Carlo Maria Lomartire con "La Dama e il Moro", dietro il ritratto Leonardesco la storia di Cecilia Gallerani, conquista il pubblico di Villa Medici del Vascello
Sabato pomeriggio letterario, nella splendida cornice di Villa Medici del Vascello a San Giovanni in Croce, in Provincia di Cremona, Carlo Maria Lomartire riporta a casa l’importante racconto di vita di Cecilia Gallerani.
L’autore, con la sua ultima fatica edita da Mondadori, LA DAMA e IL MORO, ci consegna pagine coinvolgenti della biografia romanzata di colei che fu appellata dalla storia come la famosa “Dama con l’ermellino” dipinta dal geniale Leonardo da Vinci.
Lomartire, giornalista, autore di biografie e saggi storico politici, sempre restando fedele a date, luoghi, fatti storici, attraverso una scrittura efficace e veloce, racconta vicende umane e sentimentali che ruotano attorno agli Sforza. Da Francesco figlio illegittimo di un contadino romagnolo arrivato a conquistare il Ducato di Milano, a Ludovico detto “Il Moro”, mecenate di Leonardo, fino agli ultimi duchi con l’inetto Ercole Massimiliano ed il brillante Francesco II morto senza eredi.
L’autore ha dialogato con la giornalista Beatrice Ponzoni, tratteggiando per i numerosi presenti accorsi all’evento, un percorso in cui è emerso quanto, avvenimenti accaduti in un’epoca tanto lontana da oggi, non siano poi così differenti dall’attualità.
Nella narrazione Lomartire fa emergere, pagina dopo pagina, non solo il volto ma, soprattutto, la personalità, lo sguardo sensuale di una delle donne più belle, colte ed influenti del Rinascimento. Una giovane fanciulla che già, all’età di sedici anni, ha le capacità intellettive e l’astuzia per conquistare non solo il potente Ludovico il Moro ma tutta la sua corte (1452 – 1508).
Cecilia Gallerani è una ragazzina istruita, dotata di un intelletto non comune per la sua età, che cattura ed affascina una Milano intrisa di splendore, frequentata da grandissimi artisti ed intellettuali senza dimenticare gli “intrighi di potere”, capaci per il solo interesse, di condurre rapidamente fino alla morte.
Nel libro compaiono anche aspetti sconosciuti dello straordinario Leonardo da Vinci che, prima di prendere in mano il pennello per ritrarre non solo l’affascinante Dama, conversa con piacere ed in modo curioso con i protagonisti delle sue opere per coglierne l’essenza dell’anima.
Con delicatezza lo scrittore affronta il tema religioso in cui l’uomo non si sente troppo vincolato a Dio ma, in certo senso, si sente libero ed artefice del proprio destino. In questo clima, non troppo condizionato dalla religione ma dalla sete di potere politico e di conquista, si delinea ed aleggia per tutta la narrazione il ruolo della Famiglia d’Este. Potere e forza, solo apparentemente, sembrano appartenere al mondo maschile ma, in realtà, sono fortemente soggette all’ influenza femminile portando alla ribalta non solo Cecilia Gallerani ma, anche, Beatrice d’Este e la sorella Isabella.
Le nozze del Moro con Beatrice d’Este segnano una svolta decisiva nella vita della Dama tanto che, proprio per volontà di Beatrice d’Este, Ludovico è costretto a “liberarsi” della sua amante e, proprio lui, organizza il matrimonio tra Cecilia Gallerani ed il conte di San Giovanni in Croce, Carminate de’ Brambilla, detto il Bergamino. La Gallerani diventa contessa Carminati ed in totale libertà si dedica all’amore per la scrittura e la poesia, creando attorno a sé un piccolo circolo letterario in cui riunisce uomini di cultura e poeti.
Il destino di Cecilia e quello della sua famiglia resta legato al Moro, o meglio, alle vicende politiche in cui è coinvolto, alla sua ascesa, alla sua caduta, alle azzardate alleanze con cui vorrà soddisfare le sue smodate ambizioni di potere. Anni di conflitti che costeranno cari al ducato di Milano e nel segneranno un inevitabile e triste declino.
Carlo Maria Lomartire ci ha restituito la vita, le idee, gli amori della Dama con l’ermellino, ha posto un importante accento su un ritratto unico di una delle più misteriose figure del Rinascimento Italiano, ci ha consegnato una fondamentale testimonianza di quanto l’uomo, ancora, poco abbia imparato dallo studio delle vicende storiche perché la storia umana continua a ripetersi.
Trama
All’età di sedici anni Cecilia Gallerani divenne l’amante di Ludovico Sforza detto il Moro. Il Moro amò profondamente la Gallerani per la sua intelligenza, la sua bellezza ed il suo savoir-faire tanto da commissionare al geniale Leonardo da Vinci di immortalare tutte le sue qualità in un ritratto, da qui ebbe inizio la popolarità della Dama con l’ermellino, conservata oggi a Cracovia nel Museo Czartorysky.
La narrazione di Carlo Maria Lomartire ha inizio proprio nel mattino d’autunno del 1489, quando Cecilia si recò nello studio di Leonardo, di fianco al Duomo di Milano, per dare inizio a quello che diventerà un capolavoro.
Cecilia si era già trasferita alla corte del Moro, viveva dei privilegi del Castello, e a corte, fu subito apprezzata per le sue doti estetiche, di conversazione, la passione per la lettura, l’amore per la poesia e la conoscenza del latino. Merito dell’educazione ricevuta per mezzo del padre che fu importante referendario di Bianca Maria Visconti, mentre la madre era figlia di uno stimato dottore in legge.
Dalle notti d’amore con Ludovico il Moro nacque Cesare Sforza, che Ludovico, ancora in fasce, avrebbe voluto diventasse arcivescovo di Milano.
Mentre la figura della Gallerani si afferma alla corte del Moro, la loro relazione venne interrotta dal matrimonio politico con Beatrice d’Este. L’amore tra i due, però, fu solido e duraturo, visse una trasformazione solo dopo che Cecilia fu data in sposa ad un fedelissimo del Moro, il conte Ludovico Carminati de’ Brambilla.
Nella Milano sforzesca, affascinante e sfarzosa, la Dama radunò intorno a sé poeti, storici, artisti e letterati. Per tutta la vita si impegnò in un’intensa attività culturale che proseguì fino alla sua morte, all’età di sessantatré anni, nel castello di San Giovanni in Croce in Provincia di Cremona oggi conosciuto come Villa Medici del Vascello.
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