L’arcivescovo Delpini all’università Cattolica: "Scientia Crucis, abbracciare il mistero della Croce entro il sapere contemporaneo"
«Nei territori del sapere contemporaneo abita una scienza triste e arrogante, essa ti dimostra che tu sei un organismo complesso, con straordinarie risorse e inevitabili degenerazioni. Alcune parti si possono aggiustare, altre cambiare. In ogni caso sei destinato a disfarti e a finire nel nulla. Non preoccuparti: tutto sarà riciclato. Sei destinato a disfarti e quindi non puoi permetterti di essere felice». Con questa provocazione l’arcivescovo di Milano Mario Delpini introduce la lectio magistralis tenuta presso l’aula magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona nella mattinata del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, affiancato dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni e dal preside della facoltà di Scienze agrarie Marco Trevisan.
Il tema dell’incontro, che ha dato inizio alla serie di proposte promosse da Ufficio diocesano di pastorale universitaria in collaborazione con Università Cattolica e Museo diocesano, sul tema “La via della Croce”, si fonda sul dualismo e sul dibattito teologico e filosofico fra “scientia Crucis” (il sapere della Croce) e l’attuale sapere contemporaneo. «Nei territori del sapere contemporaneo abita una economia obbligatoria – ha detto ancora l’arcivescovo Delpini -. L’economia obbligatoria parla con il linguaggio dei numeri, delle statistiche, delle curve e delle proiezioni del mercato. Non conosce i nomi delle persone, conosce però i gusti, i capricci, le disponibilità di spese. Non distingue il bene e il male, ma piuttosto chi compra e chi vende, non sa nulla del buon cittadino, sa tutto del consumatore». Quindi l’arcivescovo ha proseguito: «La parola della croce annuncia l’essenziale del messaggio cristiano: l’uomo non è destinato al nulla, ma alla vita di Dio. Questa vita è un dono che Dio fa tramite Gesù: non è un “regalo”, è la grazia di una vita, di una via da percorrere. Gesù ha fatto della sua vita un dono, senza pretendere niente, un dono di sé fino alla fine. E insegna: io sono la via, la verità, la vita. Cioè: se vuoi vivere, seguimi, fai della tua vita un dono, fino alla fine. La via più promettente per vivere è quella di Gesù».
Ma scienza e fede non viaggiano su rette parallele, distinte e separate, poiché «tutto ritorna in Cristo – ha precisato Delpini –: la sapientia crucis non è solo un sapere, un principio interpretativo e critico verso ogni conoscenza, è piuttosto una via da percorrere, uno stile di vita da abbracciare. Chiamati a introdursi nel mistero della conformazione a Gesù, prende forma un popolo che percorre la storia, tra contraddizioni e peccati, eppure determinato a scegliere la via della compassione, della misericordia, del servizio».
L’incontro, che ha visto la partecipazione degli studenti dell’ateneo, introdotto dal saluto del direttore della sede di Piacenza-Cremona della Cattolica, Mauro Balordi, e da quello di un giovane, a nome anche dei compagni di studi, si è concluso con le parole del vescovo Antonio Napolioni che ha invitato a ricordare che «ogni giorno, fuori dalle nostre case e dai nostri confini, l’ingiustizia del male si fa sempre sentire forte e presente, soprattutto in questi giorni, dove nell’est dell’Europa una guerra infondata e insensata sta dilagando fra gli innocenti. I cristiani non sanno quale sia l’origine e la motivazione che genera il peccato, ma è proprio nella necessità che si afferma maggiormente la gloria di Dio, la dimostrazione che anche dove sembra non esserci più speranza, c’è ancora chi trova la forza di amare, ed è nella vera fede che si può amare anche ci sta facendo del male. Che questo sia il motore che ci guidi verso una nuova Pasqua, che non sia solamente una festa, ma un momento di amore e rinascita».
La mattinata, animata dal coro dell’ateneo, si è conclusa con il saluto di don Maurizio Compiani, docente, assistente ecclesiastico della sede cremonese della Cattolica e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, che ha fatto dono all’arcivescovo di una piccola opera d’arte, una pietra quale segno di relazione duratura. (diocesicremona.it)
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