21 gennaio 2022

Legambiente: "Altro che miglioramento della qualità dell'aria, il 2022 è iniziato malissimo". Cremona sempre tra le realtà peggiori con dati inquietanti

Alla faccia del miglioramento della qualità dell'aria rilevato dalla Regione Lombardia: il 2022 inizia con pessimi dati. E Cremona, neanche a dirlo, è tra le realtà peggiori in fatto di inquinamento. A replicare ai recenti dati diffusi dalla Regione sulla qualità dell'aria (qui l'articolo) ci pensa Legambiente Lombardia. "I risultati della lotta allo smog in Lombardia nel comunicato di inizio anno di Regione Lombardia sono andati a sbattere, come previsto, contro la dura realtà dei pessimi dati di qualità dell'aria che hanno contraddistinto l'inizio del 2022", osserva l'associazione.

Prosegue Legambiente: "Alla data di ieri, 19 gennaio, capoluoghi come Milano e Monza avevano già collezionato ben 15 giornate di smog oltre tutti i limiti, seguite dai capoluoghi della bassa, in particolare Mantova e Cremona. In queste prime settimane di inizio anno, solo Varese e Lecco possono vantare una qualità dell'aria accettabile. E la situazione non accenna a migliorare, almeno per ora, soprattutto nelle 5 province lombarde (Milano, Monza Brianza, Cremona, Pavia, Mantova) in cui, dalla scorsa settimana, restano in vigore le misure temporanee di emergenza per lo smog".

M5S - In risposta alla Regione interviene anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Degli Angeli, con una nota ad ampio raggio. “Lo stato di salute dei cittadini in molte zone della provincia è fortemente compromesso - osserva il consigliere -. Servono controlli ambientali e studi sanitari straordinari. L’intera provincia di Cremona sta soffocando. Il capoluogo di provincia, che già era slittato al 25° posto della classifica redatta da Legambiente sulla vivibilità delle città, non solo si conferma la seconda città più inquinata d'Europa, nonché la prima in Italia per livelli di particolato sottile, ma adesso l’intera provincia si conferma come la peggiore di tutta la Lombardia”.

Prosegue Degli Angeli: “Rimango stupito dall'immobilismo e dal silenzio delle istituzioni comunali e provinciali. Non bastano convegni e inglesismi green: tutta la provincia di Cremonese deve affrontare con coraggio la questione ambientale e sanitaria. Servono da subito tavoli provinciali tra presidente della provincia, sindaci e Ats per prendere insieme decisioni forti. Lo stato di salute in tutta la provincia è fortemente compromesso. Le cause principali sono da ricercarsi nell’inquinamento non solo dell’aria, ma anche delle falde acquifere e del suolo. Non comprendo come sia possibile che lo studio epidemiologico iniziato ormai anni fa dal professore Paolo Ricci, ex direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Cremona, non sia stato mai completato e come non ci siano mai stati approfondimenti sanitari anche nel cremasco e casalasco. Non comprendo questi forti ritardi negli interventi né mi capacito del perché Regione Lombardia, non sia (ancora) intervenuta in merito. Tutto procede a rilento, mentre Cremona e la sua provincia soffocano. I sindaci sono prima autorità sanitaria, serve un'azione corale”.

A Cremona e in provincia ci sono 44 aziende a carattere industriale e 145 aziende a carattere zootecnico con autorizzazione AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). “Andrebbe posta particolare attenzione a questi numeri - chiosa Degli Angeli - e in modo particolare alle aziende all'impatto cumulativo delle emissioni: non solo, stando alle informazioni trasmesse da Arpa e Provincia, non è stato possibile calcolare il flusso di massa (il rapporto tra la massa di sostanza inquinante emessa e il volume dell'effluente gassoso ndr). Praticamente nelle conferenze di servizi autorizzative di nuovi impianti si viaggia ad occhi chiusi, bendati e nella nebbia”. 

Secondo uno studio ancora in corso finanziato da fondazione Cariplo e intitolato “Inhale” l’ammoniaca sarebbe “l’indiziata” numero uno, ossia la principale causa dell’alta concentrazione di particella PM10 e PM 2,5 in atmosfera. “Il tema è caldo - sottolinea il consigliere -, soprattutto in una provincia come la nostra, considerato che il 95% delle emissioni in atmosfera di ammoniaca (Nh3) deriva dall’agricoltura e dallo spandimento agricolo di liquami. Va considerato l'impatto cumulativo di tutte le attività antropiche presenti nei nostri territori”. 

E mentre i dati parlano chiaro, in provincia di Cremona i giorni di superamento delle Pm10 nel 2021 sono stati pari a 66, 64 nel 2020 (nonostante il primo lock down ndr) e 65 nel 2019 quando invece il limite massimo consentito è pari a 35 giorni l’anno, Degli Angeli precisa: “Stando ai dati forniti dalla stessa Ats Valpadana e facenti riferimento agli anni 2014-2019 (tasso standardizzato per 1.000 abitanti), l’intero distretto di Cremona registra 11.750 casi di ospedalizzazioni dovute a ricoveri inerenti l’apparato respiratorio. I decessi dovuti a malattie inerenti all’apparato respiratorio sono 594, mentre sono 632 i decessi causati per tumore ai polmoni”.

Lo stesso panorama è quello fotografato a Casalmaggiore e a Crema. Se il primo distretto registra un’ospedalizzazione per ricoveri all’apparato respiratorio pari a 2.554 casi, una mortalità pari a 185 casi per malattie respiratorie e 138 casi di tumore ai polmoni, il distretto di Crema registra un’ospedalizzazione dovuta a ricoveri all’apparato respiratorio pari a 9.882 casi. Al contempo la mortalità registra 534 casi di malattie respiratorie e di 542 decessi dovuti ad un tumore ai polmoni.

Conclude Degli Angeli: “Ormai la situazione è diventata insostenibile. Per questo motivo i Comuni di Crema, Cremona e Casalmaggiore (comuni capofila dei 3 territori provinciali), la Provincia e Regione Lombardia devono intervenire. Adesso. I cittadini non possono più aspettare. Quando si parla di salute, non è possibile tapparsi le orecchie per non sentire”.


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commenti


Roberto Regonelli

21 gennaio 2022 10:16

Le istruzioni non ascoltano, perché a mio parere, vi sono tanti interessi privati, esiste un potere sommerso che non ha alcun interesse al green, ciò è palese.
Tutto a questo mondo ha un prezzo e con il denaro, si possono fare tante cose, alla faccia del "green", come si usa dire oggigiorno! Tante riunioni, convegni, ecc. ecc., ma è tutta aria fritta, pensiamo solo all'incerenitore. Conta più la salute dei cittadini o i 300.000 euro che incassa il Comune all'anno?

Nicolini Gualtiero

21 gennaio 2022 12:09

La cosa più importante per la salute dei cittadini non è minimamente affrontata da chi ne ha le maggiori responsabilità !