9 luglio 2025

Il lungo Po è diventato una via della fede, dopo il marciatore da Lourdes a Medjugorie un altro pellegrino francese in cammino per arrivare a Padova

A sorpresa, il lungo Po Europa si sta rivelando una specie di via della fede, per i pellegrini di passaggio nella nostra città. Se per i Cremonesi esso rappresenta una bella passeggiata, un posto in cui andare a fare sport, il bagno alle canottieri o ancora il punto ideale da cui scattare una foto suggestiva al tramonto, per chi arriva in Italia oltrepassando le Alpi, la strada che costeggia il Grande fiume assume un valore più profondo ed evocativo, quello di un importante snodo, verso i vari luoghi di culto della penisola. A confermare tale ipotesi è un nuovo incontro, che avviene a pochi giorni dal primo - risalente al fine settimana scorso - con Jacques Le Poulain (leggi qui), il sessantaquattrenne di Brest, in marcia per raggiungere Medjugorje. Oggi, mentre siamo in zona in bicicletta, per goderci il fresco ed il panorama, ci troviamo faccia a faccia con un altro francese, uno studente di Diritto, in procinto di effettuare un master in Management sociale. È animato dalla medesima spiritualità dell’uomo conosciuto domenica, ma è diretto a Padova, per onorare, intorno al 21 Luglio, Sant’Antonio, il suo santo protettore. Si chiama infatti Marc-Antoine Henry, ha ventidue anni ed è partito a metà Maggio da Loigny-la-Bataille - un comune situato ad un paio d’ore di macchina da Parigi -, dove fu combattuta una storica battaglia nel 1870, nel corso della Guerra franco-prussiana. E, non a caso, proprio lì, è sepolto il generale Louis-Gaston de Sonis, un servitore della patria esemplare, un autentico modello di coraggio e di virtù. Sulla sua tomba, si leggono due parole, che si sono scolpite indelebilmente nella mente di Marc-Antoine, sin dall’infanzia: “Miles Christi”, soldato di Cristo. Nel paesino, abitano i genitori (Véronique e Jacques) ed i numerosi fratelli e sorelle del ventiduenne (Anne, Eng, Hub, Marie). Marc-Antoine ci confida che, con il tempo, la mamma ha accettato il suo insolito stile di vita, senza però mai riuscire a mettere completamente da parte una preoccupazione più che giustificata: “È in ansia per me”, spiega Marc-Antoine, con lo sguardo disarmante di un bambino. Il giovane ha imboccato la Francigena a Torino e l’ha abbandonata intorno a Chignolo Po, da cui il cammino prosegue per Roma. Non ha niente con sé: chiede la carità, si orienta con una cartina geografica e dispone di un telefono sprovvisto di internet. Per dormire, suona i citofoni a casaccio, augurandosi di trovare ospitalità.

Ma non hai paura?

E di che? No, sono stato scout”. Poi indica il grosso crocifisso che gli ricade sul petto ed aggiunge: “Ho questo che mi protegge, Mi affido alla divina Provvidenza, che è sempre al mio fianco. Il viaggio che sto compiendo è un modo per ringraziarla dell’esistenza felice, attraverso la quale mi ha guidato sinora”.

Ecco, con Marc-Antoine Henry e con Jacques Le Poulain, si ha davvero l’impressione che, come recita il ritornello di un recente successo sanremese, vivere una vita semplice possa essere un gioco da ragazzi.  

 

Barbara Bozzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti