17 febbraio 2023

Partito il grande cantiere alla Caserma Manfredini. 12 anni dopo la chiusura diventerà la sede del Politecnico e campus. Si completa il comparto universitario su via Bissolati

Da oggi la Caserma Manfredini è un grande cantiere. La facciata su via Bissolati è stata completamente "impacchettata", una grande gru è stata collocata in piazza d'armi e già sono cominciati i lavori propedeutici al grande intervento che trasformerà la vecchia caserma Manfredini (anticamente il convento dell'Annunciata) nella sede del Politecnico. Finalmente si è completato l'iter burocratico dei permessi e si è partiti. Grazie alla Fondazione Arvedi-Buschini il Risiko degli immobili si è messo da tempo in movimento. L'Università Cattolica si è collocata in Santa Monica, il Politecnico lascerà l'ex Maria Ausiliatrice di via Sesto per trasferirsi alla ex caserma Manfredini di via Bissolati. All'interno troveranno collocazioni gli spazi per la didattica (con nuovi corsi del Politecnico tra cui ingegneria agraria), il campus universitario e perfino un museo della scienza e della tecnica. La vecchia strada Canòon, un tempo regno dei monasteri e della spiritualità e poi delle caserme, diventa la strada delle università. Grazie al lavoro di Luciano Pizzetti a Roma, si è cambiato il destino anche della caserma Manfredini, chiusa dal 2 settembre 2011, destinata nei piani del governo a diventare sede della Questura (si sposterà in via Sesto nell'ex Maria Ausiliatrice), della Prefettura e della Polizia Stradale (anch'essa in via Sesto e i carabinieri nella caserma Marconi di via Massarotti).

La caserma Manfredini è un ex convento fondato nel 1494 da quattro suore Agostiniane (due piacentine e due veneziane) che acquistarono la casa del Conte Covo allora uno dei palazzi più belli di Cremona con la facciata principale su strada del Cannone e attorno un grande giardino. Il palazzo è rimasto lo stesso e lo si può riscoprire visitando l'area occupata fino a dieci anni fa dalla Sala Convegno dei Sottufficiali e dalla sala mensa dei graduati. Il chiostro interno è spettacolare con medaglioni in cotto che lo adornano e che comunicava con quello più esterno con snelle colonne che reggono gli archi. Le quattro suore crebbero di numero arrivando persino a 120. Ovviamente ci fu la necessità di ampliare gli spazi. Si costruì una chiesa mentre l'iniziale cappella divenne parlatorio. Aveva anche una splendida pale del Giorgione raffigurante San Sebastiano.

Il 19 giugno del 1798, le monache abbandonarono il convento dell’Annunciata, e si rifugiarano in Santa Maria e Santa Monica, ottenendo poi la facoltà di secolarizzarsi. Da questa data ha origine la caserma, infatti, la Repubblica Cisalpina ordinò che il convento fosse trasformato in quartiere «capace per l’alloggio di cinquecento soldati et quattrocento cavalli», come racconta Giuseppe Aglio Cremonese ne «Le Pitture e Sculture della Città di Cremona». La nascente caserma, conservò il nome dell’antico convento dell’Annunciata che le rimase per oltre un secolo. Caduta la Repubblica Cisalpina, l’Austria alloggiò nella caserma, in vari periodi, diversi Reggimenti d’Ulani. NeI 1848 la guarnigione Austriaca era composta di due Battaglioni del Reggimento Arciduca Alberto, n° 44, del 30° Battaglione del Reggimento Conte Ceccopieri n° 23 (comandato dal Maggiore Zagheni) di tre squadroni d’Ulani e di sei pezzi d’Artiglieria. Gli Ulani, il terzo battaglione Ceccopieri ed i sei pezzi d’artiglieria, dovevano certamente alloggiare nella caserma “Annunciata”, divenuta poi famosa, perché da essa sortì lo stesso battaglione Ceccopieri (Austriaco, ma composto tutto da Italiani) dietro ordine del comandante della piazza, per soffocare la nascente rivolta dei cittadini cremonesi. Il memorabile battaglione uscì, ma giunto in Piazza Sant’Agata passò armi e bagagli ai patrioti, facendo con essi causa comune per cacciare gli Austriaci. Pochi giorni dopo, infatti, fu nominato il Governo provvisorio.
lI 2 aprile del 1848, re Carlo Alberto faceva il suo ingresso in città con numerosa truppa dalla strada di Pizzighettone. I Lancieri a cavallo e l’Artiglieria volante dovettero prendere alloggio alla caserma ” Annunciata”, per quanto nessuna notizia lo indichi chiaramente.Nella caserma si alternarono per vari anni truppe di cavalleria. Nel 1875 il Comune di Cremona faceva istanza, al Ministero della Guerra, perché fosse accordato alla città l’onore di ospitare un Reggimento d’Artiglieria.Il 3 giugno 1876 era firmata una convenzione fra Ministero della Guerra ed il Comune di Cremona, con la quale questo s’impegnava, dopo aver eseguito lavori d’ampliamento della caserma stessa, a cederla definitivamente all’Amministrazione Militare.
Il Ministero da parte sua aveva destinato a Cremona un Reggimento d’artiglieria da campagna. L’anno dopo, infatti, il 4° Artiglieria da campagna, comandato dal Colonnello Rizzetti cav. Angelo, era destinato di guarnigione a Cremona. Nell’estate del 1878 la caserma ospitò ben dieci batterie d’artiglieria facenti parte del Il° Corpo d’Armata speciale che, al comando del Generale Ricotti, era dislocato nella zona di Monticelli d’Ongina per le grandi manovre. Altri lavori furono fatti in seguito; fu soppresso il vicolo di Santa Tecla, ampliato il grande cortile attuale e fabbricato sul lato nord il padiglione fino all'ultimo occupato dal 3° Gruppo.

Il 9 aprile 1879 la caserma era pronta nelle linee principali, pressoché uguali a quelle odierne e l’Amministrazione militare ne diveniva l’effettiva proprietaria.Cessata la guerra d’Eritrea, fra le città d’Italia che fecero a gara per ricordare i  caduti, vi fu anche a Cremona, che alla guerra stessa aveva dato uno dei scaduti, il Tenente di Artiglieria Marzio Manfredini. Per onorarne la memoria, la città chiese ed ottenne che la caserma d’Artiglieria “Annunciata”, si gloriasse del nome di “Manfredini". La relativa proposta, avanzata poi dalle stesse autorità militari, venne senz’altro accettata dalle Superiori Autorità Centrali e dal 1904 il quartiere fu denominato ”Caserma Manfredini “.
Dalla caserma Manfredini partirono a migliaia, per il fronte, gli artiglieri destinati a vari reggimenti mobilitati. Rientrato a Cremona al termine della guerra, il 4° Artiglieria fu trasformato in 4° Artiglieria Pesante Campale e nel 1926 diveniva 3° Reggimento Artiglieria Pesante Campale. Fu sciolto dopo gli eventi dell’8 settembre1943. Dopo aver ospitato per alcuni anni reparti del Comando della Divisione di fanteria “Legnano” e dell’11° Reggimento Artiglieria “Legnano “, nel 1967 la caserma divenne Sede del distaccamento del 4° Reggimento Artiglieria Missili Controaerei, fino alle ristrutturazione del 1983, quando divenne la sede del Comando 2° Gruppo del 4° Reggimento Artiglieria missili controaerei. Dopo un’ultima ristrutturazione, avvenuta nel 1992 è stata sede del Comando l° Gruppo del 4° Reggimento Artiglieria controaerei. Dal settembre 2011, la caserma è stata dismessa e gli artiglieri concentrati a Mantova.

Ora il nuovo destino a sede universitaria.

Il fotoservizio è di Gianpaolo Guarneri (FotoStudioB12)

 

Mario Silla


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commenti


michele de crecchio

17 febbraio 2023 23:29

Sono ormai vecchio a sufficienza per ricordare quando l'allora comandante della Caserma Manfredini, sembra infastidito dall'incombenza di dover farne raccogliere in autunno le relative foglie, fece purtroppo abbattere tutte le numerose piante che erano un tempo ospitate nell'enorme cortile interno e che, di fatto, costituivano una delle più grandi aree alberate presenti nel centro storico cittadino. Fu il senatore Spadolini, allora (correvano, credo, gli anni ottanta) ministro alla Difesa, ad accorgersi poi del valore monumentale dell'edificio della caserma ex-convento e ad ordinarne la completa riqualificazione conservativa, operazione che, una volta ultimata, fu orgogliosamente illustrata nella Rivista di Edilizia Militare. Non conosco il progetto ora avviato per la trasformazione della dismessa caserma in sede universitaria, ma presumo che, più che di un "recupero" (per altro già effettuato negli anni 80) si tratterà soprattutto della realizzazione di nuovi (speriamo gradevoli) edifici su parte significativa della grande area inedificata disponibile (operazione che, di per sé stessa, non sarebbe in verità la più ortodossa per dei terreni compresi da sempre nel perimetro del centro storico cittadino). Termino osservando che con questa operazione edilizia si dovrebbe sanare l'irregolare "veduta" a suo tempo realizzata verso il cortile della ex caserma con la costruzione da parte di privati del colossale e brutto autosilo di via Massarotti (recentemente acquistato dall'A.E.M.) veduta che, a suo tempo, era stata, inutilmente contestata dal Ministero della Difesa. E' per altro decisamente auspicabile che il nuovo progetto si sia preoccupato di agevolare i futuri collegamenti pedonali tra l'autosilo e l'insediamento universitario, e, attraverso quest'ultimo, tra lo stesso autosilo e la viabilità pedonale nell'intero contiguo centro storico cittadino.

Luciano Sassi

18 febbraio 2023 07:08

Mi risulta che fu la sede del 33 artiglieria cremona che fu a Cefalonia . Mio padre era di quel reggimento e si ricordava bene della residenza alla Manfrefini prima di essere inviato in Grecia e finire a Cefalonia

Primo Luigi Pistoni

19 febbraio 2023 09:06

In questo tempo maledetto da troppe guerre ignoranti, vedere una caserma con un passato importante, diventare un polo universitario dà speranza per il futuro.

François

20 febbraio 2023 08:30

Ottimo commento!

Fabio

14 marzo 2023 13:10

Bell'articolo. Da luglio 76 a maggio 77 Ho fatto parte anch'io della grande famiglia di militari che transitata per oltre sue secoli tra le sue mura. Ho un bellissimo ricordo di Cremona e dei suoi abitanti