I Carabinieri di Parma hanno arrestato due uomini, presunti autori dei furti nei cimiteri di Casalmaggiore, Casalbellotto e Cappella. Uno di loro era già noto alle Forze dell'Ordine cremonesi
Potrebbero essere gli autori dei furti avvenuti in novembre nei cimiteri di Casalmaggiore, Casalbellotto e Cappella due individui arrestati nell’ultimo fine settimana dai carabinieri del comando provinciale di Parma. I due, un 20enne ed un 46enne originari dell’Europa dell’Est, uno dei quali già gravato da precedenti penali (noto per altro alle forze dell’ordine cremonesi), stavano per mettere a segno un furto in danno di una azienda di Sorbolo Mezzani, ma grazie al tempestivo intervento di una pattuglia della Sezione Radiomobile il reato è stato sventato. La pattuglia dell’Arma è tempestivamente intervenuta a seguito di una segnalazione di furto in atto comunicata dal personale di vigilanza alla centrale operativa del 112. Mentre si avvicinavano alla ditta segnalata, i militari hanno notato un veicolo con targa estera con le luci accese e il portabagagli aperto. Vedendo la pattuglia che era ormai in procinto di raggiungerli, due individui incappucciati sono saliti rapidamente a bordo partendo a forte velocità. I Carabinieri hanno dato inizio ad un inseguimento rocambolesco durante il quale il conducente del veicolo inseguito ha eseguito manovre pericolose, tagliando più volte la strada ai militari. Durante la fuga, gli operanti hanno notato che diversi cavi elettrici fuoriuscivano dal portabagagli aperto del veicolo inseguito. A causa delle condizioni meteorologiche avverse e del manto stradale bagnato, durante l’ennesima manovra pericolosa, l'automezzo in fuga ha perso aderenza ed è andato in testacoda, impattando rovinosamente a ridosso del muretto posto a perimetro di una abitazione privata. I due sospetti sono usciti dal veicolo pesantemente danneggiato e si sono dati alla fuga correndo in direzioni opposte. In pochi istanti sono stati raggiunti ma hanno nuovamente tentato di sottrarsi al controllo cercando di colpire i militari con calci e pugni, ma sono stati immobilizzati e messi in sicurezza.
La refurtiva recuperata da bordo del veicolo, unitamente a quella che era caduta dal mezzo durante la fuga, è risultata essere composta da diverse matasse di cavi elettrici in rame del peso di 300 kg e del valore di circa 8mila euro. Riconosciuta come merce di proprietà dell’azienda, è stata restituita al legittimo proprietario che ha sporto denuncia subito dopo i fatti. All'interno del veicolo ormai distrutto dall’impatto, i Carabinieri hanno anche rinvenuto svariate paia di guanti ed attrezzatura idonea allo scasso (cacciaviti, pinze e tenaglie)che è stata sequestrata come prova ulteriore delle loro azioni delittuose. A conclusione delle indagini, raccolti tutti gli elementi probatori a loro carico, i due uomini fermati identificati in un 20enne e un 46enne dell'est Europa, entrambi senza fissa dimora in Italia (uno dei quali già gravato da precedenti penali) sono stati arrestati come presunti responsabili di rapina e tradotti nel carcere di Parma. Il Gip ha successivamente convalidato l'arresto disponendo nei loro confronti la custodia cautelare in carcere. È obbligo rilevare che gli odierni arrestati sono allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza. Sono però in corso indagine volte a verificare se sono gli autori o se sono comunque coinvolti nei furti di pluviali avvenuti a novembre nei cimiteri di Casalmaggiore, Casalbellotto e Cappella ed eventualmente se hanno anche a che fare col furto di rame avvenuto a metà gennaio al cantiere della scuola media di Castelverde.
Eremita del Po
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commenti
Manuel
12 febbraio 2025 16:49
Forse, in questo caso, c’è qualcosina in più della presunzione di innocenza, ma giusto per non irritare Forza Italia, sforziamoci di chiamarla presunzione.