C'è un pullmino che sta facendo la spola per mettere in salvo gli ucraini in fuga dalla guerra. E' quello di don Claudio Rossi, 64 anni, parroco di Torre de' Picenardi (oltre che di Pozzo Baronzio, San Lorenzo e Ca' d'Andrea), dove si è insediato nell'ottobre 2016 proveniente da San Felice e San Savino. Gli ultimi profughi, un gruppo di cinque persone, saliti sul pullmino sono arrivati a Torre nella notte tra mercoledì e giovedì. “Erano stanchi, ma adesso stanno bene”, dice don Claudio.
Il Ford Transit grigio ha seguito il sacerdote nel suo trasferimento dalla città alla provincia.. “E' stato immatricolato nel 2007, ha percorso 140mila chilometri, è decisamente in buone condizioni. E' mio personale perché in questo modo posso svolgere servizi evitando di pesare sulla parrocchia. Inoltre, essendo di mia proprietà, è possibile prestarlo senza difficoltà”. Il furgoncino è entrato in azione all'inizio del mese quando Simone Lazzarini, ex militare ora impegnato come privato nel settore della sicurezza, ha messo a disposizione il suo coraggio e la sua professionalità per far uscire dall'inferno dell'invasione russa i rifugiati. Cerano con lui due amici. “Bisognava trovare un mezzo idoneo. Tra le persone che si sono fatte avanti, don Claudio. L'ho chiamato e mi ha detto senza esitazioni: il furgoncino è qui”, ha raccontato l'ex marinaio.
In quel viaggio, quasi tremila chilometri tra andata e ritorno, sino al confine della Polonia con l'Ucraina sono stati trasferiti nella nostra provincia 6 cittadini ucraini (tre donne e 3 bambini). Compiuta la missione, don Claudio ha chiesto che gli venisse restituito subito il pullmino perché ce n'era bisogno per un'altra operazione umanitaria.
“Si trattava di recuperare, sempre tra l'Ucraina e la Polonia, sette profughi”, spiega il sacerdote. Poi le cose sono cambiate e, con esse, i piani. “Le persone sono diventate cinque, comprese due sorelle: la terza, un medico, è rimasta in patria. Tre dei cinque sono stati 'adottati' da un parrocchiano quando erano piccoli. Il contatto è proseguito nel tempo e lui si è offerto di ospitarli. Abitavano a 200 chilometri circa dal confine polacco e, quando la guerra è scoppiata, hanno deciso di lasciare il loro Paese. In Ucraina hanno noleggiato un piccolo torpedone che li ha portati alla frontiera con la Polonia da dove, con un altro mezzo, sono giunti a Cracovia”. E qui il primo dei tanti miracoli di questa lunga catena di solidarietà. “La famiglia del posto che li ha accolti e presso la quale sono rimasti alcuni giorni ha pagato loro il biglietto aereo per l'Italia”.
La destinazione iniziale era lo scalo di Orio, poi è diventato quello della Malpensa. Un camionista accompagnato da un altro volontario si è messo al volante del pullmino del parroco ed è partito alla volta della Malpensa, dove l'aereo proveniente da Cracovia è atterrato alla mezzanotte circa di giovedì. Poco dopo i cinque rifugiati sono arrivati a Torre de' Picenardi, la sospirata meta finale. “Due sono stati ospitati da un parrocchiano, gli altri tre - nonna, madre e bambino di cinque mesi - nella casa dell'ex sagrestano, che è stata attrezzata a puntino per essere abitata. Stanno tutti bene, non c'è nessun problema. Una componente del gruppo, una ragazzina di 13 anni, è ancora un po' scossa. Stiamo facendo le pratiche previste in questi casi, per l'assistenza sanitaria, la messa in regola e il resto. Un medico è stato incaricato di visitarli per verificarne le condizioni”. E il pullmino? Dopo aver svolto di nuovo ed egregiamente il suo compito, adesso è fermo in un angolo. “Lo metto a disposizione più che volentieri, non sono certo l'unico a farlo - don Claudio si schermisce -. No, per il momento non ho avuto altre richieste di utilizzarlo”. Già, per il momento...
commenti
Borghetti Giorgjo
14 marzo 2022 16:14
Complimenti per questa gara di solidarietà, la caratteristica che contraddistingue da sempre l'azione di don Claudio.
Grazie Giorgio Borghetti