20 gennaio 2022

Inquinamento Tamoil, scintille tra i legali della Bissolati e l'Arpa in commissione Vigilanza, ma i dati presentati dalla Canottieri sono gravi

Scintille in Commissione Vigilanza sul caso Tamoil tra i legali della Canottieri Bissolati, avvocati Gennari e Tampelli, e il direttore del dipartimento ARPA Cremona/Mantova, Gianpaolo Oneda. Se per la Bissolati la situazione è ancora molto grave e si va verso un nuovo capitolo giudiziario per il risarcimento del danno causato dalla Tamoil, per l'ARPA non ci sono evidenze così stringenti del fatto che la barriera idraulica realizzata per contenere l'inquinamento non sia adeguata o, come sostiene la Bissolati, non funzioni affatto a dovere.

Il punto è che la Bissolati ha in mano nuove carte - su un totale di 45 mila documenti prodotti sull'intera vicenda - che né l'Arpa né il Comune hanno ancora visionato. La ragione è riconducibile al solito "convitato di pietra", ossia la Tamoil, assente anche oggi alla seduta di commissione. Come ha spiegato l'avvocato Gennari, "non possiamo rilasciare gli ultimi dati delle analisi del consulente tecnico senza l'assenso della Tamoil". Sta qui il nocciolo del problema, perché è sulla base di quella relazione, trasmessa ai legali della Bissolati il 3 gennaio e disposta dal Tribunale, che si è appurato che la barriera non tiene e l'inquinamento è ancora alto nelle aree della Bissolati.

E che la situazione sia grave lo ha spiegato il presidente della Bissolati, Maurilio Segalini, a inizio seduta. "Nel 2017 - ha detto ripercorrendo l'intera vicenda - siamo stati costretti a chiudere tutti i pozzi e ad alimentare la società con acqua dell'acquedotto, con decine di migliaia di euro di costi in più all'anno". Ma il problema principale è che sulla base della consulenza tecnica disposta dal tribunale e i cui risultati sono in mano ai legali della Canottieri, si evince che "tutti i dati rilevati dalla società a sue spese negli ultimi due anni vengono confermati, con presenza di surnatante dai 30 ai 60 centimetri sopra la falda".

"Sono due anni che ripetiamo che i protocolli vanno cambiati", ha aggiunto Segalini. E se nel 2013, ha fatto eco l'avvocato Gennari, "è stato stabilito che la barriera idraulica non ferma il surnatante e che continua a passare materiale altamente cancerogeno come benzene, idrocarburi, etilene da 100 a mille volte superiore ai livelli precauzionali stabiliti dalla legge", l'accertamento tecnico preventivo in mano ora alla Bissolati "ha confermato quello che già nel 2013 si sapeva".

La Canottieri, ha aggiunto l'avvocato Tampelli, "ha avuto una gran fortuna fino ad adesso, ma ha rischiato grosso e quanto fatto fin qui non è sufficiente".

E' da qui che le versioni divergono, con l'Arpa che attraverso il direttore Oneda ha chiarito che "noi non abbiamo questa perizia tecnica, ma se c'è è nostro dovere prenderla in considerazione". L'Arpa, in sostanza, è ferma a dati precedenti: "Sulla base dei dati che ha l'Arpa la barriera funziona", ha ribadito Oneda, aggiungendo che quelle in discussione oggi sono "perizie tecniche di cui io non ho mai letto gli esiti".

Insomma, la relazione del 3 gennaio non è ancora nelle mani dell'Arpa e nemmeno in quelle del Comune proprio perché, come ha ribadito l'avvocato Gennari, per trasmetterla è necessario il consenso della Tamoil. Azienda la cui assenza sui tavoli di confronto pesa ormai come un macigno sull'intero strascico della vicenda.

La stessa amministrazione comunale, a inizio seduta ha inviato una nota stampa per chiarire la sua posizione. "Il Comune - si legge - è ente competente del procedimento amministrativo relativo ai procedimenti di messa in sicurezza e bonifica ai sensi del Testo unico ambientale e su delega della Regione Lombardia. Di conseguenza, il Comune è tenuto ad agire nell’ambito di procedure e provvedimenti definiti dalla normativa di settore. Alla luce di queste premesse, il Comune non è stato coinvolto nel procedimento civile promosso dalla Società Canottieri Bissolati: le informazioni e le novità inerenti questo procedimento sono state apprese da quanto apparso sulla stampa locale. Per poter disporre della documentazione commentata dai media, l’11 gennaio scorso si è proceduto a chiedere formalmente al Tribunale di mettere a disposizione di questo Ente il documento contenente gli esiti dell'Accertamento Tecnico Preventivo attivato nell'ambito del procedimento civile avviato dalla Società Canottieri Bissolati nei confronti della Società Tamoil. Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta".

Prosegue il Comune: "D’altra parte, pur consapevoli che le risultanze che emergono dall'accertamento tecnico esulano dalle competenze del Comune e degli enti tecnici che supportano le attività di monitoraggio, in quanto gli accertamenti sono stati eseguiti nell'ambito del procedimento civile in cui gli stessi non sono interessati, viene considerata con grande interesse ogni eventuale informazione che potrebbe contribuire a migliorare, integrare o modificare le attività di monitoraggio in corso finalizzate a confermare l'efficacia degli interventi adottati. Pertanto, in collaborazione, come sempre, con Provincia, ARPA e ATS Val Padana, si ribadisce la disponibilità a valutare i contenuti dell'accertamento tecnico qualora il Tribunale, nella sua istruttoria, lo ritenesse opportuno".

"Se, nel corso di questa eventuale analisi o nell’ambito delle procedure di controllo, che sono sempre in atto - conclude l'amministrazione -, emergessero sostanziali elementi di novità rispetto a quanto già considerato, si procederà alla convocazione della prevista Conferenza dei Servizi per la modifica e l’integrazione dei procedimenti e delle attività di messa in sicurezza e di riqualificazione attualmente in atto".

Federico Centenari


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commenti


Roberto Regonelli

20 gennaio 2022 19:52

Questa realtà è sconvolgente! Non altro da dire.