrastruttura viaria costruita nel 148 a.c. che congiungeva Genova a Piacenza per poi proseguire a nord del Po con un ponte di barche o un servizio di traghetto/chiatta a Cremona, Bedriacum-Calvatone, Verona, Vicenza, Aquileia sino a raggiungere Petovio (Ptuj attuale Croazia) il Lago Balaton e finire sulle rive del Danubio nell'odierna Budapest.

Da alcuni sopralluoghi sul territorio svolti negli ultimi 3 mesi, in particolare in quella fascia di terreno tra Castelponzone e San Martino al Lago (Sancti Martini in lacu Delmona, interrato dopo il 1500) è emersa la presenza di una larga fascia alberata con alcuni residui di lanche fluviali, poi sfruttate come cave ma ritornate a riempirsi d'acqua vista la presenza di una falda molto alta.

"Qui - ci spiega il Ceretti, un settantenne gussolese che abita in una cascina lungo la strada che collega il paese rivierasco a Solarolo Rainerio - C'era una specie di argine di cui oggi rimane solo una piccola salita. La mia cascina è sempre stata conosciuta in zona col nome di Cascina Arginello perché sorgeva sull'argine di un fiume di cui parlavano i vecchi, tra cui mio padre che era arrivato qui nei primi anni del '900 dalla bassa bresciana. Nel campo qua dietro trent'anni orsono scavando per sistemare il campo sono venute fuori tegole e mattoni, forse una cascina antica. Erano venute delle persone da Cremona e dicevano che erano resti romani. C'erano anche numerosi sassi, unici nella zona che è tutta argillosa e sabbiosa. Quasi che fosse un fiume. Nel 1960 durante l'escavazione del mio pozzo me l'ha confermato anche l'addetto ai macchinari. C'era tantissima sabbia e anche dei sassi a due metri, come se qua un tempo ci fosse un fiume". E sulla presenza di un fiume parla anche Amedea Sozzi nel suo studio su Castelponzone (inedito) tesi dell'Università di Parma curata negli anni Settanta dal prof. Costantino Rosa, il massimo studioso storico del casalasco vivente. Intervistando alcuni anziani di Castelponzone ricorda che i contadini solevano trascorrere i giorni di festa o le ore serali dopo il lavoro nei campi accompagnandosi da una brenta di vino (misura cremonese corrispondente a 30 litri) lungo il 'Viansoon' una spiaggia su questa corso d'acqua che venne definitivamente interrato nel 1926 dopo la costruzione del Navarolo, una enorme bonifica dei terreni promossa dal governo che cambiò ulteriormente la rete idrografica del territorio come è evidente paragonando la cartografia dell'epoca, ricca di decine di stagni, bodri e corsi d'acqua secondari, e quella moderna. Il corso del fiume fantasma, un ramo dell'Adda interrato dopo la creazione del diversivo della Muzza nei pressi di Cassano per opera dei Visconti nel 1300, passava in queste zone anche se il suo nome potrebbe essere stato Delmona, così come sostenuto dal Nicolini nel suo 'La prima battaglia' dedicato agli scontri fratricidi tra truppe romane tra la Postumia e il Po nel marzo/aprile del 69 d.c. . Dietro cascina Felisetta è presente una larga fascia boschiva con alcuni specchi d'acqua in linea con il percorso ipotizzato che segue l'andamento da Nord Ovest a Sud Est. Proprio lì, ci informa Don Parazzi nella metà dell'Ottocento vennero ritrovate imbarcazioni fluviali poi disperse, rinvenute durante la costruzione del Municipio di Solarolo Rainero. Nel libro della Aldrovandi inoltre è citata un'ipotesi formulata seguendo la descrizione molto dettagliata di Tacito che doveva riportare notizie di un testimone oculare o comunque di una persona che ben conosceva il territoro in questione.

Il corso dell'Adda antico doveva seguire un antico corso fluviale che da Casanova d'Offredi proseguiva verso San Martino del Lago e poi ancora verso Sud, lambendo san Lorenzo Aroldo e arrivando sino alla cascina del sig. Ceretti. Di questo antico corso fluviale restano alcuni tratti di canali minori, come il Guadetto a Castelponzone e forse la Comola a ovest di Casalmaggiore, che presentano brevi tratti su cui è possibile notare un andamento naturale non soggetto a cambiamento dovuti alle bonifiche novecentesche. La ricerca del fiume scomparso, una eccezione ben presente nella cartografia che trova il Po negli oltre 60 km da Cremona all'Oglio privo di qualsiasi affluente alpino continua. Una anomalia che potrebbe essere frutto dell'opera dell'uomo nella sua millenaria modifica della bassa cremonese sino all'Oglio a fini di sfruttamento agricolo, in una delle più feraci e ricche aree agricole della Padania.

Stefo Mansi


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