Politeama a prezzo stracciato, qualche telefonata ma nessun passo concreto. Prossima asta ai primi di aprile: base 121mila euro
Qualche telefonata con richiesta d'informazioni allo studio Valcarenghi e Donida di Crema, nessuna offerta concreta. La prossima asta è fissata per i primi di aprile a 121mila euro di base, solo un quarto di quello della prima battuta d'asta. L'agonia di quel che resta del Teatro Politeama compreso tra via Cesare Battisti e via Arisi, a venti metri da corso Campi, prosegue nell'indifferenza generale. Neanche il prezzo stracciato con cui lo storico immobile potrebbe essere assegnato (centomila euro, forse meno in trattativa diretta) ha smosso qualche imprenditore o qualche amministratore pubblico che abbiano a cuore questo pezzo di storia cremonese. Preferiamo spendere soldi per buttare giù muri anzichè salvare un teatro che in passato ha fatto concorrenza al Ponchielli oltretutto in pieno centro storico, un affaccio su quel corso Campi che invece avrebbe bisogno di rilancio. Purtroppo è segnato dal tempo il destino triste del Politeama. Dal 1969 erano stati proposti numerosi progetti di riutilizzo con la demolizione parziale o totale, tra i quali anche un progetto della Banca Popolare di Cremona che voleva farne un proprio auditorium a cui la Soprintendenza si oppose. Ma le discussioni si sprecavano, così il 21 settembre 1981 venne imposto alla società proprietaria (Capelli-Camurri e Baldaro) dal sindaco Renzo Zaffanella, l'asportazione della copertura in piombo della cupola, per ragioni di pubblica incolumità. Una decisione assurda. La copertura in piombo venne venduta e da allora pioggia, vento e neve entrarono nel teatro rovinando stucchi, decorazioni ed arredi. Perfino il sipario del Rizzi venne rimosso e messo a far da quinta ad un cantiere che stava operando in via Cesare Battisti. Il Ministero dei Beni Culturali, con Decreto del 20 novembre 1983, dichiarò il teatro "di interesse particolarmente importante". La proprietà fece ricorso al Tar di Brescia che il 4 maggio 1984 annullò il provvedimento. Nel frattempo un gruppo di imprenditori locali insieme alla Lega delle Cooperative e alla Confcooperative, presentò nel 1984 un progetto di massima che prevedeva il mantenimento del volume interno della sala, della sua cupola e parzialmente delle due facciate.
Il Comune si interessò al recupero sperando anche in contributi della legge regionale Verga che avrebbe così permesso di ricavare una serie di minialloggi per anziani. Saltato il contributo, le cooperative si defilar no e restarono solo gli operatori edilizi Gori, Frosi e Galimberti. Partirono i lavori con la realizzazione degli alloggi. Alla fine l'unico operatore che restò sulla piazza con il fallimento Gori e la morte di Angelo Galimberti, fu Frosi che lo ristrutturò su progetto dell'architetto Gentilini passato in seguito all'architetto Carboni. E' stato ridotto ad un cilindro centrale per ricavare una serie di appartamenti.
Le porte traballanti delle uscite di sicurezza permettono di scrutare all'interno. Lo spazio della platea del teatro c'è ancora. Mancano gli arredi, mancano gli stucchi ma quella che la Soprintendenza definisce "spazialità" c'è ancora tutta. Purtroppo sono spariti i palchi, il loggione, le gallerie. Il tutto per ricavarvi dei minialloggi recuperati anche nei locali accessori. Un'operazione sciagurata che ha privato la città di un gioiello su cui il tempo e l'indifferenza si accaniscono da oltre cinquant'anni.
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commenti
Marco
14 febbraio 2025 18:40
E' inutile....costerebbe troppo sia la ristrutturazione che il mantenimento ...per poi farci cosa?....mini appartamenti...sala concerti....cinema d'essai....sala polivalente......bar/ristorante .. luogo d'incontro per anziani... e' una bella scommessa che chiede risorse economiche ingenti .
Forse con una collaborazione pubblico/privato qualcosa di muoverebbe ma con che costi anche futuri per il pubblico?
Michele de Crecchio
15 febbraio 2025 01:21
Le terribili condizioni nelle quali si trova oggi il (fu) bel Politeama Verdi sono la conseguenza di una serie, decisamente impressionante, di inadempienze e di errori compiuti dagli enti, dai funzionari e dai tecnici che avrebbero dovuto tutelarlo.
In altre città d'Italia, teatri realizzati dallo stesso celebre architetto Sfondrini sono ancor oggi conservati, mantenuti o resi efficienti, utilizzati e studiati con particolare attenzione.
Purtroppo, quando a stretta maggioranza (!) e in virtù di una sciagurata leggina regionale che, interpretata con eccessiva leggerezza, sembrava legittimare anche delitti edilizi e culturali di tale sconvolgente gravità, l'amministrazione comunale allora in carica, con singolare cinismo, autorizzò l'attuale devastazione, senza neppure alcuna garanzia farsi cura , come avrebbe certamente dovuto, di pretendere ed ottenere circa almeno il futuro migliore destino della monumentale sala centrale dello sfortunatissimo teatro.
PierPiero
15 febbraio 2025 06:13
Triste è la città che non difende la sua Storia.
Credo andrà deserta anche la prossima asta. Quel che ormai resta del Politeama non ha un vero valore per essere recuperato e, come già detto da altri, gli investimenti necessari per farci dentro qualcosa, calcolando anche qualche vincolo che sicuramente è presente, non giustificherebbero l'agire.
È un buco vuoto, come un molare cariato di cui restano le pareti.
Aspettiamo il granuloma per toglierlo. Purtroppo.
Manuel
15 febbraio 2025 09:41
Calmi tutti!
Il Politeama, se l’amministrazione vorrà, verrà acquistato, restaurato, reso fruibile alla cittadinanza. È solo questione di volontà, poi soldi ed idee non mancheranno.
È stato rimesso in funzione il Reichstag...
Marco
15 febbraio 2025 22:35
Seeee.....un buco economico enorme che sconquasserà il bilancio comunale per anni e che comporterà spese di gestione continue e senza ricavi sufficienti per coprirle.
Non si possono demandare al Comune sempre operazioni antieconomiche paragonandole al recupero del Reichstag situato a Berlino, attuale sede del governo tedesco , dopo un concorso internazionale e 7 anni di lavori .
Manuel
16 febbraio 2025 06:49
Allora vendi il Torrazzo e il Palazzo Comunale, perché antieconomici.
Tante cose non portano business, ma è proprio quella è la funzione del pubblico.
Nel nostro caso, il prezzo di acquisto è assai allettante, poi vedrai che qualcosa si muoverà.
Marco
16 febbraio 2025 10:38
Il Torrazzo è proprietà dell'Ente Religiosi Cattolico..... Palazzo comunale è sede istituzionale del Comune ...per il buco nero dell'ex Politeama si potrebbe parlare di cosa?
Cremona ha circa 71000 abitanti Berlino circa 3.500.000....si possono.paragonare?
No.
Fai un po' di confusione.
Manuel
16 febbraio 2025 17:43
Sono confuso di mio... oppure ottimista. Vedremo.
Danilo Codazzi
15 febbraio 2025 11:12
E' sconsolante per chi si occupa di musica notare che il teatro Politeama è a poca distanza dalla "casa" per fortuna ristrutturata di Antonio Stradivari, mentre per il teatro Politeama è passato invano e senza colpo ferire un 110 % ............