Documenti segreti: febbraio '44 Farinacci chiede a Mussolini la rimozione del comandante tedesco a Cremona, Berlino risponde picche
Due galli in un pollaio non sono mai stati, soprattutto secondo la tradizione popolare, una gran soluzione ad eventuali problemi da risolvere. Se poi con due galli nello stesso pollaio i pulcini riescono a scappare lo stesso e la volpe risulta talmente abile da continuare indisturbata le sue scorribande allora vuol dire che i due galli, oltre a non risolvere problemi, ne stanno creando ulteriori. A questo punto il fattore, colpevole di non aver seguito i detti tipici di quella tradizione popolare che raramente sbaglia, deve decidere cosa fare con i due padroni del pollaio ma, come oggi sempre più spesso accade, entrambi i pennuti cercheranno di scaricare le responsabilità su altri.
I documenti e le valutazioni degli analisti alleati lasciano poco spazio ad interpretazioni; dopo l'8 settembre 1943 il peso politico di molti gerarchi italiani stava diventando sempre più relativo nei confronti di Berlino, in pratica i nazisti erano sempre meno convinti, o forse non lo erano mai stati del tutto, nel responsabilizzare gli uomini della Repubblica Sociale Italiana sulle attività belliche o di gestione operativa di quell'Italia divisa in due.
Siamo a Cremona nel primi giorni di febbraio del 1944, Roberto Farinacci è in città senza nessuna veste ufficiale ma, in pratica, agisce come catalizzatore delle idee del governo di Salò presieduto da Mussolini e gode di enorme libertà di movimento tanto da poter gestire le finanze cittadine a suo piacimento o quasi.
La libertà del direttore de Il Regime Fascista però si ferma qui, in città le scelte operative sulla gestione degli uomini e sullo sviluppo della guerra toccano ad altri o meglio, toccano agli uomini scelti da Berlino e a loro anche il peso delle responsabilità. Gli Alleati vivevano con perfida e sagace ironia la lettura dei documenti intercettati per le “questioni da pollaio” che animavano i rapporti tra Salò e Berlino, ai loro occhi era evidente il goffo tentativo di molti gerarchi di farsi spazio all'interno della ferrea scala sociale nazista senza sapere che, al Reichstag, l'interesse per questi tentativi era oggettivamente inesistente. Farinacci cerca di far sentire la sua voce passando attraverso la sua quasi trentennale amicizia, a fasi alterne, con Mussolini.
Nel gennaio 1944 l'ex Ras di Cremona scriverà al Duce una lettera carica di acredine verso un comandante delle truppe tedesche a Cremona colpevole, secondo Farinacci, di aver detto di non potersi fidare degli italiani durante una guerra. L'oggetto del contendere nasceva dal fatto che le migliori truppe italiane reclutate spesso grazie alla propaganda, i paracadutisti, da settimane preferivano la diserzione ai combattimenti lungo la linea Gustav, così il Ras di Cremona, quasi con una inconsapevole ammissione del problema, presenta al Duce la richiesta di rimozione dell'ufficiale dal comando di Cremona, reo di aver pronunciato una frase che rappresentava una verità sempre più diffusa in Italia. Mussolini si irrita mica poco, forse per la notizia o forse perché le proteste arrivano da Farinacci, chiede al Comando Supremo Tedesco di proseguire con la richiesta arrivata da Cremona. Il risultato sarà una schiaffo morale enorme per il ras, dopo l'interrogatorio del comandante di stanza a Cremona risulterà chiaro, almeno a Berlino, che quelle raccontate da Farinacci erano semplici scuse nate dall'invidia che lo stesso provava per quella gerarchia spesso invalicabile anche per i gli alti papaveri italiani. L'ufficiale rimarrà al suo posto grazie, soprattutto, a quelle missive segrete partite da Berlino che imponevano al Comando Tedesco in Italia di non dare seguito a quasi tutto ciò che veniva richiesto dal governo di Salò e dai suoi sostenitori. La storia e i documenti della debacle italiana post armistizio di Cassibile fanno capire che, in tutta sincerità, di Farinacci e di molti altri gerarchi italiani a Berlino fregava ben poco, basti pensare che neanche il potentissimo comandante delle SS Heinrich Himmler riuscì a convincere Hitler a mettere, come capo di governo a Salò, il Ras di Cremona al posto di Benito Mussolini. Negli archivi americani spunta una verità poco ortodossa per quel periodo, ovvero di come due galli in un pollaio riuscivano a creare più problemi della volpe che aspettava dietro la linea Gustav.
Si ringrazia P.M. per le traduzioni dal tedesco
Ecco il video inedito proveniente dagli archivi dell'Istituto Luce immagini di un servizio girato ma mai andato in onda. Farinacci saluta gli ufficiali della GNR in partenza per il fronte. I repubblichini marciano per le strade di Cremona. (guarda il video)
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commenti
michele de crecchio
30 gennaio 2022 22:27
La prima scena mi sembra ripresa all'interno della Caserma Coni Zugna (se ben ne ricordo il nome) di via Sacchii, oggi credo ancora usata solo come residenza di famiglie di militari. Peccato che anche questo prezioso documento filmico sia privo del sonoro e quindi impedisca di accertare quanto si racconta e cioè che Farinacci parlasse con inconfondibile cadenza partenopea, prerogativa che appare incredibile per un personaggio al quale gli agrari cremonesi avevano commissionato la salvaguardia del loro destino economico.