Nella straordinaria mostra bresciana su "La Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis" anche una litografia del cremonese Vespasiano Bignami realizzata per il Corriere della Sera (1896)
"La Belle Époque. L'arte nella Parigi di Boldini e De Nittis" è la straordinaria mostra in corso a Brescia, Palazzo Martinengo. Da ammirare i capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante gli anni trascorsi a Parigi. Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, i lunghissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati, divenendo così i cantori della vita moderna.
Ebbene in mostra a sorpresa c'è anche un artista cremonese, non per i suoi soggiorni parigini, ma come autore di affiches i manifesti dell'epoca che pubblicizzavano prodotti o locali. SI tratta di Vespasiano Bignami, detto "Vespa", straordinario artista cremonese considerato una delle guide della "scapigliatura milanese" che andrebbe rivalutato e rilanciato vista la sua straordinaria produzione. A Cremona non esiste neppure una via dedicata a lui. Via Bignami, nella zona degli artisti tra piazza IV Novembre e via Genala, è infatti dedicata a Carlo Bignami, compositore e violinista allievo ed emulo di Paganini. Eppure è stato un artista davvero straordinario.
A Brescia Vespasiano Bignami ha in mostra una litografia a colori (179 per 79) pubblicitaria del Corriere della Sera realizzata nel 1896 con una figura femminile giapponese con ventaglio in mano. E sullo sfondo iris e uccellini in volo. ventaglio, fiore, uccellino e la scritta "Corriere della Sera" (Milano, via Pietro Verri 4) "Abbonamenti con premi straordinari". Il manifesto appartiene alle collezioni di Palazzo Sforzesco.
Ma chi era Vespasiano Bignami? "Era nato il 19 agosto 1841 ( da Teresa Fiocchi e dal violinista e professore d'orchestra Giacomo) in una casa della contrada del Campanello (ora via Ugolino Cavalcabò) fra i quattro e gli otto anni frequentò l'istituto cremonese privato di istruzione e di educazione del sacerdote Alessandro Gallina nella prima sua sede di contrada Diritta (ora via Palestro, n. 28). - scrive di lui Ezio Maglia su dizionario biografico degli artisti dell'Adafa - Nel 1862 la famiglia si trasferì a Milano, città che doveva poi divenire la sua città d'adozione. Per dieci anni frequentò l'Accademia Carrara di Bergamo, ove fu allievo del maestro bergamasco Enrico Scuri. Noto con lo pseudonimo di "Vespa", fu pittore, acquarellista, illustratore, disegnatore, litografo, caricaturista, scrittore, poeta, umorista: un personaggio cioè dalle multiformi attività, perfettamente in carattere e inserito nella Milano "scapigliata" e fervente di attività dalla fine Ottocento. Lavorò con Giulio Gorra, Tranquillo Cremona e Filippo Carcano. Per ventotto anni (1893-1921) insegnò disegno di figura alla Accademia di Brera. Fra i molti suoi allievi emersero i pittori Ambrogio Alciati, Attilio Andreoli, C. Bazzi, Giuseppe Maggi e Giuseppe Pasta. Artista dalla personalità spiccata, di carattere bonario, brillante e arguto, fu l'animatore di molte feste anche di beneficenza della Milano fin secolo, e di Mostre umoristiche. Era amico fraterno di Amilcare Ponchielli, del quale ha lasciato un pregevole ritratto, custodito dal Museo Civico di Cremona, e diverse simpatiche caricature. Artista eclettico, ma pittore sensibile, si espresse secondo il gusto di fine secolo XIX, dal quale non si allontanò mai, con acuto verismo realizzato con una tecnica raffinata del disegno e del colore. Vinse molti premi in Italia e all'estero".
Milanese d'adozione volle però restare sempre legato alla "sua" Cremona, tant'è che nel 1928, a ottantasette anni, quando nacque l'Adafa volle iscriversi e lo fece con una bella lettera (pubblicata sul "Regime fascista") e ne divenne presidente onorario. Collaborò per diversi anni con scritti e con caricature al settimanale "Lo Spirito Folletto "di Milano; a « Il Preludio »> (1875-1877), quindicinale cremonese diretto da Arcangelo Ghisleri, e a "Cuore e critica" mensile di studi e di discussioni, pubblicato prima a Savona (1887-1889) e poi a Bergamo (1890) (pure diretto da Arcangelo Ghisleri). Sul giornale "Interessi cremonesi", n. 108, 12 settembre 1886, venne pubblicato in prima pagina un suo bel disegno del monumento a Garibaldi dello scultore A. Malfatti, che proprio in quel giorno veniva inaugurato nei pressi del palazzo "Cittanova". Agli inizi del Novecento (morì a Milano il 28 febbraio 1929) tenne per qualche tempo una rubrica fissa "Dalla cima del Torrazzo" su "La Provincia".
A Brescia oltre a celebri dipinti quali il “Ritratto di signora in bianco” di Giovanni Boldini, “Sulla panchina agli Champs Elysées” di Giuseppe De Nittis e “Al Café Nouvelle Athènes” di Federico Zandomeneghi, sarà possibile immergersi nel clima artistico e culturale della Belle Époque grazie alla selezione di elegantissimi abiti femminili realizzati nelle Maisons di Haute Couture più raffinate, che divennero luoghi di ritrovo esclusivi dell’alta società; di coloratissimi manifesti – le cosiddette affiches – che pubblicizzavano i locali alla moda, cabaret, café chantant, spettacoli teatrali e grandi magazzini, disegnati da insigni illustratori come Cappiello, Dudovich e Metlicovitz (e appunto il nostro Bignami); e di raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni, realizzati da Emile Gallé e dai fratelli Daum per arredare le case della ricca borghesia.
Nelle foto il manifesto in esposizione a Brescia, altre due opere grafiche di Bignami, il ritratto di Ponchielli e la foto in doppia posa di Vespasiano Bignami
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