28 gennaio 2025

Ca' Barbieri è Impresa Storica d'Italia con ben 51 anni di tradizione dal gusto nostrano, ma la storia del locale risale al 1723, quando era ancora un'osteria con locanda

Il Presidente della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, Gian Domenico Auricchio, ha consegnato, presso la sede di Cremona, l’attestato per l’avvenuta iscrizione al Registro Nazionale delle Imprese Storiche ai rappresentanti dell’impresa Barbieri di Barbieri Diego – Barbieri Dino e C. che svolge a Levata di Grontardo attività di bar, ristorante ed enoteca con l’insegna Ca’ Barbieri. 

Il Registro Nazionale delle Imprese Storiche è stato istituito nel 2011 da Unioncamere in collaborazione con le Camere di Commercio e con il coordinamento scientifico del Centro per la cultura d’impresa, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Le imprese iscritte nel Registro Nazionale delle Imprese Storiche, oltre a ricevere l’attestato di iscrizione, si possono insignire dello speciale marchio Impresa storica d’Italia. Detto ciò, è proprio il caso di gridare: Clamoroso e grandioso a Levata di Grontardo, Bassa Cremonese, a un soffio da quella bresciana, laddove il ristorante Ca' Barbieri è il luogo in cui la ricerca di una curata semplicità e di preziose tradizioni familiari si traducono in un linguaggio culinario contemporaneo, in grado di rispettare e tramandare gli insegnamenti da ben tre secoli. Oggi opera la quinta generazione della famiglia Barbieri, con Mario, Dino, Diego e Roberta Zanchetta, degni eredi di una dinastia “di-vina”, straordinaria, da 300 anni a scrivere la storia prendendo tutti per la gola.

E adesso, dal sito internet cabarbieri.com, un po’ di storia locale. Nel Catasto Teresiano, Maria Teresa d’Austria fa fare un dettagliato studio topografico della consistenza patrimoniale del Lombardo-Veneto. Si scoprì che, nel 1723, l'immobile era già osteria con locanda, probabilmente con funzione di dogana e cambio di cavalli. Annesso al locale vi erano campi ed orti nei quali si è trovato un vecchio pozzo ancora funzionante. Abbiamo trovato anche delle nicchie in vari punti del locale, dove venivano poste le lampade ad olio per le micce degli archibugi o per far semplicemente luce. Si trovò che nel mappale 77 del comune di Levata risultava proprietario il conte Barbò Giuseppe, discendente dei Barbò di Soresina e Torre Pallavicina, feudatari da tempo immemorabile, proprietario di Palazzo Barbò, che lo diede in affitto ad uso "Osteria con Bottega" al mappale 77 e compresi gli orti ai mappali 75 e 76, per un affitto di 100 lire. La proprietà dei Barbò terminò il 13 gennaio del 1850, quando possedevano 2009 pertiche cremonesi, vendendola a Villa Gaspare.

A Villa Gaspare succede Villa Ferdinando e sarà lui a vendere a Barbieri Romedio, nel 1887, l’osteria con bottega con orti e campetto. A quella data, come dimostrano gli atti pubblici acquisiti, corrisponde l’anno sicuro in cui l’osteria con bottega allora denominata "Osteria Colombina", diventa proprietà della famiglia Barbieri. Da Barbieri Romedio, deceduto nel 1910, passò tutto, dopo successione e perizia del tribunale di Cremona, a Barbieri Luigi e Barbieri Erminia sua moglie e cugina, che tacitarono i fratelli con corresponsione di denaro. Alla morte di Barbieri Luigi, per successione testamentaria, la proprietà passò a Barbieri Miraldino e Guatterini Teresina sua moglie.

Nel 1975 Mario Barbieri acquistò da Barbieri Miraldino l’attività e nel 1988, con la moglie Zanchetta Roberta, acquistarono e continuarono l’attività trasformandola anche in produzione e commercio di vini e bevande. E nel 2024 la svolta con l’apertura ufficiale di Cà Barbieri con bar, ristorante ed enoteca e l’ingresso nella gestione dei figli Diego e Dino: il primo in veste di bartender e responsabile di sala, il secondo, il più giovane della famiglia, sommelier professionista, Maestro Assaggiatore di formaggi, salumi e degustatore di acque minerali. 

Qualche anno fa, la scrittrice, giornalista, critica gastronomica e Gran Maestra della Confraternita del Tortello Cremasco Roberta Schira, per il suo consueto tour per locali da menzionare e recensire, passò da Cà Barbieri e, tra un piatto e l’altro, lanciò uno spunto dei suoi dedicato al Salame Muletta, salume stagionato a grana grossa prodotto da carni suine 100% italiane caratterizzato dalla tipica forma irregolare e tozza ottenuta grazie alla forma del budello che viene utilizzato come da tradizione.

Ebbene, Roberta Schira, dalla Muletta degustata a Ca' Barbieri a Levata di Grontardo, fu letteralmente conquistata. Che dire poi della giardiniera croccante, con verdure selezionate, curate con passione e attenzione e rigorosamente tagliate a mano, vale a dire la leggendaria Stradivarius che accompagna tutti gli ospiti di Ca’ Barbieri, a cui ha saputo conquistare il cuore. Insomma, nella Casa dei Barbieri da 300 anni si fa qualità a tavola e in cantina. Degustare per credere, perché come dicono quelli del progetto East Lombardy: il locale, elegante e al tempo stesso informale, è ideale per ogni occasione.

Ci si trova a proprio agio per una cena romantica, in compagnia degli amici, per una riunione di lavoro in una saletta riservata o per celebrare una ricorrenza. Se alla scelta di vini per ogni gusto e per tutte le tasche si aggiunge l’ottima cucina, il successo è assicurato. Alle sale che ospitano fino a 300 persone, si aggiungono una terrazza e uno spazioso cortile. Il titolare Mario Barbieri (è pure opinionista televisivo e calciofilo) ha dato il giusto tocco d’eleganza. Il valore aggiunto è la sterminata cantina, ricca di oltre 700 bottiglie italiane e straniere, costruita e curata personalmente dal titolare, apprezzato enologo, supportato dal figlio Dino. Il piatto che dovete almeno una volta assolutamente provare da Cà Barbieri? Il risotto mantecato al taleggio DOP di Auricchio, decorato con salsa all’aceto balsamico e accompagnato da pancetta croccante, senza dubbio fa volare via.

Stefano Mauri


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