19 giugno 2024

Il Po largo di giugno. Le forti piogge restituiscono l’aspetto del grande fiume. Un anno fa la grande secca

Parlare di cambiamenti climatici, fino al secolo scorso, sembrava un qualcosa da caccia alle streghe, piuttosto che un tentativo di sensazionalismo; oggi i cambiamenti climatici sono un qualcosa di tangibile e, verrebbe da dire, di innegabile. Parola di scienziati. 

L’estate 2024 è sicuramente iniziata, o forse sta iniziando, in modo completamente anomalo rispetto allo scorso anno. Vediamo un’Italia spaccata in due, dove al nord risulta difficoltoso coltivare i campi a causa delle abbondanti piogge ed il sud è a rischio siccità. Forse, potremmo dire “non ci sono più le stagioni di una volta” ma sarebbe riduttivo, il fiume più lungo d’Italia, il “Grande Fiume Po”, inizia a risentire di quelle situazioni, come la siccità del 2023, collegata all’innalzamento della temperatura globale.

Per farvi vedere con i vostri occhi la situazione del Po, abbiamo incontrato Vitaliano Daolio. Vitaliano è un uomo di fiume, da sempre, nato sul grande fiume e, oggi, continua a viverci. Originario di Novellara (RE), gestore per molti anni dell’acquario didattico del comune di Motta Baluffi, in provincia di Cremona, oggi è in pensione ma prosegue instancabilmente ad esplorare il Po; ne assapora il silenzio, il rumore del vento, il passaggio delle stagioni ed in modo attento e capace ne osserva i cambiamenti rendendolo così un importante testimone. 

Partenza dall’attracco di Isola Pescaroli in territorio di San Daniele Po, la sua seconda casa, dove ci ha ospitato sulla sua barca. Saliamo a bordo e la sensazione di potenza che sa trasmettere l’acqua immediatamente ci coglie. Da tempo non vedevamo il Po con quella che dovrebbe essere la sua naturale quantità d’acqua. Impetuoso ma calmo, affascinante e travolgente, selvaggio ma elegante nel suo fluire così ci appare il grande fiume osservandolo da vicino. 

Motori accesi e Daolio ci racconta la sua esperienza di vita, le difficoltà incontrate in questi anni: “Per me il Po è casa, sono sessant’anni che lo vivo e, come appare oggi, dovrebbe essere la normalità, purtroppo, dobbiamo fare i conti con la cattiva gestione delle acque che ne causa la rapida dispersione; tra qualche giorno, viste le temperature, probabilmente, si inizierà ad irrigare, l’acqua poi defluirà verso il mare, noi ci troveremo presto nuovamente in difficoltà se non verranno presi dei provvedimenti, impossibile poi non notare ciò che galleggia nel fiume, le plastiche ed i vari detriti, soprattutto quando il fiume si trova in una condizione di piena”.

La nostra navigazione prosegue e tra racconti di vita di fiume e di realtà che non vorremmo vedere facciamo tappe che vi mostreremo nel video che seguirà. 

Impossibile non soffermarsi sull’importanza di cui sono investite le acque che stiamo attraversando. Il fiume Po è la nostra storia, la storia dell’Italia. “Il “Grande Fiume” ha un importante ruolo, non solo nel presente, ma lo ha avuto anche in passato, da sempre, parla della tradizione italiana. La Pianura Padana è stata sede di antiche civiltà, come i Romani per esempio, che hanno lasciato una fondamentale eredità culturale ed architettonica, i loro ponti sono straordinarie strutture che, ancora oggi, si presentano sicuri e solidi, sicuramente la sorte è differente per i ponti di recente costruzione, il ponte Verdi, quello che collega la sponda cremonese a quella parmense di tra San Daniele Po e Rocca Bianca e che vedremo da vicino, è il racconto e la dimostrazione di una storia infinita, che non sia in uno stato esemplare è noto ed evidente, ma osservarlo da vicino e dal Fiume rende cristallino quanto sarebbero urgenti opere di liberazione dai detriti e gli enormi tronchi depositati sui piloni che reggono la struttura sicuramente non lasciano tranquilli, ed altro verrebbe da dire – sottolinea Daolio – il Fiume Po è stato anche teatro di importanti eventi storici, come le guerre di indipendenza italiane e la seconda guerra mondiale, fatti che hanno influenzato la storia e la cultura dell’intero Paese, il tutto è stato reso possibile anche da un aspetto del Po differente rispetto all’attuale, anche se, grazie alla quantità di acqua disponibile oggi è possibile osservare un punto di maggiore calma delle correnti; proprio da lì e con l’aiuto di un po' di fantasia è possibile immaginare come mezzi antichi, magari a remi potevano risalire il fiume.”

Se il Ponte Verdi, inaugurato negli anni 80’, ha ridotto drasticamente i tempi di percorrenza per chi dalla bassa cremonese desidera raggiungere il parmense, oggi, però, costringe a fare i conti con la mancanza di manutenzione sistematica probabilmente da attribuire ad una burocrazia lenta e poco efficace.

Non solo. Si parla di rendere il Po navigabile per grandi navi cariche di merci, sono già andati in appalto i primi lavori e sul www.ilgiornaledelpo.it a firma di Maria Fernanda Piva, l’argomento viene ampliamente trattato. Si dice che le opere avranno un impatto visivo modesto ma il l’enorme quantitativo di denaro messo in campo per operare questa trasformazione ci consegnerà un fiume Po diverso da quello che conosciamo, trasformando l’elegante grande fiume nella nuova autostrada d’Italia. Numerosi interrogativi sono quantomeno d’obbligo.

Gary Snyder, poeta statunitense, scrisse in una delle sue raccolte: “La natura non è un posto da visitare. E’ casa nostra”; speriamo di accorgercene prima che sia troppo tardi.

I particolari della nostra attraversata sul Po e l’intervista a Vitaliano Daolio nel video realizzato da Gianpaolo Guarneri StudioB12.

 

 

Beatrice Ponzoni


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commenti


ENRICO FORZONI

19 giugno 2024 10:00

Ottimo servizio a favore di questo grande e magnifico fiume. L'acqua dolce è considerato l'oro blu. Qualsiasi intervento su questa immensa risorsa idrica non dovrebbe essere lasciato solo nelle mani della politica e dell'economia.

Cappelletti Pierlugi

20 giugno 2024 20:00

Gran bel servizio, complimenti. Continuiamo a diffondere l amore per il Padre della nostra Pianura