9 luglio 2025

Corso Campi segna ancora una chiusura: a fine anno si spegnerà la vetrina di Ingram, marchio storico di camiceria italiana di alta qualità

Abbiamo scritto solo ieri della chiusura, dopo solo 3 anni dall'apertura, del negozio della catena Kocca, all'angolo tra corso Garibaldi e via Palestro, nei locali che per 60 anni hanno ospitato il negozio di Luisa Spagnoli (leggi qui). Oggi diamo notizia di un'altra chiusura su una delle vie del centro storico, corso Campi, a due passi proprio dal negozio Kocca: si tratta del punto vendita della catena Ingram, brand storico di camiceria italiana, nato in Toscana nel 1949 dall'idea dell'Avvocato Fabio Inghirami, che da attento osservatore del costume e cambiamenti della società, decide di dare vita ad Ingram per proporre prodotti in grado di interpretare il proprio tempo con i diversi linguaggi della camicia. Lo scorso marzo era stata la volta dello store di Crema, chiuso pure questo su decisione della proprietà. Sul cremonese dunque non rimane più nessun punto vendita e il più vicino resterà dunque il negozio di Lodi.

Chiuderà a fine anno, non si tratta di una chiusura repentina come quella di Kocca, arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio nel periodo dei saldi, ma il negozio resterà operativo ancora per qualche mese, per poi chiudere definitivamente, lasciando così spenta un'altra vetrina di corso Campi. La "desertificazione" iniziata dalle appendici più lontane delle vie e dei corsi cremonesi sembra non arrestarsi, anzi, avanza in modo concentrico avvicinandosi sempre più al cuore della città.

Su corso Garibaldi sono una ventina le vetrine spente, in corso Campi non mancano le chiusure e le voci di crisi anche di negozi storici (pur registrando un paio di nuove aperture); corso Matteotti langue e anche su corso Mazzini aumentano le vetrine con il cartello "affittasi", così come sulla via del commercio per antonomasia di Cremona, via Mercatello, sempre più spenta, mentre corso XX Settembre ormai è sempre più un'arteria di scorrimento dove si fatica a trovare parcheggio e dove i negozi si contano ormai sulle dita di una mano, così come in corso Vittorio Emanuele. Per non parlare delle periferie, dove ormai i negozi di prossimità restano un ricordo degli anni passati. 

Un trend che non sembra arrestarsi e per il quale non si riesce a trovare la giusta ricetta in grado di ridare slancio ad un commercio che ormai sembra vivere solo di servizi e di ristorazione.

 

Michela Garatti


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Silvia Maria

9 luglio 2025 20:10

Fin tanto si apriranno in continuazione centri commerciali i negozi che siano storici o no , faranno sempre la fame, aumenteranno i prezzi per sopperire alle spese di affitto ecc...e poi moriranno . È sempre la stessa storia , purtroppo

Anna

9 luglio 2025 23:12

Veramente ci sono solo 2 centri commerciali, e anche lì non è facile cercare di tenerli aperti coi prezzi che hanno e la merce non è che sia di gran qualità come prima che costava anche meno. Poi gli affitti sono alti e alcuni negozi sono durati 6 mesi al massimo 1 anno.. C'è sempre pieno soprattutto perché la gente non può permettersi piscine o vacanze e stai al fresco d'estate e al caldo d'inverno, ma chi lavora di più è sempre la ristorazione e il cinema è molto la libreria..
Mi dispiace tanto per Cremona perché io che l'ho vissuta ai bei tempi e anche pre e post covid, adesso onestamente non ho voglia nemmeno di farci un giro con tutto quello che succede, e mi dispiace moltissimo..

Luigi S

10 luglio 2025 04:48

Cremona avrebbe bisogno di una Giunta che si occupi della città, incoraggiando il commercio di qualità, magari calmierando i contratti d'affitto e una mobilitá che non sia il monopattino. Invece, Virgilio e truppa non hanno tempo di individuare soluzioni, per migliorare i collegamenti ferroviari con il resto di Italia; sono attivi nei ristoranti del centro dove pasteggiano a spese dei cremonesi e non hanno fondi per la manutenzione delle strade e dei marciapiedi. Chiunque abbia creduto che fossero il vento del cambiamento, continui pure a turarsi il naso e a mantenerli all'ingrasso.

Gianmarco

10 luglio 2025 05:18

Al mercato vedo che fanno affari i banchi di vestiti usati a 3/4 euro al capo ...clienti italiani ....forse i redditi attuali e le spese crescenti purtroppo non permettono alla maggior parte delle famiglie di rivolgersi ai negozi tradizionali.......sono pensionato con due figli universitari.....