17 febbraio 2022

Coldiretti in piazza contro l'emergenza del comparto: tantissimi gli agricoltori e allevatori che si sono radunati davanti alla Prefettura

Le bandiere in piazza Stradivari indicano una sorta di percorso che conduce al fulcro della manifestazione, esattamente in corso Vittorio Emanuele, davanti al Palazzo della Prefettura e sede della Provincia. E' qui che questa mattina, dalle 9 in avanti, hanno cominciato a radunarsi tantissimi agricoltori del Cremonese. In centinaia hanon aderito alla mobilitazione promossa dalla Coldiretti a fronte dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono così a coprire i costi di produzione aumentato a causa del balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto. 

La situazione, come ha spiegato Coldiretti in questi giorni, è diventata insostenibile e mette a rischio le forniture alimentari del Paese garantite da 740mila imprese agricole che non hanno mai smesso di lavorare durante la pandemia ed ora sono strozzate dalle speculazioni.

Per questo decine di migliaia di allevatori ed agricoltori della Coldiretti con trattori e animali al seguito oggi, giovedì 17 febbraio, hanno "invaso" le città, da nord a sud del Paese, a cominciare da Roma in piazza Santi Apostoli con il Presidente nazionale Ettore Prandini, per salvare l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio. 

In Lombardia gli appuntamenti vanno da Milano in corso Monforte angolo largo 11 Settembre a Brescia in piazza Paolo VI, da Bergamo in largo Porta Nuova a Cremona in corso Vittorio Emanuele II. E ancora da Pavia in piazza Guicciardi a Mantova in piazza Virgiliana, da Lodi in via Volturno a Como in via Volta, fino a Varese in piazza Libertà e a Sondrio in corso Vittorio Veneto.

Una lettera appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere interventi immediati per l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed il territorio, contro speculazioni e rincari. A scriverla sono il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Segretario generale Vincenzo Gesmundo, in occasione della grande mobilitazione con decine di migliaia di allevatori ed agricoltori che, con trattori e animali, hanno lasciato le campagne per scendere in piazza da Nord a Sud d’Italia e gridare la propria intenzione di non volersi fermare, nonostante siano sempre più strozzati dalle speculazioni.

“La difficile situazione congiunturale determinata dal significativo aumento del costo dell’energia e dal parallelo aumento dei mangimi e dei concimi – si legge nella missiva -, sta facendo venir meno una soglia di ‘soddisfazione’ per l’andamento delle imprese che stava risalendo e mettendo radici a partire dagli anni difficili che hanno fatto seguito alla grande crisi, prima finanziaria poi economica, del 2009. Una soglia di soddisfazione che nel giro di pochi mesi è crollata dal 38% al 20%. Al di là di questo vissuto, a preoccuparci, tuttavia, sono soprattutto l’oscurità e l’incertezza per il futuro, con oltre 1 impresa su 5 (21%) che si dichiara incerta circa la situazione economica della propria impresa nei prossimi 12 mesi. Coldiretti e i suoi associati nel corso della loro storia, hanno sempre saputo che la ‘stabilità’ costituisce il più prezioso dei terreni per garantire sviluppo e benessere. Il suo Governo rappresenta in questo momento, l’unica chiave di possibile stabilità per il paese anche grazie all’impegno e ai progetti del Pnrr, che offrono prospettive all’Italia. Ci rivolgiamo quindi a lei, nella consapevolezza che lei possa creare le condizioni per uscire da un’impasse, determinata dai rincari energetici e dall’affaticamento dell’apparato burocratico ministeriale. Per dare respiro al mondo agricolo e restituire ad esso traiettorie di speranza e di futuro le risorse ci sono e non sono mai state così elevate.

 Le chiavi normative per farlo hanno soltanto bisogno di essere adeguatamente efficientate. È urgente che almeno una parte delle risorse del Pnrr già stanziate per l’agricoltura, come gli 1,2 miliardi per i contratti di filiera e 1,5 miliardi per il fotovoltaico senza consumo di suolo, vengano messe a disposizione quanto prima delle nostre imprese con semplici decreti ministeriali. Già così parte di un’incertezza che sta assumendo caratteri minacciosi, sarà dissolta. Se inoltre sul fronte del credito, grazie alla sua moral suasion nei confronti degli istituti bancari, riuscissimo ad incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea, le nostre aziende tornerebbero a respirare. Quanto le chiediamo è quindi semplice: sbloccare in tempi brevissimi un flusso di risorse - inspiegabilmente ‘fermo’ da mesi - capace di accelerare il piano di transizione ecologica e alleviare il peso del debito, senza uccidere la capacità di investimento delle aziende.  Si tratta – conclude la lettera al premier Draghi - di un passo agevole, basta dare immediata e pratica attuazione alla normativa necessaria. Coldiretti continuerà sempre a battersi per dare risposte concrete alle imprese e al Paese”.


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