Così Francesco da Cremona nel XVI secolo cambiò il volto dell'architettura portoghese. La sua storia a Porto in un cartello turistico
In una delle estremità occidentali europee vi è un cartello, un cartello di quelli che informano i turisti, a grandi linee, su quale struttura si presenti davanti ai loro occhi in quel momento. E' un cartello comune simile a quello che si può osservare in molte parti del mondo ma che in poche righe, scritte sia in inglese che in portoghese, racconta una storia fantastica, storia incredibile forse proprio per il fatto che si conosce ben poco del suo protagonista. Siamo a Porto, città tra le più importanti del Portogallo, dove l'ultimo lembo di terra urbano che si lancia verso l'oceano Atlantico ospita quel cartello sul quale appare la parola Cremona. La fortezza di São João Batista da Foz domina la vista verso l'oceano, la domina in tutti i sensi perché è ben visibile come una specie di cane da guardia per il Portogallo e per l'intera penisola iberica. La fortezza è stata costruita nel XVI secolo, in una posizione strategica per poter controllare l'accesso alla città dal mare ma, soprattutto, perché da quella posizione si potevano controllare le imbarcazioni lungo il Duero, il fiume che si sviluppa per quasi 900 chilometri fin dalla zona centrale della Spagna per poi gettarsi nell'oceano trovando il suo estuario nella città portoghese. Negli anni in cui il Portogallo espandeva i territori in tutto il mondo la fortezza di São João Batista rappresentava il punto di difesa fondamentale per proteggere la città e gli interessi dell'Impero coloniale Portoghese, era il cardine di una tradizione quasi secolare che guardava verso il mare più che verso l'entroterra.
Francesco da Cremona o Francesco il Cremonese come si faceva chiamare in terra lusitana, era un architetto cremonese nato intorno al 1480 nella città dei coppi e del cotto. La sua storia è pressoché sconosciuta, forse fuggì dalla sua città nel 1494 a causa della calata in Italia di Carlo VIII di Francia, trovando però rifugio a Roma sotto la protezione del vescovo portoghese Miguel da Silva, che poi lo porterà con sé in Portogallo. Qui comincerà il lavoro, e la carriera, di questo illustre sconosciuto cremonese che ha un cartello dedicato davanti ad una struttura chiave nella storia della penisola iberica. Appena arrivato nella sua nuova terra Francesco si mette al lavoro e, vista la richiesta di una maggior sicurezza davanti all'estuario del fiume Duero, viene incaricato di provvedere al disegno e allo sviluppo di quella imponente fortezza, caratterizzata da una struttura religiosa centrale, la quale diventerà, dal XX secolo, un luogo d'interesse a livello nazionale da tutelare. Il lavoro di Francesco è imponente e strutturato a difesa della zona, le murate sono studiate per difendere o per poter colpire dall'alto ma anche per non soffrire la forza delle onde che in quella zona, a volte, sono eccezionali durante le terribili tempeste che animano le coste portoghesi. Il progetto di Francesco sviluppa una struttura da genio militare con un occhio di riguardo per gli edifici annessi e il fulcro religioso che ospitava la fortezza. La mano del cremonese nella progettazione sembra unire la necessaria rudezza delle mura ad una, molto più delicata, progettazione di edifici ad uso civile. Di quel progettista, in Portogallo, cominceranno ad interessarsi verso la fine del XIX secolo e, nonostante una sorta di anonimato durato quasi quattro secoli, gli storici cominceranno ad attribuire al cremonese alcuni edifici che non erano solo il frutto di progetti legati al genio militare, ma progetti con caratteristiche artistiche ben più evidenti. Miguel da Silva, il mecenate di Francesco, era stato vescovo della città lusitana di Viseu ed ecco che, anche nella cattedrale cittadina compare il lavoro di quel architetto arrivato da Cremona. Il chiostro della cattedrale di Viseu, infatti, ricorda e non poco alcuni palazzi della città del Torrazzo, un chiostro di una bellezza artistica notevole costruito intorno al 1520. Come per la fortezza di São João Batista, attrazione turistica visitabile e parte del patrimonio architettonico portoghese, anche il chiostro di Viseu, che oggi ospita un famoso museo, è stato oggetto di un valido lavoro di mantenimento e conservazione per renderlo disponibile al pubblico. Sembra quasi paradossale se paragonato con alcune città italiane dove i monumenti storici vengono, spesso, abbandonati al loro destino quando invece hanno molte storie da raccontare. Le ricerche su Francesco da Cremona, basate anche su libri legati alla città in riva al Po, hanno portato alla luce i progetti di questo architetto in varie opere ed edifici, sia come conservazione che nuova costruzione, del Portogallo; ma Francesco da Cremona, spesso descritto come innovatore e come colui che portò lo “stile longobardo” in quella parte della penisola iberica non fu l'unico cremonese in terra portoghese, tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 Giovanni Pietro Bonomini, eccelso stampatore cremonese, lavorò agli ordini dell'Imperatore Manuele I per la diffusione della lingua portoghese nelle colonie dell'impero.
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