30 luglio 2024

Ponte Verdi, i lavori annunciati da anni non sono mai partiti. E il degrado avanza: abbandono di rifiuti, distacchi di cemento, accumuli di detriti

Un triste “scenario” tra incuria, desolazione, inciviltà. E’ quello che si presenta all’altezza di quel grande “malato” che è il ponte sul Po “Giuseppe Verdi”, una infrastruttura strategica di particolare rilevanza visto che collega due delle più importanti regioni italiane, Emilia Romagna e Lombardia, ma con evidenti e annosi problemi strutturali. Si è tutti in attesa che, prima o poi, prendano il via gli attesi lavori di sistemazione e messa in sicurezza e a questo riguardo è doveroso ricordare che l’ultima conferenza stampa convocata esattamente sotto al ponte nell’inverno 2022 era servita per annunciare alla stampa improbabili lavori che sarebbero dovuti iniziare nell’estate 2023 ma che in realtà non hanno mai visto la luce. Si è data la colpa al cambio di Governo, al Decreto Milleproroghe, forse anche a Domineddio, fatto sta che ad oggi di lavori non si è visto nulla. Le ultime notizie, datate maggio 2024, dicono che i lavori sono stati assegnati e inizieranno a settembre di questa’anno (doveroso precisare anche l’anno) e dureranno 19 mesi con concludendosi a febbraio 2026. Per la circolazione la chiusura totale del viadotto  dovrebbe essere limitata all’estate 2025. Come ricorda un vecchio adagio, vista l’interminabile “telenovela”, chi vivrà vedrà. Nel frattempo, come evidenziato, la situazione a ridosso del ponte che collega le province di Cremona e Parma nel tratto compreso tra San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello, si commenta da sola. Sotto alle campate si è già registrata l’azione dei soliti immancabili “furbi” che hanno abbandonato non pochi scarti edili, con buona pace delle tante iniziative che si fanno per la tutela dell’ambiente e dando sfoggio di tutta la loro pochezza. In più punti si sono distaccati e sono finiti a terra pezzi di cemento armato: non sta certo a chi scrive queste righe, non avendone le competenze, se si tratta o meno di un pericolo e quindi non resta che auspicare che, chi le competenze le ha, rassicuri tutti sull’effettiva situazione, ad oggi, del ponte. Le ultime e ripetute piene ordinarie del Grande fiume hanno infine ammassato una notevole quantità di legnami, tronchi e detriti a ridosso delle pile in alveo. Materiali che si spera possano essere rimossi al più presto sgomberando così il campo, anche in questo caso, da legittimi dubbi circa le condizioni di sicurezza del viadotto. 

Eremita del Po

Paolo Panni


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