Quanto è soave la Mimì del Ponchielli. Apre la stagione con Bohème ed è un successo per Maria Novella Malfatti (Mimì) e per il direttore Riccardo Bisatti
Se la scommessa di questa Bohème era di rendere, senza tempo, il tormentato rapporto tra arte e vita quotidiana degli artisti: la sfida è stata vinta.
L’atteso allestimento della regista Marialuisa Bafunno ha trasferito, senza nulla togliere all’originalità del libretto di Illica e Giacosa e alla musica di Giacomo Puccini, la passione e l’amore del gruppo di bohèmienne protagonisti dell’opera nell’epoca contemporanea. Di questo va dato il merito ai cantanti che sono riusciti, con una recitazione, intensa e appassionata, a ricreare, in un ambiente diverso, gli stessi moti dell’anima, le passioni, gli slanci sentimentali di quell’epoca parigina così lontana nelle suggestioni degli anni Settanta del ‘Secolo Breve’.
Dunque, questa "prima pucciniana", nei cent’anni della morte del maestro di Torre del Lago, è stata indubitabilmente un successo. Originale anche il racconto, come un autentico flashback cinematografico, del vecchio poeta e bohemienne Rodolfo.
Punto di forza la direzione di Riccardo Bisatti. Al netto della sua giovane età, il maestro non si è sottratto al pathos emotivo ottocentesco pucciniano; pur nel rispetto di una partitura che spiega tutto. Dice tutto a chi interpreta. Scrive con dovizia musicale ogni fraseggio, ogni dettaglio, ogni piccolissimo "respiro". L’orchestra dei Pomeriggi Musicali l’ha seguito fedele. Con un suono intenso, e in certi passaggi, vibrante. Evidente anche la cura. La minuzia della lettura del testo musicale.
Nel cast vocale su tutti la Mimì di Maria Novella Malfatti. Una fioraia potente. Dalla portata vocale intensa. Senza ombre. Emozionante nel suo ‘Mi chiamano Mimì’ del primo quadro. Capace di suscitare, sebbene con eleganza, quella commozione nel pubblico che Puccini aveva eletto come suo manifesto estetico ineludibile.
Junhyeok Park: brillantissimo e applauditissimo il suo Marcello. Profondo nel colore vocale. Stentoreo nei pezzi d’assieme Singolare nella peculiarità della voce. Perfetto nella pronuncia. Una certezza per il futuro del melodramma. Senza sbavature il suo "stare in scena".
Interpreta bene la ‘farfalla’ Musetta: Fan Zhou. Maliziosa nella recita e nell’impostazione. Ha mostrato una tavolozza vocale all’altezza per sostenere un ruolo che oscilla dal frivolo al drammatico intenso. Presenza scenica senza dubbio rilevante in tutto il secondo quadro.
Poi Rodolfo: Vincenzo Spinelli. Senza macchia nell’intonazione e nel pathos interpretativo. Leggera, leggerissima la voce per personaggio così fortemente sanguineo e per Puccini in generale. Regge bene nei momenti d’ ‘assieme’.
Bene anche il resto del cast vocale: Davide Peroni, nei panni di Schaunard, Gabriele Valsecchi in quelli di Colline e Alfonso Ciulla a interpretare Benoît/Alcindoro
Puntuale il Coro di Operalombardia con le Voci Bianche del Teatro Sociale di Como guidati con precisione da Massimo Fiocchi Malaspina.
In pieno contesto narrativo sono apparse le scene firmate da Eleonora Peronetti, assistita alle scene da Romeo Gasparini e le coreografie di Emanuele Rosa.
Apprezzato anche l’uso dell’app ‘Lyri’ che ha permesso al pubblico di seguire l’opera in tempo reale.
Questa Bohème è stata creata per il Circuito OperaLombardia 2024/25. promosso da OperaLombardia, di Regione Lombardia, in coproduzione con Teatro Regio di Parma e I Teatri di Reggio Emilia, in collaborazione con Opera Europa, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo.
Applausi intensi dei cremonesi.
Si replica domenica 6 ottobre alle ore 15.30.
Fotoservizio di Gianpaolo Guarneri (Fotostudio B12)
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