Lavori al Ponte Verdi si interviene sulla corsia dal cremonese al parmense ma alla base si è accumulata la legnaia
Per i lavori, in corso dallo scorso autunno, al ponte sul Po “Giuseppe Verdi” che collega Emilia Romagna e e Lombardia, Parmense e Cremonese nel tratto compreso tra San Daniele Po, Polesine Zibello e Roccabianca è arrivato il momento del “salto di corsia”. Nessun incidente (ecco il motivo delle virgolette), ma semplicemente gli interventi, che fino a pochi giorni fa hanno interessato la corsia che collega il Parmense al Cremonese, ora riguardano la corsia opposta. Come evidenziato anche dal presidente della Provincia di Parma Alessandro Fadda, è stata portata a termine la prima parte di lavori, nel tratto in alveo da Parma verso Cremona appunto, con rimozione della vecchia pavimentazione, il ripristino della soletta sia superiore che inferiore e sono stati anche realizzati i nuovi parapetti e guard rail. Ora, invece, da pochi giorni ha avuto inizio lo stesso intervento sul lato opposto, quello da Cremona verso Parma. Il presidente della Provincia di Parma ha parlato di “investimento fondamentale per 20 milioni di euro (interamente coperti da uno stanziamento statale)”. Intanto per giovedì mattina, 3 luglio, alle 9.45 è stato fissato un nuovo sopralluogo sul ponte “Verdi”. Saranno presenti il presidente della Provincia di Parma Alessandro Fadda, il vicepresidente con delega alla Viabilità Daniele Friggeri, sindaci del territorio e tecnici delle Province di Parma e Cremona. Sarà, di fatto, il primo sopralluogo per il nuovo sindaco di San Daniele Po, l’architetto Simone Cadenazzi. Le opere, come ricordato ancora dal presidente Fadda (la Provincia di Parma, doveroso precisarlo, è l’Ente appaltante) “interessano 35 campate e richiedono una elevata professionalità, anche con interventi subacquei”. La magra del fiume in corso (in questi giorni si sono superati, a Cremona, i 7 metri e mezzo sotto lo zero idrometrico, e si è ad un metro abbondante dalle quote record del 2022) ha inoltre messo in evidenza, in modo lampante, la “legnaia” che le ripetute piene ordinarie del fiume dell’ultimo anno, hanno formato proprio a ridosso delle campate ammalorate del ponte. Nella speranza che questo non eserciti una pressione dannosa per la sicurezza del manufatto (solo i tecnici potranno chiarirlo) non resta che auspicare che legnami e detriti (anche di importanti dimensioni) siano comunque rimossi e si colga l’occasione della magra in corso per una verifica circa l’effettivo “stato di salute” del ponte. Ponte che, proprio quest’anno, taglia il traguardo dei suoi primi 45 anni di vita. Un anniversario comunque significativo che, tuttavia, finora è caduto nel dimenticatoio di tutti.
Eremita del Po
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