3 maggio 2023

La Scozia al mercato Europeo non è solo cibo, birra o lana, ma anche cornamusa. Nata a Cremona ed esportata nelle Highlands. Perché non pensare ad un gemellaggio?

La Scozia promette con la sua delegazione di essere una delle protagoniste del Mercato Europeo, evento itinerante organizzato da Anva Confesercenti nazionale, che si svolgerà tra Corso Campi e Corso Garibaldi dal 5 al 7 maggio 2023: birra artigianale, sidro di mele, una selezione di whisky, gli shortbreads, il ricercato haggis, fudges e poi tanti accessori come cappelli, sciarpe e borse tra lana, cashmere, tweed e infine una selezione di Harris Tweed. Ma la presenza scozzese a Cremona avrebbe potuto essere decisamente più significativa se, dopo anni di studi, ricerche e sollecitazioni, l’amministrazione comunale avesse colto la grande opportunità turistica e commerciale che viene dai profondi legami esistenti da secoli tra Cremona, terra non solo del violino ma anche della cornamusa, e le Highlands scozzesi. Troppo spesso questa stata è considerata a livello di una pura e semplice curiosità, mentre la storia dimostra che, fin dall’inizio degli anni Cinquanta, non si tratta di una boutade. Ed è tanto più incredibile che sia stato proprio uno scozzese ad intuire per primo i legami esistenti con la città del Torrazzo al punto da convincere gli studiosi di allora, Ugo Gualazzini, Alfredo Puerari e Agostino Cavalcabò ad assecondare le proprie richieste. La nostra storia ha inizio 70 anni fa, quando da Glasgow giunse a Cremona uno strano personaggio, Thomas Pearston, latore di una notizia destinata a suscitare inevitabilmente, come sempre, la diffidenza e lo scetticismo degli studiosi nostrani. Tant’è che da essi ricevette un ben misero aiuto nella sua ricerca. Quando, finalmente, nel 1957 Agostino Cavalcabò diede alle stampe il suo saggio sui “piffarari” cremonesi, fece dunque proprie le notizie che gli aveva fornito qualche anno prima, nel giugno 1952, il segretario del “College of Piping” di Glasgow Thomas Pearston, che aveva scritto all’Ente provinciale del Turismo di Cremona per avere una conferma di quanto in Scozia si sapeva sulla discendenza cremonese dei McCrimmon, cui apparteneva uno dei vicepresidenti del College, Calum. Pearston era giunto a Cremona i primi di giugno ed aveva appurato una notizia: nel codice del Bordigallo risultava che nel 1515 viveva nella soppressa parrocchia di Santa Maddalena un certo Bassiano del Bruno, ma non veniva ricordato alcun altro membro della famiglia. Non c’era voluto molto ad accontentarlo, solo mezza giornata. Il Bordigallo era l’unico autore noto cui fare riferimento. Ma perchè Pearston, dopo secoli che tra i MacCrimmon si tramandava oralmente la discendenza cremonese della famiglia, aveva deciso solo nel 1951 di venire personalmente a Cremona per verificare l'attendibilità delle fonti? Lo spiega lui stesso sulla rivista “Piping Times” del College of Piping di Glasgow del 1952: “Per i suonatori di cornamusa e soprattutto per gli studenti di piobarireachd (la classica musica delle cornamuse) il nome di Mac Crimmon si colloca al pari di Beethoven per un amante della musica classica. I Mac Crimmon non erano un clan ma una famiglia conosciuta nell’isola di Skye per il loro College della Cornamusa che funzionò per diverso tempo dal sedicesimo secolo, fino a metà del diciottesimo. E’ difficile risalire alle origini del College di Skye, poiché non ci sono dati storici disponibili. In generale, è risaputo che la famiglia Mac Crimmon non era originaria di Skye , ma vi arrivò da altre parti...La teoria Italiana è menzionata nella maggior parte della letteratura e questo articolo è dedicato principalmente alla teoria dell’italiana Cremona. L’origine della leggenda riguardante Cremona è molto vaga, come per tutte le altre, ma ci sono due fonti. La prima riguarda la somiglianza accidentale tra il nome Mac Crimmon e la città di Cremona. Si suppone che questo fu notato per primo da un Mr Carmichael, che è menzionato nella “Mac Crimmon Family” di Poulter’s. La seconda connessione con l’Italia si suppone essere stata menzionata in una pubblicazione del 1826 dal Capitano Neil Mac Leod di Gesto. In questo libro si sosteneva che la famiglia Mac Crimmon ebbe origine da un italiano chiamato Pietro Bruno, che lasciò Cremona intorno al 1510. Si diceva anche che questa informazione fu acquisita dall’ultimo dei Mac Crimmon, “Ian Dubh”

In realtà Pearston si faceva forte delle ricerche storiche che George C. B. Poulter aveva effettuato prima del 1936 nell'archivio familiare dei McCrimmon, andato in seguito in parte distrutto, di cui Cavalcabò ignorava l'esistenza. Lo studioso cremonese si era pertanto limitato a riportare quanto riferitogli da Pearston: il misterioso cremonese migrato in Irlanda si sarebbe chiamato Pietro Bruno e sarebbe stato figlio di un prete, chiamato Giuseppe, nato verso il 1475 ed emigrato al principio del 1500 per motivi religiosi. Qui avrebbe dapprima preso il nome di Patrick Cremon, poi mutato in Mac Cremona e definitivamente in Mac Crimmon. Avrebbe avuto due figli: Patrizio e Giovanni. Purtroppo mentre la ricerca si infittiva, Agostino Cavalcabò morì, lasciandola incompiuta concludendola con queste parole: “Nella prima parte fra i nomi dei pifferai di Cremona non ci è stato possibile rintracciare un Bruni: fra i nomi dei membri delle famiglie Bruni (o Bruno) che abbiamo riportato per i secoli XV e XVI mai ricorre il nome di Giovanni Bruni che, secondo le notizie tramandatesi in Iscozia, sarebbe stato il cremonese emigrato al principio del ‘500 e nemmeno il nome di un Giuseppe suo supposto padre”. Ora oggi siamo in grado, ripartendo da questo punto, di ricostruire come sono andate effettivamente le cose, grazie alla pubblicazione degli studi di Poulter sul sito della famiglia MacCrimmon (MacCrimmon Family Registry). Innanzi tutto è opportuno ricordare che già nella seconda metà del XVIII secolo Duncan MacCrimmon, legato al ramo Swordlan MacLeod, riteneva che la sua famiglia fosse originaria dell'Italia. Iain MacCrimmon, residente in Australia ma originario dell'isola di Skye, tramandava la tradizione familiare secondo cui MacLeod avrebbe portato con sè un musicista da Cremona, ma il suo cognome originario sarebbe stato presto dimenticato per l'usanza in vigore a Dunvegan di chiamare gli uomini secondo il proprio luogo di provenienza. Nell'isola di Saint Kilda, nella parte più occidentale delle Ebridi, dove risiedevano fino agli anni Trenta i discendenti del ceppo originale della famiglia, era nota la vicenda di McLeod che avrebbe visitato l'Italia durante le crociate, portando con sè al ritorno nelle Isole occidentali il primo MacCrimmon, che avrebbe chiamato Cremonah

Poulter riporta anche la testimonianza di un certo Peter Boyd, discendente dal clan MacSween (un ramo dei MacCrimmon) di Roag, piccolo villaggio sull'isola di Skye, che conferma questa tradizione ed anzi racconta di aver imbracciato a Skye un violino apparentemente costruito a Cremona, una notizia confermata anche da M. MacCrimmon, che sostiene la presenza di strumenti cremonesi nell'isola scozzese.

In epoca moderna a codificare la tradizione cremonese è stato nel 1826 il capitano Neil MacLeod, morto nel 1844, raccogliendo le testimonianze di Iain Dubh MacCrimmon e di Simon Fraser, altro storico clan scozzese. Neil MacLeod scrisse una straordinaria "Storia dei MacCrimmons e della cornamusa" ma l'edizione fu in breve tempo distrutta perché conteneva opinioni ritenute offensive per il clero e altre persone di quel tempo. Si ritiene che solo due copie siano state salvate dalla distruzione. Entrambe sarebbero finite in Australia. Una apparteneva al figlio di Gesto MacLeod, Norman, morto a Melbourne intorno al 1847. Si dice che questa copia fosse poi finita in Canada. L'altro volume era in possesso di lord Simon Fraser di Warrnambool, residente a Victoria, in Australia, un discendente dei cornamusisti ereditari dei signori di Lovat, morto nel 1934. La nonna paterna del signor Fraser era una cugina di primo grado di Gesto, e il nonno materno era figlio del celebre Charles MacArthur, suonatore di cornamusa ereditario dei MacDonalds delle Highland e allievo di Padruig Og MacCrimmon. La seconda copia del libro di Gesto, che includeva una storia completa dei suonatori di cornamusa MacCrimmon, dei loro "vocaboli" e delle loro scale, è stata lasciata nel laboratorio di Fraser a Benalla, nei pressi di Victoria, e accidentalmente distrutta da alcuni bambini. Gesto ha affermato che il sistema musicale documentato nel suo libro era stato importato dall'Italia da Padruig Og MacCrimmon nel XVII secolo. Il libro conteneva anche alcune straordinarie informazioni genealogiche e indicava il fondatore della famiglia MacCrimmon in un sacerdote di  Cremona, in Italia, di nome Giuseppe Bruno, il cui figlio Pietro Bruno nacque a Cremona nel 1475 e arrivò in Ulster nel 1510. Prese il nome Cremon e in seguito al suo matrimonio in Irlanda con una figlia della famosa famiglia di suonatori di cornamusa MacKinnon modificò ulteriormente il suo cognome in MacCrimmon per avvicinarlo a quello di sua moglie. A Pietro si attribuisce l'invenzione dello sheantaireachd o il "linguaggio dei suonatori di cornamusa", derivato dalla Bibbia; sembra si trattasse di un codice in base al quale le copie originali delle scritture venivano preservate da interferenze e alterazioni. Si racconta che il metodo per leggere la musica dei MacCrimmon sia stato tramandato per caso in seguito ad una malattia contratta nel luglio 1853 da Simon Fraser, quando era bambino, al cui aggravarsi la madre avrebbe alzato le braccia intonando uno strano canto. Da quell'istante avrebbe iniziato a riprendersi e la signora Fraser in seguito gli spiegò il segreto di quella canzone a condizione che lo divulgasse dopo 50 anni.  Tornando ai MacCrimmon si racconta che Pietro Bruno avesse avuto tre figli: Padruig, che rimase in Irlanda,  Angus e Findlay del Plaid o Finlay a 'Bhreacain, chiamato anche Fionnlagh na Plaide che era il padre di Iain Odhar MacCrimmon, il primo musicista della più famosa dinastia scozzese di suonatori di cornamuse di cui si abbia una documentazione storica precisa. A Iain Odhar Maccrimmon, detto anche  John "the Dun", così chiamato sia per la sua carnagione olivastra o forse per ricordare il cognome originale del nonno “Bruno” fu concesso il distretto di Borreraig a Glendale nell'isola di Skye, dal guerriero Alasdair Crotach, comandante dei MacLeod, all'inizio del XVI secolo, secondo la tradizione gaelica, anche se non c'è traccia di un MacCrimmon a Borreraig per almeno un altro secolo. L'altro figlio di Pietro, Finlay of the Plaid, avrebbe vissuto a Galtrigall, come si rileva da un contratto del 1664 in cui si afferma che Galtrigall era stato affittato da tempo da "Patrick MacCrimmon, piper". Si pensa quindi che Galtrigall fosse anche la dimora originale di Iain Odhar e lo sarebbe stata fino al tempo di Padruig Og, verso il 1700, quando il college del suonatore di cornamusa fu trasferito nella proprietà lasciata libera da John MacLeod a Dunvegan. Della famosa scuola di pifferai di Galtrigall non resta più nulla; ma apprendiamo da Angus MacKay, cornamusista della Regina Vittoria tra il 1843 ed il 1854, che le spesse mura della sala principale e degli appartamenti da notte esistevano ancora nell'Ottocento. La proprietà era esente da tutte le tasse feudali fintanto che almeno un membro della famiglia MacCrimmon fosse adeguatamente formato per diventare pifferaio ereditario del clan MacLeod. 

Che dire di più? Ce ne sarebbe abbastanza per sfruttare a livello turistico e commerciale questa possibilità. Cremona non è solo violini e questo straordinario legame storico con la Scozia, comunque la si pensi, è un’occasione da non sprecare. Non solo a livello di Mercato Europeo ma con ben altre iniziative, ad esempio la proposta di un gemellaggio con la capitale della cornamusa scozzese, Glasgow, dove per primi hanno avuto, senza alcun pregiudizio di primogenitura, questa intuizione.

 

Fabrizio Loffi


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