28 settembre 2023

Ottant'anni fa scompariva il cremonese Luigi Carini, uno dei più grandi attori del Novecento. A lui è stata dedicata la scuola di recitazione del Filo

Ottant’anni fa, il 28 settembre 1943, scompariva Luigi Carini, uno dei più grandi attori del Novecento, definito da Gigi Michelotti “l’ultimo romantico”, interprete di una particolare forma di recitazione che finì con lui. Carini impersonò prima l'innamorato aperto e generoso e il confidente coraggioso e leale, poi il padre nobile, infine il nonno e il vecchio solenne o spiritoso attraverso una gamma di sfumature che lo portarono ad affinare la voce, calda e suadente, lo sguardo, vivace e penetrante, e il gesto, sobrio ed elegante, consentendogli di raggiungere un’apprezzabile efficacia espressiva particolarmente gradita dal pubblico. Luigi Carini nacque a Cremona il 21dicembre 1869, figlio di un medico, Giacomo, e di Emilia Lamperti. Iniziò con lo studiare ragioneria, ma poi prevalse la passione per il teatro che lo spinse ad entrare bel 1884 nella Società Filodrammatica, dove iniziò a calcare il palcoscenico per poi diventarne tre anni dopo direttore. Aveva scritto un manuale di consigli per attori, e due commedie e un dramma che fece recitare dai suoi amici e che ebbero successo nonostante lo scarso valore. Fino a quando a venne scritturato a Roma come generico con la paga di 4 lire al giorno dalla compagnia di Giuseppe Pietriboni, che lo aveva conosciuto al teatro Manzoni di Milano presentatogli da Alamanno Brioschi. Passò in seguito con la compagnia Beltramo-Della Guardia presso il teatro Nazionale di Roma per un repertorio prevalentemente comico. Nel 1894, dopo essere stato richiamato alle armi, passò al teatro Valle di Roma nel giugno dello stesso anno sposò Mirra Bonafini, compagna d'arte, che gli dette tre figli, tra cui Giorgio, divenuto autore drammatico e produttore cinematografico. Entrato nel 1906 nella compagnia Di Lorenzo-Falconi, ebbe inizio per lui una serie di fortunate tournées in Spagna e nell'America latina, ottenendo grande successo. Ritornato in Italia, coronando una antica aspirazione, Carini debuttò, nell'agosto 1907, come direttore artistico al teatro Rossini di Livorno. Rimasto vedovo nell'anno 1904, sposò nel 1910 l'attrice Nera Grossi, attiva sulle scene e più tardi alla radio. La sua fama si allargava al punto che D'Annunzio, che lo considerava il migliore dicitore italiano di versi accanto a Pastonchi, gli affidava la declamazione dell'inedita Canzone d'oltremare, il 12 ottobre 1911 al teatro Goldoni di Venezia. Il 1914 fu l'anno del suo esordio nel cinema. Durante la guerra dette rappresentazioni per i soldati in zona d'operazioni e diresse la formazione Carini-Gentilli-Dondini trasformatasi, dopo un anno di vita, nella Carini-Gentilli. Dopo una vita di successi nelle più grandi compagnie del tempo, con escursioni anche nel cinema sonoro e nella rivista, Luigi Carini si spense a Roma il 28 settembre 1943. A Luigi Carini è stata intitolata, nel 1960, la prima scuola di recitazione della Società Filodrammatici.

Fabrizio Loffi


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