Nuovo ospedale, i presidenti degli Ordini sanitari chiedono un confronto. Michele De Crecchio: "Stupisce la passività della politica locale sul tema"
Si apre eccome il dibattito sul nuovo ospedale di Cremona. Dopo gli interventi pubblicati ieri da Cremona Sera (qui l'articolo) si registra una presa di posizione importante proveniente dal settore sanitario. Attraverso una lettera del 16 dicembre diffusa oggi, parlano i presidenti dell'Ordine dei Medici, dott. Gianfranco Lima, il presidente dell'Ordine degli Infermieri, dott. Enrico Marsella, il presidente dell'Ordine TSRM, dott. Angelo Giovanni Mazzali, e il presidente dell'Ordine dei Veterinari, dott.ssa Nicoletta Colombo.
La lettera è stata inviata al dottor Giuseppe Rossi, direttore generale dell'ASST di Cremona. “Lo Stato affida agli Ordini sanitari l’autogoverno della Professione intellettuale – scrivono i presidenti degli Ordini – e ne richiede in contropartita la protezione del diritto alla salute attraverso l’esercizio professionale. La partecipazione alle scelte politiche, economiche ed organizzative è un obbligo deontologico, comune ad ogni professione sanitaria, e riteniamo che la progettazione e costruzione del nuovo Ospedale a Cremona richiedano il contributo degli Ordini”.
“Certamente il nuovo ospedale di Cremona – proseguono –, in una consolidata declinazione di salute globale, con una attenzione stretta al rapporto uomo-animale, sarà, almeno in Lombardia, il primo dopo l’esperienza della COVID e dovrebbe diventare una fucina di proposte, di progettualità, dunque di risposte concrete e valide da offrire alla popolazione cremonese e della cintura territoriale”.
La prossimità territoriale “che si auspica e si cerca nella creazione della nuova e prima struttura “post COVID” - aggiungono – non può prescindere dal coinvolgimento attivo del capitale umano e delle sue rappresentanze, da portare ad un Tavolo di Intesa, frutto del protocollo stilato con la Regione”.
Ricordano poi i presidenti degli Ordini: “Nell’incontro di venerdì 10 dicembre nell’Aula Magna dell’ospedale, l’Assessora al Welfare Dr.ssa Moratti ha evidenziato l’interesse delle Istituzioni regionali ad un nostro coinvolgimento per un confronto-dialogo nel quale vivere momenti di progettualità, di collaborazione nella realizzazione di un ospedale che inciderà profondamente sulla qualità e sulla quantità delle offerte sanitarie con indubbio impatto sociale”.
Ed ecco quindi la richiesta: “Gli Ordini professionali sanitari della Provincia di Cremona auspicano l’invito ad un tavolo di “partecipazione e di responsabilità” ben conoscendo le prerogative istituzionali che ci competono. Pensiamo che questo passaggio istituzionale di incontro e di dialogo sia apprezzato dalla nostra cittadinanza che “sogna” un futuro a medio e lungo termine nel quale ricevere una costante ed elevata offerta di salute pubblica, patrimonio a cui nessuno di noi vuol rinunciare”.
DE CRECCHIO - Nel frattempo, agli interventi raccolti ieri dall'ex presidente della Provincia, Vittorio Foderaro, e dall'ex sindaco Paolo Bodini, si aggiunge oggi quello di Michele De Crecchio, urbanista molto noto in città e già assessore comunale. “Pochi anni prima del nostro ospedale – ricorda De Crecchio –, gli ingegneri Braga e Ronzani, specialisti di edilizia sanitaria, avevano progettato e realizzato, tra tante altre strutture, anche gli ospedali di Codogno e Brescia. Per tali importanti nosocomi, vicini alla nostra città, non mi risulta che siano stati ipotizzati o realizzati interventi radicali di demolizione come la regione Lombardia vorrebbe imporre per l'analoga struttura di Cremona”.
“Stupisce pertanto la passiva e quasi unanime adesione della politica locale (sindaco in testa) – osserva De Crecchio – alla singolare proposta regionale di procedere alla costruzione di una struttura completamente nuova e alla demolizione di quella esistente, che pure è stata già oggetto di non pochi lavori di aggiornamento. Anche questo incredibile episodio mi rafforza nel giudizio negativo che da qualche tempo ho maturato nei confronti degli attuali amministratori comunali (che pure, a suo tempo, mi sembravano degni di fiducia) che, nel concreto, non sembrano in grado neppure di mantenere e valorizzare le opere migliori realizzate dai loro predecessori con risorse quasi esclusivamente locali”.
“Ricordo infatti – conclude – che l'attuale ospedale cremonese fu finanziato grazie alla vendita di numerosi poderi che erano divenuti di proprietà pubblica per effetto delle donazioni che, nel corso dei secoli, erano state effettuate dalle migliori famiglie cremonesi per garantire la cura degli ammalati. La demolizione della attuale struttura, oltre ad essere obiettivamente una scelta irrazionale, farà dunque anche scomparire il ricordo materiale di tanti meritevoli atti di beneficienza”.
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commenti
Paola Tacchini
18 dicembre 2021 10:13
Della politica locale arrivano perplessità solo dai consiglieri M5S, quello regionale Marco Degli Angeli e quello comunale Luca Nolli.... per gli altri solo foto di rito e pacche sulle spalle. Noi cittadini per la maggior parte, contrari a scatole vuote e progetti futuri. Abbiamo bisogno di cure subito.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=6654525097922177&id=100000942575038
Pietro Ferrari
18 dicembre 2021 21:52
Da fonte credibile è intenzione costruire vicino alla struttura ospedaliera un centro oncologico che sarà il più grande d'Europa.
E un motivo ci sarà! Augurissimi.