Fondo di garanzia per affitti calmierati in un percorso educativo, iniziativa di Caritas e Acli Crema. “Casa c’è – la speranza ha preso casa”, il progetto come segno della Diocesi per l’Anno Giubilare
Focolare, nido, tetto e famiglia: “casa” per ognuno di noi può assumere diversi significati, in base alle storie di vita e alle condizioni personali. Ma cosa significa “casa” quando una casa non c’è, è precaria o si fatica a trovarne una definitiva?
Preoccupazione, smarrimento, solitudine, sradicamento… Sono queste le sensazioni e i vissuti di nuclei familiari sempre più numerosi che sul nostro territorio faticano a trovare casa o ad avere una soluzione abitativa stabile. Un trend in crescita, registrato anche dai centri di ascolto della Caritas diocesana, per cui il disagio abitativo è cresciuto dall’8% al 14% in due anni.
Per dare una risposta a questo bisogno è nato il progetto “Casa c’è - la speranza ha preso casa”, frutto della collaborazione tra Caritas Crema e Acli Crema, come segno della Diocesi di Crema per l’Anno Giubilare.
L’iniziativa mira a sensibilizzare sul crescente problema abitativo e ad avviare un sistema virtuoso, per aiutare chi, accompagnato dalla rete dei centri di ascolto, può permettersi un affitto moderato ma non ha garanzie sufficienti per il mercato privato. Grazie a un fondo di garanzia diocesano e al lavoro della Commissione progettuale – a nomina vescovile – Caritas e Acli fungono da intermediario tra proprietari e inquilini, offrendo anche supporto educativo.
Un lavoro in sinergia, avviato negli scorsi mesi, che ha permesso di raccogliere la disponibilità di alcune case, messe a disposizione soprattutto da parrocchie e diocesi, e individuare le prime famiglie beneficiarie, candidate dai centri di ascolto o dalle strutture comunitarie e di accoglienza afferenti alla diocesi e valutate idonee alla progettualità dalla Commissione progettuale.
A settembre 2025 sono due i nuclei familiari che hanno fatto ingresso nelle prime due case messe a disposizione dal progetto: un piccolo numero ma che significa molto per le persone che adesso possono finalmente dire “Sì, casa c’è”. Fondamentale in questo passaggio è stato l’accompagnamento educativo da parte degli operatori di Caritas e Acli, che stanno supportando l’inserimento nei contesti abitativi e la buona conduzione dell’alloggio.
E mentre si programmano i prossimi nuovi ingressi, le candidature per nuove abitazioni sono in aumento. Proprio per questo motivo, l’augurio è che sia possibile reperire nuove abitazioni, anche e soprattutto con la collaborazione di privati, al fine di poter rispondere al bisogno di casa, tutelare le esigenze di proprietari e inquilini e poter insieme dire “Casa c’è”.
Il progetto è infatti da intendersi come opportunità: per le comunità, di avere appartamenti ben gestiti con inquilini accompagnati da educatori possono diventare un’opportunità per abbattere barriere e diffidenza verso l’altro; per i proprietari, aderire a questa progettualità significa rimettere in circolo i propri beni – affittando alla Caritas diocesana nel ruolo di ente mediatore, insieme ad Acli – con la certezza di percepire un affitto moderato e concordato, con la garanzia della buona gestione della casa, grazie alla presenza dell’équipe educativa ingaggiata sul progetto; per gli inquilini, i quali sottoscrivono un contratto di servizio che comprende anche una serie di servizi educativi col fine di facilitare il loro abitare (es. educazione finanziaria, mediazione abitativa, accompagnamento all’uso della casa, ecc.).
Chi fosse intenzionato a mettere a disposizione un alloggio, oppure ricevere informazioni, può contattare direttamente i referenti del progetto alla mail abitare@caritascrema.it.
Si tratta solo di un segno, che certamente non potrà risolvere tutti i bisogni del territorio, ma è un primo passo affinché ciascuno possa contribuire per fare la differenza e, insieme, dare una casa alla speranza!
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