2 luglio 2025

C'è il progetto per recuperare il maestoso portale d'ingresso della storica cascina Maggi Stanga del Cornacchio di Solarolo Monasterolo. Il sogno di un museo

Primi, significativi e concreti passi in avanti per il restauro e la sistemazione del maestoso portale d’ingresso della storica cascina Maggi Stanga del Cornacchio di Solarolo Monasterolo. Nei mesi scorsi l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonietta Premoli aveva lanciato l’allarme per la precaria situazione in cui versa la spettacolare struttura, con lesioni e cedimenti che a lungo andare potrebbero comprometterne anche la stabilità. Per questo è urgente e fondamentale intervenire e, fin dall’inizio, è stata ipotizzata una cifra di almeno 100mila euro per poter sistemare l’antica struttura. Una cifra notevole, pesantissima per un Comune di appena poche centinaia di abitanti. Ma per quanto l’impresa possa essere ardua, è giusto e doveroso portarla avanti, anche e piccoli passi. Passi che ci sono stati; infatti nei giorni scorsi l’Amministrazione comunale ha affidato all’architetto Federico Bianchessi di Cremona l’incarico professionale relativo alla predisposizione di un progetto di massima per il risanamento conservativo ed il ripristino del portale del “Corvo”. Progetto che dovrà passare ovviamente al vaglio della competente Soprintendenza e poi, se si recupereranno i fondi necessari si potrà partire. Il sindaco Antonietta Premoli ha parlato di primo passo necessario ed ha evidenziato che l’obiettivo è quello di intervenire sulla parte più ammalorata del tetto e procedere con una “ripassata” sulle restanti parti. Sarà anche fatto un intervento di sanificazione ma il sogno è quello di realizzarvi un museo. Una sfida notevole, ma possibile, se compiuta passo dopo passo, senza demordere per riportare al suo antico splendore un luogo “pieno di fascino e di mistero” come rimarcato dal sindaco.  Ad entrare nello specifico del progetto è stato l’architetto Bianchessi  sottolineando che “La Villa Maggi Stanga del Cornacchio, per la sua storia e l’indubbia valenza iconica, è uno degli edifici più rappresentativi del paesaggio di Solarolo Monasterolo. Il progetto immagina una riqualificazione complessiva della porzione di proprietà comunale, il Portale del Corvo e l’edificio accessorio che ne consente la salita al livello superiore, comprendendo non solo le opere necessarie per la riqualificazione e la messa in sicurezza della copertura e dell’androne, ma anche l’intero risanamento e la rifunzionalizzazione del complesso. Questo – ha proseguito - nella prospettiva di realizzare le opere per lotti successivi, con risorse proprie del Comune ma soprattutto da acquisire tramite bandi, al manifestarsi delle disponibilità economiche necessarie. A tal fine il progetto generale ha l’obiettivo di ottenere una preventiva autorizzazione da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Cremona, Lodi e Mantova, in modo che i successivi lotti di progettazione esecutiva, funzionali alla partecipazione a bandi di finanziamento, possano essere direttamente candidabili. La principale priorità dell’intervento – ha sottolineato l’architetto Bianchessi - è innanzitutto mettere in sicurezza l’androne tramite la sistemazione della copertura, la rimozione dei detriti oggi accumulati sul sottostante impalcato, e la posa in opera di presidi anti-volatile. In seconda istanza, il progetto prevede interventi di consolidamento e/o rifacimento dei solai interni all’edificio accessorio, oggi in avanzato stato di degrado ed a rischio di definitivo collasso malgrado le puntellature realizzate, ivi compreso il rifacimento della scala che dà accesso ai livelli superiori. Altro tema da affrontare è il risanamento conservativo degli esterni, variamente ammalorati a causa di umidità di risalita, efflorescenze, distacchi di tinteggiatura ed intonaco, diffusione di microflora, ecc. La sfida più ambiziosa del progetto – ha spiegato ancora l’architetto - è tuttavia l’ipotesi di insediare nell’edificio nuove funzioni, in particolare realizzando un piccolo museo etnografico dedicato alla cultura del Po ed all’arte della falegnameria. In questa chiave l’idea è il recupero dei locali accessori anche nella porzione a tutta altezza che prospetta verso l’argine maestro, andando a riproporre i livelli preesistenti con ballatoi metallici e strutture espositive ad hoc, nonché realizzando opportune opere per il superamento delle barriere architettoniche. Le soluzioni specifiche – ha concluso - come detto dovranno essere condivise e messe a punto con la competente Soprintendenza, armonizzando nuovo e antico secondo i principi del restauro conservativo”.

Con la speranza, ovviamente,che i fondi necessari possano essere recuperati per salvare un bene che è tra i simboli delle terre del Po.   Doveroso anche ricordare che se è vero che la cascina interna è di proprietà privata, è altrettanto vero che il portale, con lo splendido timpano curvilineo suggellato da un lungo pinnacolo in cima al quale spicca quello che molti ritengono essere un corvo, è di proprietà comunale. Per quanto riguarda la statua, detta del corvo, che per decenni è rimasta sulla cuspide del portale della cascina ed è, da sempre, simbolo tanto della corte quanto del luogo, in pochi sanno che l’originale, da almeno quarant’anni non si trova più sulla sommità del portale ma è conservata, “ferita” nella sala consiliare del municipio. Fu probabilmente colpita da un fulmine o forse abbattuta da raffiche di vento e presenta ancora oggi, come si può facilmente notare, numerosi fori causati da proiettili. C’è chi sostiene che a colpire la statua siano stati cacciatori che la usavano come bersaglio e chi, invece, ritiene che si tratti di “lasciti” della seconda guerra mondiale. In ogni caso quello in questione non è un corvo ma un rapace che tiene tra gli artigli un volatile più piccolo ed ha le ali spiegate a rappresentarne la cattura. Potrebbe trattarsi di un avvoltoio, già simbolo della famiglia Silva, ma su questo restano forti dubbi anche a fronte del fatto che la famiglia in questione non è mai stata proprietaria della tenuta, acquistata dal marchese Vincenzo Stanga con gli averi della sostanza Silva. L’appellativo di “corvo” è probabilmente dovuto all’annerimento della statua e dal fatto che le cornacchie sono molto diffuse in pianura. Una storia, anche questa, che andava doverosamente spiegata, con la speranza che il maestoso portale, possa tornare presto in sicurezza e al suo antico ed originario splendore.

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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