20 giugno 2024

Cremona, criticità alla casa circondariale. CGIL denuncia: "Gestione del personale insufficiente e preoccupazione per la salubrità e la sicurezza degli ambienti lavorativi"

La Funzione Pubblica CGIL di Cremona denuncia una grave e prolungata sofferenza nell'organico delle Funzioni centrali della Casa Circondariale di Cremona, situazione che perdura da quasi un decennio. L'apertura del nuovo padiglione detentivo nel 2013 ha ulteriormente aggravato questa situazione senza che siano state trovate soluzioni efficaci. Mentre il corpo di polizia penitenziaria ha beneficiato di un parziale ed insufficiente aggiornamento della pianta organica (solo per i ruoli di agente e assistente), il personale delle funzioni centrali, in particolare le aree contabile e amministrativa, sono ferme da sempre nella previsione della pianta organica, con numerosi posti vacanti e un aumento insostenibile del carico di lavoro per il personale in servizio.

Inoltre, una parte significativa di questo personale è soggetta a limitazioni lavorative.

Nonostante le recenti assunzioni di educatori (FGP), questi sono stati ricollocati in altri istituti penitenziari, lamentando uno scarso riconoscimento del loro ruolo e richieste che esulano dalle loro competenze.

L'area contabile è in continuo depauperamento e con soli due funzionari: uno nei prossimi anni in pensione e l'altro affetto da patologie invalidanti.

Anche l'area segreteria è in difficoltà per l'assenza di un funzionario responsabile.

Questa crisi locale riflette una crisi regionale più ampia delle Amministrazioni Centrali in Lombardia, con carenze di personale, strumenti e risorse che portano a smantellamenti, chiusure e accorpamenti di uffici, allontanando lo Stato dalle comunità locali. L'autonomia differenziata non rappresenta una soluzione, poiché aumenterebbe le disuguaglianze e le ingiustizie.

Da anni, l'istituto cremonese non è considerato una sede appetibile per i candidati vincitori di concorso, che scelgono altre destinazioni. La situazione è aggravata dalla fragilità decisionale degli organismi superiori regionali (Provveditorato) e nazionali (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria).

Siamo inoltre preoccupati per la salubrità e la sicurezza degli ambienti lavorativi.

L'attenzione non deve essere solo rivolta alle condizioni detentive precarie dei reclusi o alle difficoltà del corpo di polizia penitenziaria, ma anche al personale "civile" delle Funzioni Centrali, spesso dimenticato e compresso tra Direzione e Corpo di Polizia Penitenziaria. Contrariamo fermamente questa logica, poiché ogni giorno affrontiamo disagi e malesseri, soprattutto di tipo organizzativo e legati ai carichi di lavoro eccessivi, come dimostrato dal ricorso a ordini di servizio e circolari che redistribuiscono e accumulano sui pochi lavoratori in servizio incarichi e funzioni.

Questa situazione evidenzia una gestione del personale insufficiente e scelte operative che influenzano negativamente la fidelizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, spesso soggetti a frequenti turn-over. Anche la sanità penitenziaria è retta principalmente da attività libero-professionale, poiché il personale sanitario e socio-sanitario pubblico non si sente adeguatamente tutelato in un contesto ad alto rischio.

La FP CGIL di Cremona lancia un appello alle istituzioni locali e politiche affinché intercedano presso il Ministero della Giustizia per l'immediata assegnazione di risorse umane attraverso un piano straordinario di occupazione nella pubblica amministrazione. È necessario introdurre incentivi economici e di welfare per valorizzare le competenze e stimolare l'attrattività territoriale, considerando la Casa Circondariale di Cremona come "sede disagiata". In tal senso, come Organizzazione Sindacale, offriamo servizi, convenzioni e opportunità agli iscritti per sopperire alle carenze datoriali. L'emergenza abitativa e logistica legata ai trasporti non riguarda solo le grandi città, ma anche la nostra realtà territoriale.

Non ci limiteremo allo stato di agitazione indetto il 20 maggio 2024 a livello regionale, ma – in seguito all'assemblea sindacale del personale del 19 giugno – dichiariamo il "blocco dello straordinario", sollecitiamo la Direzione a migliorare l'integrazione e la collaborazione fra tutto il personale nel rispetto dei reciproci ruoli, e proseguiremo nel percorso di mobilitazione a tutti i livelli, auspicando il sostegno della comunità locale e della cittadinanza.


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commenti


Marco

20 giugno 2024 19:01

Che dire... già il carcere non è la soluzione per chi compie un errore ma se diventa un carcere anche per chi ci lavora allora qualcosa non va'.
È la solita storia di carenza di personale ovunque nel pubblico ma comincia ad esserlo anche nel privato.
Il lavoratore è visto solo come un codice di costo da sacrificare al profitto .
Complici i sindacati è stato un fiorire di contratti discriminanti e inadeguati.
Occorre ridare dignità al lavoro e al lavoratore con stipendi degni e non degradanti.
Ma nel contempo occorre anche ragionare su come non infierire su chi dà lavoro con tasse meno punitive e impattanti.
Se ciò accadesse ci sarebbe più lavoro,forse meno evasione fiscale, giovani più invogliati a realizzarsi e anche chi ha sbagliato nella vita potrebbe cominciare a pensare ad una possibilità di cambiamento.
Il lavoro, per chi lo vuole o è portato a capirlo, è la vera medicina.
Il carcere deve essere l'ultima ratio.