27 agosto 2025

Due amici e una canoa: l'incredibile viaggio dei due amici Piergiorgio e Alex da Viadana al mare Adriatico. Tra fiume, natura e incontri, ecco il racconto dei 215km percorsi a remi sul Po

Due amici e una canoa: da Viadana al mare Adriatico: 215 km a remi tra natura e incontri. Il racconto dell’impresa di due amici di 24 anni: Piergiorgio Campanini e Alex Malavolta

La canoa scivolava sul fiume nella luce calda del tramonto, mentre il silenzio era rotto solo dallo sciabordio ritmico della pagaia nell’acqua verde. Lentamente superavamo spiagge, ponti, attracchi e pioppeti. I pescatori ci chiamavano dalle rive: "Dove andate?" Noi rispondevamo "Al mare, a Goro". La brezza del vento ci rinfrescava, così come gli spruzzi d’acqua. Seduto sulla punta, con la pagaia fra le mani, scrutavo incerto l’orizzonte, pensando a dove ci saremmo accampati quella notte. 

Navigare il fiume Po sino a raggiungere il mare è sempre stata un’impresa che ha suscitato interesse e ammirazione nell’immaginario collettivo della gente che popola le sue rive. Oggi il grande fiume è stato dimenticato: lo si scorge spesso solo da lontano quando si attraversano i suoi ponti, eppure è ancora lì immenso, ricco di storie e di paesaggi unici.

Sono cresciuto frequentando la golena di Viadana e la sua fitta vegetazione che varia nelle forme e nei colori durante il susseguirsi delle stagioni.

L’idea di discendere il Po fino alla foce mi venne durante il periodo della pandemia da Covid-19: tutti quei mesi di quarantena alimentarono la mia voglia di viaggiare. La visione, per un esame universitario, di alcuni film neorealisti ambientati sul fiume e il suo delta: come Gente del Po di Michelangelo Antonioni, Ossessione di Luchino Visconti e anche un episodio di Paisà di Roberto Rossellini, non fece altro che aumentare questo mio desiderio. Inoltre, il libro fotografico di Michael Kenna sul fiume Po, consigliato da un caro amico, mi mostrò nuovi scorci del fiume. Volevo esplorare luoghi che non avevo mai visto, ma di cui sentivo una forte attrazione a livello culturale. Dopo averne parlato per alcuni anni, convinsi il mio amico Alex Malavolta ad acquistare con me una canoa canadese e a seguirmi in questa impresa un po’ folle.

Preparativi e precedenti tentativi

Alle condivisioni dell'intento di intraprendere questo viaggio in canoa, amici e conoscenti mi dicevano “ma tu sei matto!”, oppure più tragicamente “morirai affogato!”, invece altri con più ingenuità “ma con i siluri e i mulinelli come farete?”. La prima cosa è sicuramente vera, mentre la seconda è quasi capitata durante il nostro primo tentativo di discendere il fiume a inizio settembre 2024: purtroppo proprio in coincidenza dei giorni dell’allerta meteo che aveva interessato la Romagna. La sfortuna volle che, arrivati all’altezza di Ferrara, il vento fosse così forte da generare onde contrarie di circa 30-40 cm. Dopo aver iniziato a imbarcare copiosamente acqua decidemmo di interrompere il viaggio e ritentare l’anno successivo, in estate. I siluri del Po per fortuna non sono i coccodrilli del Nilo e i mulinelli con una canoa come la nostra sono anche divertenti da affrontare. In realtà sono molto più pericolosi i cefali che saltano fuori dall’acqua e ti possono prendere letteralmente a pesci in faccia: cosa capitata due o tre volte durante il nostro viaggio. Molti amici invece ci chiedevano spesso "come dormirete?", "e per mangiare e lavarvi?". L’idea era quella di accamparci sugli spiaggioni e appoggiarci ogni tanto ai pochi campeggi presenti sulla riva del fiume, frequentati spesso da turisti stranieri attratti dalla pesca al siluro. Memori della prima esperienza questa volta eravamo estremamente organizzati: abbiamo caricato la nostra canoa canadese, una Old Town Saranac 146, con le tende, due bidoni a tenuta stagna riempiti con attrezzatura e il cibo diviso in razioni singole, una tanica da venti litri d’acqua potabile, fornellino con tutto il necessario per cucinare, e come unico “comfort” un tavolino da campeggio con le sedie e due ombrelloni per proteggerci dal sole. 

Il Viaggio

Siamo partiti la prima settimana di luglio da Boretto (RE) sulla riva opposta a Viadana (MN) per la comodità dell’attracco. Nonostante la navigazione fosse molto tranquilla rispetto al nostro primo tentativo, il viaggio è stato impegnativo perché abbiamo dovuto affrontare il caldo torrido oltre a sole, vento contrario e alla pochissima spinta della corrente causata dallo scarso livello del fiume. Ci siamo accampati sugli spiaggioni e abbiamo fatto qualche tappa in alcuni campeggi. A Stellata di Bondeno abbiamo incontrato Filiberto Raisi, pescatore professionista e protagonista di programmi televisivi sulla pesca, che ci ha raccontato la sua esperienza di discesa del Rio delle Amazzoni, mentre Mauro Bolognesi ci ha narrato le sue discese del Po fatte in solitaria negli anni ’90. La mattina del sesto e ultimo giorno abbiamo incontrato un ragazzo della provincia di Mantova, Darico Brovini, di Bagnolo San Vito che, partito da Suzzara pochi giorni prima, stava discendendo il fiume in solitaria: si era fermato al molo di Ariano nel Polesine dopo aver notato la nostra canoa. Noi stavamo facendo colazione e davanti a un caffè abbiamo deciso di percorrere insieme gli ultimi 40 chilometri che ci separavano dal mare, lottando contro la marea contraria e il caldo, ma motivati dall’essere divenuti un gruppo.

L’arrivo 

Al tramonto, superati gli ultimi canneti, abbiamo finalmente visto il faro di Goro. Sullo sfondo l’acqua verde del fiume diluiva lentamente in un’immensa distesa azzurra: eravamo giunti alla meta. Dopo aver tirato in secca le canoe, abbiamo festeggiato con un ricco banchetto unendo tutti i viveri rimasti. Accampati sulla foce del Po, di fronte all’Isola dell’Amore, abbiamo affrontato una notte davvero difficile a causa di un vento fortissimo che rischiava di sradicare le tende. Solo all’alba ci siamo potuti finalmente riposare con un meritato bagno nel mare Adriatico. Al mattino, camminando sulla riva disseminata di conchiglie, i pescatori ci chiedevano: "Ma da dove venite?" e alla nostra risposta: "Dalla provincia di Mantova", ci guardavano stupiti.

Un’avventura indimenticabile 

Non dimenticheremo mai questa emozionante esperienza che ha messo alla prova la nostra capacità di resistenza e i nostri limiti. Un percorso lento, lontano dai rumori della civiltà frenetica, immersi nell’armonia della natura, che ci ha permesso di assaporare appieno i paesaggi, di conoscere la “gente del Po” e la loro cultura e tradizioni. Quei sei giorni in canoa resteranno per sempre con noi: non solo un viaggio, ma un modo per guardare con occhi nuovi il fiume e noi stessi.

Il caro amico, Mattia Franceschini, fumettista, ha voluto omaggiare la nostra impresa con due sue splendide illustrazioni e una divertente caricatura.

 

 

 

Piergiorgio Campanini


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