1 febbraio 2022

Devastazione ambientale lungo il Naviglio: il sindaco di Castelverde, che non aveva autorizzato i lavori, fa fermare le ruspe

Uno scempio che sarebbe proseguito anche oggi, se non fosse stato per l'alt imposto dal Comune di Castelverde attraverso il sindaco Graziella Locci. Lungo il Naviglio Civico, nel tratto tra Livrasco e Marzalengo, proprio dove erano rimasti gli unici esempi di galleria vegetale ancora esistenti, è stata compiuta una vera e propria devastazione ambientale bloccata in extremis dal Comune di Castelverde. I lavori, effettuati dal Dunas (Consorzio Di Bonifica Dugali Naviglio Adda Serio) dovevano limitarsi all'abbattimento di alcuni olmi secchi, ma come si può vedere dalle foto in alto a scorrimento l'intervento è stato massiccio, devastante. Lungo il Naviglio Civico sono entrate in azione le ruspe che con le loro benne hanno letteralmente sradicato tutto quello che si sono trovate davanti: olmi secchi e vegetazione giovane in perfetto stato di salute.

Il risultato è deprimente e le conseguenze sarebbero state ben peggiori se non si fosse attivato il sindaco Locci. "Si tratta di un intervento non autorizzato dal Comune di Castelverde - chiarisce subito il primo cittadino -, ma autorizzato dalla Provincia e dalla Regione. Ho ricevuto l'informazione nel fine settimana e ho chiesto di bloccare i lavori ieri (lunedì; ndr)". Locci ha sentito il presidente della Provincia, il Comandante della Polizia Provinciale, il colonnello della Forestale e lo stesso Dunas, che solo oggi ha sospeso i lavori.

"Si tratta di un'operazione di sistemazione non autorizzata dal mio Comune - spiega ancora Locci -, ed effettivamente, rispetto a quello che si prospettava, dal punto di vista ambientalistico la situazione è ben diversa. Per questo mi sono attivata chiamando in causa tutti per fermare i lavori".

La stessa Locci, insieme alle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) del Plis del Morbasco e ad alcuni agenti della Polizia Locale di Castelverde e Cremona ieri ha effettuato un primo sopralluogo. Di questa mattina è invece il sopralluogo da parte della Polizia Provinciale, per verificare quanto fatto sino ad ora.

"Prossimamente riuniremo un tavolo di confronto per capire in che misura i lavori effettuati siano rispondenti alle autorizzazioni di Provincia e Regione sulla base delle quali si è mosso il Dunas - spiega ancora il sindaco di Castelverde -. Ci è stato detto che è prevista una ripiantumazione, ma la situazione è ancora da approfondire". E' anche per questo che i lavori sono stati bloccati appena è stato possibile.

E' prevista una denuncia da parte del Comune? "Dovremo fare alcune valutazioni, dobbiamo pensarci prima di mettere la cosa in mano ai legali", spiega Locci. A quanto si apprende, però, alcune associazioni ambientaliste si stanno già muovendo in questa direzione ed è più che probabile che nei prossimi giorni venga presentato un esposto sull'abbattimento lungo il Naviglio Civico.

In alto a scorrimento, ecco come si presenta oggi l'area interessata dagli abbattimenti. Foto di Gianpaolo Guarneri - Studio B12

Federico Centenari


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commenti


enzo rangognini

1 febbraio 2022 18:09

Quanto è accaduto dimostra i paradossi di sovrapposizione delle competenze amministrative italiane. Il Dunas non poteva certo ignorare che quel tratto del "Sentiero del Naviglio di Cremona", all'atto della sua istituzione da parte della Provincia, era stato escluso da qualsiasi intervento di manomissione: nessuna copertura con bitume, né correzione delle pur minime variazioni dello sterrato, allo scopo di preservare le migliori condizioni di riproduzione di un tratto superstite di bosco spontaneo padano. E non mi pare che le recenti dissennate riforme dell'ente Provincia abbiano comportato la scomparsa di un suo settore di competenza ambientale. Infine : possibile che la dislocazione a Mantova del Comando dei carabinieri-forestali abbia determinato una tale lontananza dalle problematiche di loro specifica competenza sul territorio provinciale di Cremona?

Popi

1 febbraio 2022 19:51

Purtroppo nessuno si è preso la briga di constatare che il tratto in questione presentava centinaia di olmi ammalati che sono seccati nel giro di pochi mesi. Il bosco Verdelli era già morto da mesi, e certamente non sono state le ruspe a darlo morire.

Federico

1 febbraio 2022 22:16

È scritto nell'articolo. Tuttavia, da qui a dire che era necessario fare tabula rasa con un intervento non autorizzato dal Comune e devastante, come si evince dalle immagini, ne corre...

michele de crecchio

2 febbraio 2022 00:49

Purtroppo il Naviglio Civico ottenne a suo tempo, per ragioni che non mi sono note, l'esclusione dall'elenco delle acque pubbliche, singolare vicenda che, decenni dopo, determinò di tale corso d'acqua (ritengo il più bello tra i canali artificiali dei quali è ricca la nostra provincia) l'esclusione anche dal vincolo ambientale imposto da quello che, a suo tempo, si usava chiamare "decreto Galasso". A suo tempo segnalai questa singolare anomalia agli enti responsabili della tutela ambientale, senza però ricevere risposta alcuna. Ho ragione di credere che, nonostante il tempo trascorso, nessuna iniziativa sia stata assunta per colmare tale incredibile lacuna. E' pur vero che quasi tutti i comuni interessati hanno cercato di porvi rimedio attraverso gli strumenti urbanistici di loro competenza, ma la mancanza di uno specifico vincolo imposto per legge temo abbia avuto (ed avrà) molta responsabilità nel progressivo degrado di un prezioso ambiente che solo lo splendido lavoro di Elda Turati Pagliari, giustamente citato da Enzo Rangognini, ancora ci ricorda!

Enzo

2 febbraio 2022 08:46

Caro Michele, per la precisione quell'opuscolo "Un sentiero per una riscoperta", stampato nell'agosto 1979 sotto la sigla del CoGeD di Cremona per volontà di Franco Dolci allora presidente della Provincia, fu il frutto delle ore di cammino, dalla nostra città alla "presa" sull'Oglio in quel di Calcio (Bg), delle due persone nominate in fine del tuo commento, oltre che dell'apporto fotografico del rimpianto Benni Groppali.

michele de crecchio

3 febbraio 2022 18:51

Troppo modesto, il caro Enzo, a definire semplicemente "opuscolo" quel lavoro che, più il tempo passa, più acquista il valore di un singolare documento storico. Grazie per avere integrato l'incompleta citazione che avevo fatto delle ottime persone alle quali dobbiamo tale importante e dettagliata testimonianza!