20 novembre 2022

Guardate com'era Cremona nelle foto di fine '800 dell'architetto tedesco Otto Steihl alla ricerca del "gotico in mattoni"

La fotografia lo riprende seduto con la divisa dell'esercito tedesco poco prima dell'inizio della Prima guerra Mondiale, una foto formale che ritrae un classico ufficiale di scuola prussiana insieme a suoi commilitoni. La sua firma, stilizzata con O e S, veniva incisa in una mattonella di cotto delle sue costruzioni, come un timbro che puntava a garantire la validità di un progetto. Otto Steihl è stato un architetto tedesco che, a differenza di molti altri, già allora puntava sulla conservazione e il restauro del patrimonio artistico invece che sull'abbattimento di edifici storici per poi ricostruirli.

Otto era nato in Germania vicino a Charlottenburg nel 1860 ma, a differenza di molti suoi colleghi, si era innamorato fin da bambino di quel concetto architettonico che a Cremona, come in qualche altra parte del nord Italia, viene chiamato “gotico in mattoni”. Lo vediamo tutti i giorni nel centro della città, una eccellenza unica come stile e genere accompagnata da altri edifici del circondario cittadino, una eccellenza che richiama la bellezza di un colore caldo e delicato oltre ad abbellimenti che raramente hanno eguali. Quel cotto era lo stesso anche nel 1880 o giù di lì, quando Otto, forse appena finiti gli studi, arriva in città con macchina fotografica e quaderno per appunti.

Si presenterà a Cremona animato da quel pensiero che sarà conferma ma anche scoperta del suo sogno professionale, nella città del Torrazzo troverà modo di fotografare, ai tempi le fotografie non costavano poco ed erano merce rara, o disegnare particolari di quella bellezza quasi sconosciuta anche a molti cremonesi. Il lavoro di Otto è un patrimonio storico unico, le foto non sono tutte fredde e informali, ma ritraggono anche persone, carretti e momenti con quei colori, nonostante il bianco e nero delle immagini, che hanno pochi rivali al mondo. San'Agostino, Duomo, San Luca, San Michele, San Lorenzo, tutti nomi di luoghi talmente comuni per i cremonesi ma quasi inimitabili per un giovane architetto tedesco, lui trovava piacere nel poter osservare opere d'arte che raccontavano secoli luminosi ma anche momenti cupi.

Le immagini catturano anche piccole rarità come gli interni di San Sigismondo (chiamata erroneamente San Benedetto) o la scalinata dell'attuale Museo Civico e pinacoteca di Palazzo Ala Ponzone, altra perla di rara bellezza citata nei suoi lavori. La storia e le immagini possono far capire la cultura e la vita di persone e luoghi e Otto, scoprendo una città che si apriva ai suoi occhi bramosi di storia, crea un suo percorso storico che va dalla facciata del Duomo alla disegno della pianta di San Michele, dagli schizzi per i capitelli e la descrizione del Battistero alla scritta “Argine Dugali” della Loggia dei Militi. Un racconto personale e analitico per Cremona, racconto che si sviluppa nelle immagini e nei disegni dell'architetto con la divisa dell'esercito tedesco, un racconto figlio di una storia che Otto deciderà di utilizzare per la sua carriera professionale che si concluderà con la sua morte nel 1940.

In Germania Steihl lavorerà quasi esclusivamente tramite il concetto di “gotico in mattoni”, dal centro di Berlino al nord del paese i suoi progetti richiameranno spesso quei colori e quei progetti che aveva potuto ammirare anche a Cremona, perché osservando ciò che ci circonda il sentimento che dovrebbe farsi sentire è proprio l'ammirazione. Otto Steihl, in Germania, è considerato tutt'ora uno dei più importanti architetti tedeschi in materia di conservazione e di progettazione tramite i mattoni di cotto, onore al merito a chi, come lui, ha trovato a Cremona buona parte della sua ispirazione professionale e storica. 

Marco Bragazzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti