17 aprile 2022

Ecco "Stradivari 68" quel film in bianco e nero di Sandro Talamazzini che fece conoscere ai ragazzi la grande liuteria cremonese

C'è un film in bianco e nero di Sandro Talamazzini che ancora oggi  potrebbe essere uno splendido biglietto da visita per Cremona e per la liuteria. Si tratta di "Stradivari 68" un film di 54 anni fa che riproponiamo ai nostri lettori. Il film ebbe all'epoca una accoglienza strordinaria ovunque: gli venne assegnata la Coppa Anec nel settembre 1968 al 21° Festival Internazionale del Cinema a "formato ridotto" di Salerno nonostante la concorrenza di un centinaio di film di oltre 25 paesi. Come racconta Giovanni Biondi nel libro "Il nostro amico Sandro": "ciò che Sandro non potrà mai dimenticare sono i molti riconoscimenti internazionali: l'ammissione al 'South African International Amateur Film Festival' a Johannesburgh, la proiezione di Stradivari 68 al IV Festival International de Cinema Amateur et Indipendent di Nyon , in Svizzera, il diploma in lingua giapponese dal festival di Tokyo". Possiamo dire che grazie a quel film in tante parti del mondo si è arrivati a conoscere la scuola cremonese di liuteria.

Perchè Sandro Talamazzini ha voluto fare questo film? Il 10 maggio 1968, così anticipava l'uscita di Stradivari 68 sul quotidiano "La Provincia:"Anzitutto ho voluto esaltare questa altissima forma di artigianato per cui Cremona è cosociuta in tutto il mondo e per dare alle scuole, non solo cremonesi, un buon motivo per parlare di una tradizione che si rinnova e si perpetua a nostra gloria ed anche, in un certo senso, a nostro vantaggio. Con il film cero di rendere viva e familiare l'arte dei nostri grandi maestri liutai, in primo luogo Stradivari, senza tuttavia dimenticare gli altri, soprattutto i moderni, al fine di umanizzare il più possibile la nascita dello strumento, collocandolo in modo giusto e appropriato nella società amante della musica o che alla musica deve essere accostato".

Come spesso accanto alla regia e alla sceneggiatura di Sandro, anche in questa occasione il montaggio è stato realizzato da Adriana Dossena, sua moglie, con il supporto di immagini di Stefano Bonvini e con la collaborazione della Scuola Internazionale di Liuteria guidata dal preside Cusumano e dagli insegnanti Barosi, Santini, Sgarabotto, Morassi e Mosconi.

Come ricorda sempre Giovanni Biondi nel suo libro, la prima scena del film si apre sulla piazza del Duomo di Cremona  e con le sue meraviglie, prima di fare ingresso nelle sale del Palazzo comunale dove all'epoca erano conservate le meraviglie della liuteria cremonese. Poi si passa alla storia di Stradivari, alla Scuola Internazionale di liuteria. Poi l'accurata scelta del legno: l'acero per il fondo, il manico e le fasce, l'ebano per gli accessori, l'abete del Trentino, della Val di Fiemme o dei monti Cadorini per la tavola armonica. Quindi Talamazzini si sofferma sulle molteplici fasi del lavoro del liutaio fino al giudizio finale nel laboratorio di acustica dove una sorta di elettrocardiogramma certifica la vicinanza ai grandi strumenti della scuola cremonese. ECCO IL FILM DI TALAMAZZINI

Nelle foto i momenti della registrazione del film: la ricerca del legno, la sala degli strumenti e la scuola internazionale di liuteria


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commenti


Nicolini Gualtiero ok

19 aprile 2022 13:31

Grande Sandro !

Jeppetto

21 aprile 2022 17:49

🙂👍