Musicalità e virtuosismo, il grande pianista Marc-André Hamelin incanta un Ponchielli purtroppo ancora semivuoto
Tanto entusiasmo ma scarsissima partecipazione per l’evento conclusivo della manifestazione “Cremona Musica 2024”, ossia il recital del pianista Marc-André Hamelin presso il Teatro Ponchielli, organizzato con la collaborazione della ditta Fazioli Pianoforti.
Già vincitore di numerosi riconoscimenti di livello internazionale, da quest’oggi Hamelin potrà fregiarsi anche di un premio tutto cremonese, l’award per la categoria “Performance – Pianoforte”.
Il grigiore del fondale del teatro ha fatto pendant con la scarsa affluenza lasciando molta amarezza data la portata e la rarità delle performance del pianista in Italia.
Noto alla critica come specialista nel repertorio virtuosistico, il maestro canadese ha offerto al pubblico un programma che ha messo a confronto due delle principali scuole compositive e pianistiche del passato: quella classica di matrice austro-tedesca delle sonate HobXVI: 37 (n.50) di Franz Joseph Haydn e Op.2 n.3 di Ludwig Van Beethoven e quella più tardo-romantica di stampo russo caratteristica dei brani Nikolai Medtner (Improvisation Op. 31 n.1 e Danza festiva Op. 38 n.3) e di Sergej Rachmaninov (Étude Tableau Op. 39 n.5 e la Sonata n. 2 Op. 36).
La serata si è aperta con i toni eleganti e al contempo festosi dell’haydniano Allegro con brio che è risuonato nella sala convincendo subito il pubblico. Un tocco perlato ha permeato tutta la sonata di cui il pianista ha esaltato sia la franchezza del linguaggio dei movimenti estremi, sia i gesti nobili e tesi del Largo e sostenuto, quasi fosse un arioso operistico.
A chiudere la prima parte della serata la celeberrima terza sonata di Beethoven, cavallo di battaglia di grandi pianisti del passato quali Arturo Benedetti Michelangeli, Wilhelm Kempff, Claudio Arrau e altri, una delle opere giovanili più significative del Titano di Bonn. Hamelin ha letto questo insidioso classico (in senso lato) con grande cura a livello di timbro e dinamica aggiungendo quel tanto di volume sonoro insito nella scrittura pianistica più densa rispetto a quella dell’autore precedente. Pur non dimenticando le grandi interpretazioni del passato pare evidente il grande lavoro di studio della prassi che negli ultimi decenni sta interessando musicisti anche di diverse generazioni. Particolarmente pregevoli l’Allegro con brio iniziale, lo Scherzo e il Finale, Hamelin ha esaltato la brillantezza della scrittura delle forme e delle articolazioni, senza scadere in un’interpretazione retorica. Agli amanti delle interpretazioni del passato saranno mancate le sonorità molto rotonde del movimento lento che è stato eseguito coerentemente con le scelte stilistiche del resto della sonata.
La seconda metà del concerto è stata dedicata al repertorio russo, estremamente affine alle qualità musicali e tecniche di Hamelin. Qui il pianista ha dato prova di assoluta maestria, a cominciare dai brani di Medtner, autore che negli ultimi anni sta fortunatamente emergendo da un ingiusto “oblio”. La scelta è ricaduta su due pezzi molto differenti per carattere e forma, ovvero un tema e variazioni e una danza.
L’Improvisation, primo numero dei 3 Morceaux Op. 31, si apre con un andante dal carattere laconico a cui seguono funamboliche variazioni. L’avvicendarsi di difficoltà tecniche non ha incrinato la pulizia dell’esecuzione che è risultata estremamente limpida. Il pianista ha inoltre trovato una vasta gamma di colori e sfumature sfruttando appieno le caratteristiche che hanno reso i pianoforti Fazioli famosi nel modo. Il sospirante finale dell’Improvisation contrasta con l’esuberante esplosività della Danza festiva, un brano in cui ritmi e melodie ricordano ländler austriaci che si susseguono genuinamente, impreziosendo i già vistosi passi di bravura.
La musica di Medtner ha ceduto il posto alle composizioni di un autore da sempre amatissimo dal pubblico, Sergej Rachmaninov, i cui brani sono da annoverare tra i cavalli di battaglia di Hamelin.
Con l’appassionato e travolgente Étude Tableau Op. 39 n.5 la serata ha preso una piega quasi eroica, infatti il pubblico si è trovato coinvolto in un continuo vorticare di grandiose melodie, gesti tecnici spettacolari e romantico sentimentalismo.
La seconda sonata di Rachmaninov è un capolavoro di stile, le continue revisioni dell’autore hanno dato vita a una sonata originale nella forma e dallo stile più maturo e articolato rispetto alla precedente Op. 28.
Il suono grandioso del Fazioli ha riempito ogni angolo della sala con opulenza, il pubblico si è trovato immerso in armonie cromatiche cariche di pathos grazie alla sapiente interpretazione di Hamelin. Il pianista ha infatti sfoggiato ogni suo talento e ha padroneggiato ogni movimento con grandeur quasi fosse un atleta.
Dopo una meritata standing ovation Hamelin ha offerto al pubblico due bis debussyniani (tra cui Reflets dans l’eau da Image) eseguiti con perizia e attenzione alla timbrica. Dopo la lettura della laudatio da parte di Valentina Lo Surdo è seguita la premiazione vera e propria tra acclamazioni e applausi.
Si è quindi conclusa in bellezza l’edizione annuale di “Cremona Musica”, fiera che convince per la varietà sempre più differenziata degli eventi e per affluenza nel complesso numerosa, seppur con qualche ombra nell’organizzazione e polemiche su vari fronti.
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commenti
Francesco Capodieci
30 settembre 2024 01:03
La scarsa affluenza di pubblico al concerto di Hamelin è dipesa probabilmente da varie cause: l'evento non è stato adeguatamente pubblicizzato; l'orario prescelto (le 18) non ha favorito la partecipazione di musicisti, liutai e appassionati di musica classica, data la concomitanza con "Cremona Musica"; era stato fissato un prezzo del biglietto - posto unico in platea 30 euro - piuttosto elevato (al pari di quello, 22 euro, relativo al biglietto giornaliero per accedere a "Cremona Musica"). Non si sarebbero potuti stabilire, come durante la stagione concertistica del "Ponchielli", prezzi diversi per i vari ordini di posti, dai 30-40 euro di platea e palchi ai 15-20 di galleria e loggione?
Massimo GIANNETTO
1 ottobre 2024 07:28
Sono rimasto sorpreso dalla notizia del concerto di Hamelin e ancora di più dalla scarsa affluenza del pubblico. Un vero peccato considerando le rare apparizioni del Maestro in Italia, io da Bologna sarei venuto volentieri. Una manifestazione come Cremona Musica forse meriterebbe una comunicazione più intensa ed estesa per essere apprezzata degnamente.