Inquinamento e disastro ambientale: ecco l'esposto sulla Tamoil. "Da anni sollecitiamo Comune e Arpa per analisi, hanno sempre detto no"
La Procura della Repubblica di Cremona “voglia valutare la sussistenza di eventuali ipotesi di reato, in particolare in riferimento ai reati previsti e puniti dagli articoli 452 bis cod. Pen. (Inquinamento ambientale), 452 quater cod. pen. (Disastro ambientale), 256 D.L.vo 152/2006 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata)”. Ecco le richieste contenute nell’esposto depositato questa mattina in tribunale da Gino Ruggeri, il concittadino “Medaglia d’oro città di Cremona” in relazione alle ultime notizie sull’inquinamento della Tamoil.
La vicenda torna dunque in tribunale, dopo la conclusione del procedimento che nel 2018 ha visto la condanna dell’ingegner Enrico Gilberti, dirigente dello stabilimento cremonese per il “disastro innominato di tipo ambientale colposo”.
“Eh già, siamo ancora qua”, ha esordito il leader dei radicali di Cremona, Sergio Ravelli, nella conferenza stampa per presentare l’iniziativa citando Vasco Rossi. Sì, perché la vicenda Tamoil, scoppiata nel 2007, vede ora aprirsi un nuovo capitolo a seguito degli accertamenti effettuati dalla Canottieri Bissolati che mostrano come la barriera idraulica non abbia lavorato come doveva. Al punto che il livello di idrocarburi in alcune zone della Bissolati arriva a 70 centimetri sopra la falda (qui l'articolo con i risultati dell'analisi commissionata dalla Canottieri Bissolati).
“Ho presentato l’esposto alla Procura - ha spiegato Ruggeri - a seguito delle notizie stampa di questi giorni. L’inquinamento non è terminato e siamo ancora qui dopo 4 sentenze di condanna. Dal 2007 si doveva intervenire sulla bonifica ed è stata realizzata la barriera idraulica per fermare l’inquinamento. Ma la barriera non ha funzionato per niente, come dimostrano gli accertamenti tecnici disposti dalla Bissolati”.
Di qui la decisione di presentare l’esposto, perché quanto emerso, ad avviso di Ruggeri e degli esponenti radicali “configura l’ipotesi di notizia di reato”.
“Per noi non è una sorpresa - ha aggiunto Ravelli -. Sapevamo che l’inquinamento era ancora in corso e che la barriera non poteva reggere. Lo dicevano i periti e noi abbiamo sollecitato il Comune e l’Arpa ripetutamente in questi anni per effettuare una caratterizzazione del sito e procedere con la bonifica. Lo abbiamo sempre chiesto e ci è stato sempre risposto ‘no’. Dicevano che la Tamoil e l’Arpa non davano riscontri fuori dal normale e che per loro non esisteva inquinamento. Anche per questo adesso ci stupiamo dello stupore delle forze politiche (riferito alle dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra; ndr)”.
Un’ultima battuta, da Ravelli, per prendere posizione sulla proposta del consigliere del Movimento 5 Stelle, Marco Degli Angeli, che punta a portare la questione sul piano nazionale facendo dichiarare il sito di interesse nazionale.
“Il consigliere - ha detto Ravelli - dimentica un principio fondamentale, ossia che chi inquina paga. Non possiamo far pagare la bonifica allo Stato, ossia ai cittadini. La bonifica la deve pagare la Tamoil”.
Nella prima foto, Ruggeri mostra l'esposto e il riscontro delle analisi. Poi Gino Ruggeri, Sergio Ravelli e Fabio Favalli davanti al Tribunale
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