20 marzo 2021

Papà, mamma e due figli, tutti volontari in Fiera "Aiutiamo con i vaccini, l'unico modo per uscire dal buio"

Ognuno di loro ha già indossato la pettorina gialla, mai però tutti e quattro insieme. Ma presto succederà. Tra l'esercito di volontari che stanno dando il loro contributo alla campagna di vaccinazione anti Covid in Fiera c'è anche una famiglia cremonese al completo: padre, madre, figlio e figlia.


Enrico Basola, 58 anni, commercialista, racconta com'è andata. “Conoscevo l'associazione 'Siamo noi'. Un giorno Claudio (Bodini, ndr), il presidente, mi ha telefonato mentre ero in auto. Ho accostato. 'Ti senti di fare la tua parte?', mi ha chiesto. In casa ne avevamo già parlato e tutti abbiamo deciso di sì senza pensarci su un attimo. Come rotariani siamo impegnati nel volontariato attivo: mettere a disposizione se stessi, rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani. In aggiunta, siamo convinti che la campagna vaccinale sia l'antidoto a questa situazione e abbiamo capito che le istituzioni preposte da sole non ce la fanno”. Il capofamiglia è stato assegnato al banco di ricevimento, dove gli anziani vengono smistati alle diverse postazioni per la vaccinazione. “Ho visto gente spaesata, con lo sguardo perso, che sembra dirti: fai di me ciò che vuoi”.


Lui ha fatto due turni, di tre ore ogni volta. La moglie, Antonietta, 56 anni, mamma a tempo pieno, è a quota quattro. “Sono stata all'accoglienza davanti ai box. Mi sono prestata perché credo che il vaccino sia l'unica strada per uscire da queste tenebre e tornare alla normalità, che significa anche riprendere a viaggiare, una cosa che ho sempre amato. Chi mi ha colpito di più? Un volontario ultraottantenne con il sorriso sulle labbra, carico di entusiasmo, di voglia di essere utile e di un'energia che non c'entrava nulla con la sua carta d'identità ”. Anche i figli, Lorenzo, 26 anni, che ha seguito le orme paterne cominciando a lavorare da due mesi come commercialista a Milano, e Benedetta, 24, iscritta all'ultimo anno della facoltà di Scienze della produzione animale, sono scesi in campo. Mi ha spinto la possibilità di fare qualcosa dopo mesi durante i quali abbiamo solo subito la situazione”, è la motivazione del primogenito, che ha aiutato a compilare i moduli. “Una cosa banale ma, in realtà, molti anziani sono un po' disorientati e si affidano a te ciecamente”. Poi una nota intima: “Quelle persone mi hanno ricordato i miei nonni, che se ne sono andati”. Il padre di Lorenzo e Benedetta completa il suo pensiero: “Negli occhi di chi ha una certa età c'è paura ma anche speranza, che non vedo spesso nei più giovani. E' gente semplice, che sta agli ordini: sembra quasi che abbiano compreso la gravità del momento, a differenza di quelli che vanno sui Navigli a Milano o sul lungomare di Napoli”.


Le tre ore sotto i padiglioni di piazza Zelioli Lanzini sono gratificanti ma anche intense. “Alla fine si è un pochino stanchi, il livello di attenzione dev'essere sempre alto se si vuole che tutto funzioni per il meglio”, dice la mamma dei due ragazzi. In un turno sono stati insieme tre dei componenti della famiglia Basola. Compreso Enrico: “Ero con mia moglie e mia figlia. E' stato bello vedere i propri cari in un ambiente diverso dal solito e fuori dalla quotidianità, ne apprezzi altre doti che dai per scontato”. Quel giorno mancava solo il figlio, che torna a Cremona il fine settimana. Presto saranno tutti e quattro insieme, a casa e anche in Fiera.

Gilberto Bazoli


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commenti


Mario

20 marzo 2021 12:15

Speriamo non siano persone che fanno i volontari per fare il vaccino prima, come molti volontari hanno fatto.