4 marzo 2025

Aspettando il Monteverdi Festival. E sale in cielo il fondatore di Cremona, sul palco la "Favola" "Ercole amante" di Francesco Cavalli

Il ‘pezzo’ forte di questo Monteverdi Festival, targato 2025, è sicuramente l’opera in musica. Quasi una mini stagione lirica inserita nella manifestazione dedicata a chi inventò il melodramma moderno: ovvero il Divin Claudio. 

Il cartellone propone le seicentesche: Il ritorno di Ulisse in Patria e L’Orfeo dello stesso Monteverdi e Ercole amante di Francesco Cavalli. E la più tarda Euridice  di Gluck

E’ un circumnavigare nel pieno della classicità. Filtrata da un’estetica poetica avviata, con decisione, verso la matura epoca barocca. Opere che applicano quel recitar cantando dove la musica diventa ‘serva’ della parola. E dove la stessa parola. L’espressività, Il sentimento si sublimano in forme musicali ‘libere’. Senza costrizioni di misura, utilizzando funambolici  artifici armonici per dare anima viva. Pulsante. Vibrante ai versi poetici.

L’Orfeo e Ercole hanno poi una caratteristica comune. Dopo vicende particolarmente contrastanti, i loro protagonisti raggiungono l’Olimpo; salvati e glorificati dalla magnitudine degli dei. E’ il caso dell’ Orfeo monteverdiano (ma lo sarebbe stato anche per Teseo nell’opera perduta dell’Arianna sempre monteverdiana) e di Ercole nel lavoro di Cavalli. 

La trama dei due lavori del compositore cremonese è nota. Tutti sanno della triste vicenda di Orfeo che perde, per ben due volta, la sposa Euridice, E altrettanti ricordano dell’ultimo faticoso miglio dell’eroe acheo, a bordo della nave dei Feaci di re Alcino, per raggiungere Itaca.  

In pochi, invece, conoscono le dolorose peripezie di Ercole che, senza neanche a farlo apposta, è sempre stato considerato il fondatore di Cremona. La sua effige si ergeva sulle porte della città (adesso sotto la Loggia dei Militi).

L’opera è un vero proprio capolavoro di intrigo di amore, morte, sangue e passione tra cielo e terra. Ercole, nonostante sia sposato con Deianira, di innamora di Iole, figlia del re Eutyro.Pur di averla ne uccide il padre alimentando l’odio della ragazza che non sopporta l’omicida del genitore. Ma il fondatore di Cremona non si dà per vinto. E i suoi lamenti arrivano a Venere che decide di aiutarlo nella conquista di Iole. 

Ma come in ogni buon testo di teatro ecco il colpo di scena. Iole si innamora proprio del figlio di Ercole: Hyllo. Da qui una serie di vicende coinvolgeranno Ercole, sua moglie Deianira, il figlio Hillo, la giovane Iole e le  dee Venere e Giunone che tiferanno per le diverse coppie: utilizzando perfino una magica sedia del sonno. Fino alla capitolazione, con tanto di apparizioni dall’oltretomba del re ucciso. Ercole morirà suicida per disfarsi di un incantesimo praticatogli, un momento prima delle contese nozze, con Iole. Ma non resterà nella tomba. Giunone, nell’ultima scena, ne annuncerà trionfante la sua salita al cielo dove si sposerà con Bellezza mentre sulla terra i giovani Iole e Hyllo convoleranno a giuste nozze.  

Musicologo

Roberto Fiorentini


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