14 giugno 2021

Nonostante le restrizioni grande successo del PAF, oltre 7mila presenze con due terzi degli eventi sold out

Si è conclusa ieri sera ai bastioni di Porta Mosa la sesta edizione del Porte Aperte Festival.  Gli oltre 50 appuntamenti sono stati seguiti da un pubblico molto eterogeneo, ma caratterizzato dalla vivacità di sempre più giovani. Oltre 7.000 le presenze tracciate, due terzi degli eventi sold out e molte persone provenienti da fuori città.  Tanti appassionati extra moenia hanno infatti approfittato per mescolare arte e cultura, partecipando ad alcuni incontri e visitando Cremona, per manifestare poi apertamente l’ammirazione per la sua inaspettata bellezza.

L’obbligo della prenotazione ha contenuto la partecipazione di tanti eventi sotto il limite della capienza massima di ciascuna location, ma la sensazione palpabile è che, in assenza di regole di distanziamento, il pubblico avrebbe potuto tranquillamente raddoppiare. La macchina organizzativa ha funzionato al meglio e non si sono verificati intoppi o criticità.

Anche il pubblico dei concerti ha assistito alle performance dei propri beniamini (Margherita Vicario, Ministri, Fartade, Duo Diamanti, Caterina Cropelli e The Bastard Sons of Dioniso) agitandosi e applaudendo entusiasta, ma senza mai abbandonare la postazione da seduto, dimostrando grande rispetto nei confronti dei ripetuti appelli lanciati dagli organizzatori, che lo hanno apertamente ringraziato.

Particolarmente seguiti gli incontri con Piero Pelù, Nicola Lagioia, Riccardo Falcinelli, Marco Belpoliti, Marco Balzano, Barzi e Randazzo, Lisa Ginzburg, Takoua Ben Mohamed e il consueto approfondimento condotto dal giornalista di Sky Paolo Fratter, con Francesco Lepore, quest’anno dedicato movimenti LGBTQIA+ e l’omotransfobia. L’attore Sergio Rubini ha stregato il pubblico in Cortile Federico II, ricreando le atmosfere e l’intensità del “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi.

Molti i progetti costruiti nel corso dell’anno insieme a scuole, associazioni e istituzioni cremonesi, che hanno trovato approdo anche quest’anno nel programma della manifestazione. Nutrita la pattuglia dei cremonesi in cartellone. 

I 5 curatori del Festival, Andrea Cisi, Mario Feraboli, Michele Ginevra, Marco Turati e Marina Volonté, stanchi ma sorridenti, sono saliti sul palco di Porta Mosa - prima dell’ultimo concerto - per manifestare grande soddisfazione e gratitudine verso gli organizzatori (l’Associazione Culturale Porte Aperte, il Centro Fumetto Andrea Pazienza e il Comune di Cremona), gli sponsor, lo staff tecnico e, soprattutto, gli oltre 60 insostituibili volontari, che anche quest’anno “hanno consentito di far volare alta questa piccola astronave, ormai luminosa e visibile da lontano…”.

Il tema di questa edizione, l’identità, è stato sviscerato e trattato da molti punti di vista e con numerose sfumature, accomunate dal messaggio forte che il Festival ha voluto lanciare: l’identità di un individuo o di una comunità - fatta di storie, radici, tradizioni, luoghi e cibi - diventa più grande se rimane aperta al dialogo con culture diverse, alla contaminazione che deriva dalla loro conoscenza, all’arricchimento che produce l’incontro con l’altro da sé. Ogni identità, viceversa, si impoverisce se viene messa al servizio della paura e dell’ignoranza, per costruire nuovi confini, muri e chiusure verso ogni forma di diversità.

Il PAF dimostra che con la cultura non solo “si può mangiare”, ma che l’arte e i linguaggi espressivi - romanzi, fumetti, musica, fotografia - aprono le menti, offrono strumenti di crescita e di emancipazione ai cittadini e li rendono più liberi di decodificare e interpretare la realtà che li circonda. Il Porte Aperte Festival rende evidente come tanti cremonesi siano interessati a una città aperta, curiosa, accogliente e inclusiva, aspettando volentieri occasioni come queste per manifestare il proprio desiderio di partecipazione e di crescita.

Un messaggio importante è venuto anche dall’incontro di venerdi sul palco di Porta Mosa (“Ripartiamo dalla Cultura!”), che ha messo a confronto alcuni rappresentanti del mondo dell’arte e dello spettacolo, dal quale è emerso un appello ad un maggiore rispetto per un settore economico che fornisce lavoro ad oltre mezzo milione di addetti in Italia e che ha sofferto più di altri lo stop forzato dal lockdown per tutte le attività. Nel contempo tutti gli intervenuti hanno manifestato forte l’auspicio che la ripartenza non avvenga dallo stesso punto in cui ci si era fermati un anno e mezzo fa, chiedendo alle istituzioni e al Governo di investire negli unici settori del nostro straordinario paese che non potranno mai essere delocalizzati in oriente o imitati dai cinesi: paesaggio, architetture, arte, cultura e linguaggi espressivi, che tutto il mondo ci invidia e la cui cura e valorizzazione potrebbe fornire lavoro e crescita per tutti.

Scende dunque il sipario sulla tre giorni del PAF 2021, mentre fino a fine mese saranno ancora visitabili le 6 mostre allestite in altrettante diverse location di Cremona.

L’appuntamento è a giugno 2022, per la 7^ edizione di un Festival che ogni anno cresce sempre di più e si radica nel tessuto sociale e culturale di questa città.


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