Aspettando la Maratonina... con Mauro Cattaneo!
La 24ª edizione della Maratonina di Cremona è alle porte, e la mia ricerca di “voci autentiche” che possano dare a chi legge la misura, non solo sportiva, di questo evento per la città di Cremona, sta volgendo al termine. Dopo aver dato voce a chi rappresenta i gruppi podistici cremonesi, oggi voglio dare spazio alla voce di Mauro Cattaneo.
Mauro corre per il Marathon Cremona, è stato ed è ancora un atleta di ottimo livello, ma non sono tanto i risultati a definirlo, quanto i valori con cui alimenta e sostiene questa sua passione. Valori che accomunano tutti i podisti, dal “Top Runner” al “tapascione”.
Ciao Mauro, è sempre un piacere fare due chiacchiere. Per iniziare: chi è Mauro Cattaneo? Quando è scoccata la scintilla della corsa e, in sintesi, cosa ha rappresentato e cosa rappresenta oggi per te questa passione?
“Ciao Daniele, mi hai colto impreparato con questa domanda, in un mondo che viaggia sempre più veloce poche volte ci si sofferma a pensare chi siamo o chi siamo diventati. Se penso a Mauro Cattaneo, la prima cosa che ti direi è che è una persona veramente fortunata. Fortunata perché ha una famiglia bellissima e degli amici meravigliosi. Tutto questo centra con la corsa? Ti direi di sì! Ho scoperto questo sport a 23 anni, un po’ tardi per chi vuole fare le cose sul serio, ma in tempo per rivoluzionarmi la vita! Nel pieno periodo delle discoteche degli anni ’90 cominciai a stancarmi dei soliti ambienti, avevo bisogno di cambiare, di fare qualcosa di diverso e, quasi per scherzo, cominciai a fare la prima corsa. Credo d’aver fatto forse 800 m e arrivai distrutto. Ma da lì non mi fermai più e tutto intorno a me cambiò. La passione continuò a crescere e inevitabilmente ne subii anche le conseguenze. Quasi senza accorgermene, mutò lo stile di vita, l’alimentazione, e arrivarono nuove amicizie. Tutto cominciò a cambiare in un modo così lento ma continuativo che quasi non me ne accorsi. All’improvviso mi trovai ad andare a letto presto, a mangiare bene, e ad avere nuovi amici, tanti, tantissimi... perché non so come possa accadere, ma anche se ci si vede poco tra i runners si crea una connessione che resta per sempre”.
Parliamo della protagonista: la Maratonina di Cremona. Qual è stata la tua prima partecipazione e, tra tutte, quale ti ha dato più soddisfazione o ricordi con più piacere? Che sensazioni ed emozioni particolari regala questa mezza maratona a te e a tutti i podisti cremonesi che corrono sapendo di avere il loro pubblico e la loro città ad attenderli?
“20 ottobre 2002, prima edizione della Maratonina di Cremona. Non potevo mancare! Per la prima volta una mezza maratona si disputava tra le vie del centro di Cremona. La mia passione portata nelle strade della nostra città. Un vero sogno! E per questo non smetterò mai di ringraziare gli organizzatori e tutte le persone che hanno reso possibile tutto ciò. Devo dire che ogni edizione per me è stata unica e mi ha sempre fatto provare forti emozioni, a volte più belle, a volte meno, ma sempre uniche e indimenticabili. Se proprio dovessi sceglierne una, ripenso con molto affetto all’edizione del 2003. Mi ero preparato tantissimo perché, dopo la prova del primo anno, volevo fare bene e, se possibile, cercare di arrivare primo cremonese al traguardo. Ricordo che corsi più veloce che potevo, non guardai mai l’orologio – in quegli anni non esistevano i GPS – cercai solo di raggiungere ogni podista che vedevo davanti. Alla fine arrivai con un tempo di 1h09’05”. Credo sia ancora la miglior prestazione fatta da un cremonese nella nostra mezza. Ma la cosa che ricordo con più gioia, come se fosse oggi, non è il tempo cronometrico – come detto, all’arrivo non guardai neanche l’orologio – ma la soddisfazione d’essere giunto sotto quel traguardo, in Piazza Duomo gremita di persone e amici. Dopo 21 km: pelle d’oca! Penso sia proprio questo che accomuna tutti noi podisti cremonesi: vivere la nostra città in un modo completamente diverso, metterci impegno e credere in quello che facciamo. Sono certo che questo traspare dai nostri volti, perché chi guarda spesso non riesce a restare indifferente e ci saluta, ci incoraggia, ci applaude. Sono anche convinto che tanta determinazione possa essere contagiosa, e chi può, da spettatore, presto vorrà passare a protagonista e, probabilmente, negli anni a venire non lo vedremo più sulla strada a incitare, ma sulla strada a correre con noi. Solo la Maratonina può fare queste magie!”.
Se tu fossi un podista "che viene da fuori", quali aspetti dell'organizzazione o dell'atmosfera di Cremona apprezzeresti di più di questo evento?
“Gli organizzatori sono da sempre attenti anche a questa cosa. Nel pacco gara tutti gli anni fanno trovare prodotti tipici ed inoltre ci sono sempre molte iniziative e convenzioni per poter visitare la città e i nostri musei. Credo che per chi voglia unire una giornata di sport, solidarietà e turismo la nostra mezza sia la scelta giusta”.
Da ‘giocando in casa’, hai la fortuna di ritirare il pettorale il sabato sera, evitando il ‘caos’ della mattina di gara. Come vivi, e come vive un runner cremonese, quel momento e le ore pre-Maratonina?
“Direi che il ritiro pettorali del sabato sia diventato ormai una tradizione per tutte le società cremonesi. Il classico appuntamento nel tardo pomeriggio ormai viene da sé, ci si incontra in Piazza Duomo e si parla di come andrà la gara. Probabilmente per scaramanzia o per la troppa tensione tutte le previsioni sono sempre catastrofiche – oggi ho male a un piede, un dolore alla caviglia, domani la faccio tranquilla perché non sono in forma – quasi nessuno sembra stare bene... poi, per fortuna, tutto questo viene spesso smentito la domenica. Poi c’è chi stempera la tensione con qualche aperitivo, chi guarda la bancarella delle scarpe, chi si isola, chi parla di tempi, chi va alla ricerca dei top runner, chi controlla la griglia di partenza… insomma, si è avvolti da un’atmosfera quasi surreale, un piacevole caos!”.
Come immagine di un tuo profilo social, ne hai scelta una di cui posso vantarmi di essere l’autore, e che ti ritrae all’arrivo stanco, ma sorridente. Che emozione si prova nell’ultimo tratto, unico per fatica e bellezza, che parte da via Sicardo per sfociare nella festante Piazza Duomo?
“Sì, sono molto legato a quella foto. Se penso alla mia persona mi vedo proprio così: stanco ma felice! Penso che questo valga un po’ per tutto, ma la corsa ne è la metafora per eccellenza. Più ti impegni, più le dai, maggiore sarà la soddisfazione al raggiungimento dell’obiettivo. Parlare di via Sicardo poi è l’apoteosi. Dolore e gioia di ogni partecipante. Dopo 21 km, uno strappo in salita spacca gambe, ma che alla fine apre uno scorcio su una delle piazze più belle d’Italia, con amici e conoscenti che ti incitano e aspettano. Tutto è magico!”.
Ti è mai capitato, una volta tagliato l'arrivo, di "tornare sui tuoi passi", magari dietro le transenne, per osservare o incitare chi ancora doveva arrivare? Che effetto ti fa riconoscere la tua fatica in così tante persone diverse?
“Assolutamente sì, quasi sempre finita la gara torno indietro a incitare compagni di squadra e chiunque arrivi al traguardo. È una cosa che trovo assolutamente naturale e che ho proprio voglia di fare. Penso che la fatica sia pressoché uguale dal primo all’ultimo classificato. Ognuno, seppur con i propri tempi, sta dando il massimo di sé, e per tanto va rispettato e incitato. È incredibile come persone tutte così diverse siano in realtà tutte così uguali”.
In un tuo post scrivi: "Certi luoghi più li calpesti più ti entrano nel cuore". Quanto aiuta la Maratonina a riscoprire e apprezzare la nostra città? C'è un passaggio particolare della gara che ti "distrae" sempre dalla corsa per la sua bellezza?
“Il nuovo percorso, rispetto a quello precedente, cerca di far vivere maggiormente il centro storico, pertanto nei primi 10 km ogni metro ha qualcosa che affascina: il Po, le chiese, le piazze… ma la cosa che attira di più la mia attenzione restano sempre le persone sul percorso e il calore che trasmettono”.
Al netto dei faticosi allenamenti e dei piazzamenti sportivi che hai ottenuto, ti senti più in credito o più in debito verso questo evento?
“La Maratonina è un dare e avere. Ti alleni per mesi pensando a lei. Corri d'inverno tra freddo e nebbia, d'estate tra caldo e umidità, e tutto per quella unica gara, per quella mattinata di corsa. Ma in poche ore percepisci talmente tante emozioni che tutto viene ripagato. Personalmente mi sento sempre in debito con questo evento, mi ha regalato momenti unici e mi ha fatto incontrare persone che faranno per sempre parte della mia vita”.
Un pensiero doveroso va ai volontari, senza i quali non ci sarebbero percorso, ristori e servizi. Cosa ti senti di dire a chi dona il proprio tempo, per permetterci di goderci questa giornata di sport?
“A tutti loro va il mio più profondo ringraziamento. Niente sarebbe possibile senza queste pazienti persone, che spesso si trovano in situazioni difficili a dover gestire il traffico o il passaggio di migliaia di podisti. Tutti meritevoli del gradino più alto del podio!”.
Un'ultima riflessione riguarda chi ha ideato e portato avanti questo progetto sportivo con grande sacrificio e passione, promuovendo sport e solidarietà. Da cremonese, ancor prima che da podista, come definiresti questa loro infinita passione?
“Conosco gli organizzatori della nostra mezza da sempre e ho visto con quanta passione lavorano alla realizzazione di questo evento. Quella che per noi è una giornata di festa, per loro è un punto d'arrivo dopo mesi di lavoro. Sono riusciti a far crescere questa gara a livello nazionale pur mantenendo quel giusto equilibrio tra chi fa sport da professionista e chi lo pratica in modo amatoriale. Hanno anche sempre pensato alla solidarietà, donando alle associazioni locali gli introiti della manifestazione. Non si può che pensare con affetto e stima a chi ha creato tutto questo”.
Prendo spunto da una tua riflessione: "La Maratonina è riuscita a consolidare un legame tra chi corre e chi assiste... la festa non è di una singola persona, ma di tutta la città!". Qual è l'augurio che fai a chi sarà protagonista domenica, che sia in gara, come volontario o dietro le transenne ad applaudire?
“L'augurio è quello di vivere a pieno questa giornata di sport, con allegria e serenità. Prima di tutto, questa è una grande festa per la nostra unica e magica Cremona. Ci vediamo domenica!”.
Non mi resta che ringraziare Mauro per la sua testimonianza e per il suo augurio.
L’appuntamento è per domenica alle 8:05 con la partenza della maratonina femminile, mentre per le ore 9:40 è prevista quella maschile, insieme alla 10 km agonistica e non.
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