La sede AEM di viale Trento e Trieste venduta a Ermes S.r.l. per 726mila euro. Quella della ditta di serramenti di Castelvetro era l'unica offerta
Il Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. ha preso atto della procedura di vendita dell'immobile situato in viale Trento e Trieste, 38, già sede dell'azienda stessa.
Entro il 23 gennaio scorso, entro il termine stabilito nell'Avviso pubblico per la presentazione delle proposte di acquisto dell'edificio, è infatti pervenuta una sola offerta, per un prezzo unico onnicomprensivo di € 726.100,00, da parte di ERMES S.r.l., con sede a Castelvetro Piacentino, corredata dalla documentazione amministrativa richiesta.
L'offerta è riferita all'acquisto dell'immobile e non presenta alcuna indicazione circa il futuro utilizzo. L'avviso pubblico di vendita era stato pubblicato, in esecuzione di specifica delibera dell'Assemblea dei Soci di AEM Cremona S.p.A., il 24 dicembre 2024 sul sito dell'azienda, all'Albo Pretorio del Comune di Cremona e, per estratto, su un quotidiano nazionale.
Il Sindaco esprime soddisfazione per l'esito dell'evidenza pubblica e per l'individuazione di un soggetto privato che investirà su un immobile vuoto da diverso tempo: "Quella che si è chiusa – dichiara – è un'operazione che consentirà non soltanto di recuperare e riqualificare la vecchia sede di AEM, che ricordiamo era in disuso ormai da oltre tre anni, ma anche di valorizzare un comparto cittadino che potrà ulteriormente crescere e svilupparsi".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Michele de Crecchio
4 febbraio 2025 01:49
Era stato da poco creato lo stato nazionale unitario (1861) quando l'allora Sindaco di Cremona (l'avvocato Giuseppe Tavolotti) iniziò la pessima tradizione comunale di alienare a privati terreni e fabbricati, della perdita dei quali, successivamente, si scoprì amaramente l'inopportunità. Fu allora venduto, al commerciante Galizioli, il grande, bello e carico di storia, complesso edilizio che preesisteva sul terreno oggi occupato dal possente edificio plurifunzionale, ivi realizzato, dopo completa demolizione delle preesistenze, in epoca fascista, dalla Società di assicurazioni Adriatica. Tale storico complesso edilizio era contiguo al palazzo comunale e, in alcune parti, a tale palazzo già anche direttamente collegato. Non credo sia difficile intuire quanto la disponibilità di tale immobile si sarebbe, poco tempo dopo, rilevata stata utile per ampliarvi gli uffici comunali, evitando di dare inizio a quella dispersione delle relative sedi che, oggi, molti lamentano.
Molteplici furono, da allora ad oggi, altre alienazioni di proprietà comunali (o al Comune sostanzialmente riconducibili) delle quali ci si dovette, successivamente e amaramente, pentire. Esemplari sono, al riguardo, le molteplici proteste proprio recentemente provocate dalla costruzione dell'ennesimo supermercato su di un terreno contiguo al tracciato delle antiche mura urbane, terreno che, con incredibile leggerezza, era stato, pochi anni prima, proprio dal Comune, alienato a privati.
Auguro, agli amministratori pubblici che si sono recentemente assunti la responsabilità di questa ennesima e forse solo apparentemente innocua alienazione, di non doversi, prima o poi, pentire di una scelta che, per quanto a mia conoscenza, non è stata, temo, adeguatamente meditata e condivisa.
yean
5 febbraio 2025 07:14
Domanda da non addetto ai lavori: la AEM ha fatto fare una perizia per fare una base di " asta" ?