God Save Matter, al Museo Diocesano inaugurata la personale dell’architetto Giorgio Palù
Dal Museo diocesano di Cremona, il pomeriggio di giovedì 9 maggio, si è innalzata “una preghiera, un grido: God Save Matter”. Un’invocazione arrivata dall’architetto Giorgio Palù che ha inaugurato la sua prima personale di opere e installazioni site-specific. «In quel luogo intriso di spiritualità qual è il museo – ha dichiarato Palù – ho punteggiato il percorso con miei lavori in dialogo con quanto è esposto». Un dialogo che “è un fil rouge” lungo il quale corre la storia della spiritualità incarnata in una materia alla quale l’artista-architetto dà forma, in 18 opere più 2 installazioni, giocando con i materiali che vanno dal marmo botticino al legno, dall’acciaio inox al ferro lavorato al plasma, materiali soprattutto di natura industriale, in chiave astratta.
L’inaugurazione della mostra, God Save Matter, che sarà aperta al pubblico fino al 2 giugno, è stata essa stessa un inno alle opere del cremonese Palù che ha progettato a suo tempo i locali del Museo diocesano aperto nel 2021. Sulla passerella e sulla scala che apre, come una spirale, la visita al museo si è snodata la presentazione affollatissima. «Su una scala che ricorda l’Ascensione, che si muove tra cielo e terra – ha spiegato il vescovo Antonio Napolioni – compiamo una sosta luminosa». In quella che «è una casa della cultura e dell’arte», come ha aggiunto don Gianluca Gaiardi, responsabile dei Beni culturali per la diocesi e direttore del Museo, si è deciso di continuare il dialogo (già aperto con altre mostre) con l’arte contemporanea che trae ispirazione dal contesto cremonese, dalla città fatta di case che custodiscono il sacro. Per questo, durante l’inaugurazione, il vescovo Napolioni ha consegnato all’architetto, come aveva fatto al sindaco Gianluca Galimberti lo scorso 2 maggio a Sant’Abbondio, la lettera pastorale “Al cuore della nostra città”. Il testo, nato in occasione dei 400 anni dalla edificazione della Santa Casa in Sant’Abbondio, parla di una architettura sacra e di luce, uno degli elementi chiave delle opere di Palù. «In questi locali le mie opere si sono accese di luce – ha dichiarato l’architetto classe 1964 – in un museo che è intriso di spiritualità». La materia «così duttile è riuscita a sprigionare energia e luce», ha aggiunto la curatrice della mostra Ilaria Bignotti che aveva conosciuto Palù nel 2020 non per le sue opere architettoniche quanto per quelle artistiche.
«Tra le opere che più mi rappresentano – ha spiegato – c’è un installazione multimediale, sonora e luminosa pensata insieme a Michelangelo (all’anagrafe Michele Zocca)» e nata originariamente per la chiesa di San Carlo nel 2019. Al centro, come in un cameo, Cristo crocifisso inondato di luce rossa e poi azzurra, in un rincorrersi di colori accompagnati di una musica che si fa grido di dolore. L’installazione è collocata negli spazi espositivi destinati alle mostre temporanee ed è attorniato da pannelli di grandi dimensioni dove resine e coloro rosso la fanno da padroni in lavori astratti, «perché l’astratto oggi stimola di più la mente dell’interlocutore».
Lungo le stanze del museo Red Monolith affianca l’Annunciazione di Boccaccio Boccaccino, come la stele in botticino trafitta dal ferro richiama l’antica statua di San Sebastiano. Più di una le Crocifissioni. La trasparenza di Cristo inchiodato al legno si tinge di rosso nel Transparent J, che si interfaccia con le opere esposte nella settima sala, quali il Cristo nell’orto degli ulivi di Battistello Caracciolo, il Crocifisso di Scandolara Ravara, la scultura lignea più antica della Diocesi di Cremona.
Ben ambientata la grande croce di metallo, lavorata in oro disposta nella sala dedicata alle croci come anche With My Arms, che iconograficamente è un esplicito omaggio ai crocifissi tardo medievali della collezione Arvedi- Buschini. Si tratta nelle intenzioni dell’autore di «un viaggio spirituale che trascende e penetra nel profondo di ciascuno» attraverso un «corpo a corpo» con una materia che mostra tutta la sua luminosità e nel percorso anche la «traspirabilità» facendosi stimolo di riflessione.
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