19 marzo 2023

Quel che resta degli Umiliati tra storia e toponimi. Così cambiarono il lavoro e l'urbanistica di Cremona. La disputa sulla mascella del Santo

Tra documenti antichi, vecchie strade e assetto della Cremona di un tempo, il nostro Maurizio Mollica ricostruisce storia e cambiamenti della città legati agli Umiliati.

L' Ordine degli Umiliati fu un ordine religioso nato come movimento spirituale. La sua origine, come per altri ordini religiosi (pensiamo ai Templari), è avvolta da mistero e leggenda.

Gli Umiliati nascono in Piemonte nel mille ma ben presto vengono dichiarati eretici e screditati dalla Chiesa. Solo ad inizio del 1200 vengono “riabilitati” da Innocenzo III e accolti in seno alla chiesa .

E' proprio in questo periodo che si espandono in tutto il nord Italia, soprattutto in Lombardia. La loro nascita umile era di estrazione operaia ed avevano iniziato con la lavorazione della lana per poi espandersi in generale nella manifattura tessile.

Iniziarono ben presto ad essere meno “umili” del previsto, a comprare terreni, case, monasteri grazie ai loro proventi e investimenti.

Nell'arco di altri 200 anni, quindi nel 1400 , divennero banchieri e “presta denaro” delle amministrazioni Pubbliche e dei Comuni.

Come tutti gli ordini potenti si procurarono nemici tra la Chiesa ed i governanti e vennero del tutto screditati dopo l'attentato al Cardinale Borromeo.

Il Cardinale Borromeo (S.Carlo ) nel 1569 , venne incaricato da Pio V di riformare l'ordine degli Umiliati , nato 400 anni prima e divenuto troppo potente.

Nel 1570, durante una preghiera alla chiesa milanese di S. Barnaba, il cardinale fu fatto vittima di  un fallito attentato ordito da Laici Umiliati tra i quali “il farina” Gerolamo Donati.

Il Cardinale Borromeo miracolosamente venne mancato da colpi di archibugio e in breve tempo i cospiratori vennero catturati impiccati o decapitati, così come decapitato fu l'ordine dei religiosi con bolla del 7 febbraio 1571 rogata da Pio V.

Da questo punto di vista l'ordine degli Umiliati fu in Italia come l'ordine dei Templari in Francia .

Ma tornando indietro al 1200, quale è il tramite tra la nostra città e gli Umiliati ? Non sarà di certo il solo toponimo di un vicolo esistente a nord della città murata a collegare un Ordine religioso a Cremona.

In effetti c'è molto di più. Vi è un tramite topografico ed uno economico.

Gli Umilati nel 1200 sono padroni di gran parte dei terreni extra urbe localizzati tra attuale Viale Trento Trieste, Via Dante e la zona cimiteriale moderna.

Si vede dagli atti di compravendita dei terreni, delle case e delle ortaglie site nella attuale Piazza Lodi e Vecchio Ospedale.

Era probabilmente degli Umiliati anche l'area ove venne costruita la chiesa e monastero di S.Francesco, area ceduta appunto ai Francescani dopo il 1280, per edificare la loro basilica divenuta poi Ospedale.

Non credo sia un caso che gli Umilati si fossero insediati a Cremona non lontani da Borgo S.Guglielmo, il proto quartiere dei Tintori, situato extra mura fino al 1200 e poi trasferitosi dentro le mura alla Porta di S. Guglielmo con attiguo omonimo Bastione.

Tale porta fu poi detta Pelusella e più avanti appellata Tintoria.

Ed eccole le analogie tra gli Umiliati ed i Tintori. Siamo in pieno medioevo cremonese, la Cremonella e il Marchionis entrano in città da attuali Via Faerno e Largo Paolo Sarpi.

In mezzo c'è la Porta dei Tintori ma anche la Contrada de la Sgurra. Poco oltre Largo Paolo Sarpi vi è anche Via Versecchi , il rimasuglio monco della Contrada dei Quacchi e che terminava direttamente sulla spianata delle mura del Vecchio Passeggio che era a ridosso del Viridarium del Monastero di S.Francesco, precedentemente menzionato .

Via Versecchi, dal toponimo “vergheggiatori”, pratica di usare verghe per battere il lino o la canapa e fare il pignolato, un tessuto.

Contrada de la Sgurra prende invece origine da “sgurare” cioè pulire il fondo. Gli sguratores erano cioè coloro che pulivano i canali Marchionis e Cremonella li ubicati nel loro ingresso di acque in città.

Ricostruiamo quindi l'intreccio di questa “zona industriale” del 1200 Cremonese. Facciamolo con la interpretazione dei toponimi delle antiche contrade, le moderne vie.

I corsi d' acqua Marchionis e Cremonella, usati dai Romani come confini naturali del Castrum,  vengono ora usati dopo mille anni di storia, per attività produttive dei cittadini.

I vergheggiatori di contrada Versigi (via Versecchi) schiacciano la canapa e il lino. I tintori di contrada Cantarana (porta Tintoria) tingono pelli e tessuti. A questo sistema si affiancano gli sguratori per manutenere i canali in efficienza di scorrimento.

Gli Umiliati lavorano lana e commerciano in tessuti e non a caso hanno possedimenti in loco.

L'industria del tessuto ed il suo indotto snodato tra attuali Vie Palestro e Vecchio Passeggio, là dove il salto delle acque è accentuato da un declivio naturale mantenuto dalle chiaviche sotto le mura nord della città tra 1200 e 1300.

Le discese di Via Palestro, Via Faerno, Via Porta Tintoria e Largo Paolo Sarpi parlano da sole, sebbene siano state livellate da secoli di urbanizzazioni e abbattimento delle mura .

Gli Umiliati a Cremona si introducono quindi nella vita industriale e del commercio. Fondano S.Maurizio, abbattuta alla fine del 1500, ubicata quasi sicuramente proprio in Vicolo degli Umiliati.

Sulla compra vendita di alcuni terreni attorno a tale via ci aiutano atti notarili del 1200, esattamente uno del 4 giugno 1200, afferma che il Clerico De Coppa della vicinia di S.Tommaso (oggi piazza Lodi ) vende a Vittoria, badessa del Monastero di S.Maurizio di Cremona, un appezzamento di terra aratoria , che misura una tavola, sito presso la città, accanto alla Roggia Agazzina (agacius - vecchio toponimo che insieme a chegazinae indica un rodano e quindi la Cremonella ) e nelle vicinanze del claustrum dello stesso monastero .

Tale atto si trovava presso l'archivio Benedettino del 1400 ma è praticamente consolidato che gli Umiliati adottarono dopo il 1400 le regole Benedettine ed iniziarono anche a convertire la mercanzia dei tessuti e della lana in prestiti di denaro alle pubbliche amministrazioni di mezza lombardia.

Chissà, forse il chierico De Coppa era un Umiliato o la Badessa Vittoria vendette a sua volta agli Umiliati cremonesi.

Sempre gli Umiliati diventano proprietari di S.Abbondio nel 1246 , subentrati ai Benedettini. In seguito allo scioglimento dell'ordine nel 1571, la perdettero e fu consegnata ai Teatini nel 1579 con atto notarile del 12 marzo.

Gli Umiliati diedero mano alla ricostruzione della chiesa nella parte perimetrale muraria ed iniziarono la costruzione del chiostro che venne terminato nel 1511.

Sempre nel cremonese, a Solarolo Monasterolo, Motta Baluffi sorge un cascinale non lontano dalla chiesa dei santi Pietro e Paolo.

Tale cascinale apparteneva alla Congregazione degli Umiliati di Cremona, attiva fino al 1570.

Nel 1500 gli Umiliati cremonesi erano concentrati presso S.Giacomo, S.Abbondio e S.Caterina, tutte chiese a nord della città. San Giacomo era infatti tra Via Faerno e Via Palestro e S.Caterina era ubicata ad inizio Via Manzoni, verso Via Geromini. Gli Umiliati furono titolari di queste chiese tra il 1301 ed il 1571.

Concludiamo con una chicca del 1400 cremonese.

Trattasi della disputa tra Umiliati di S.Abbondio e Carmelitani di S.Bartolomeo (ora agenzia delle Entrate in Corso Vittorio Emanuele ) .

Entrambe le chiese avevano una “mascella di Santa Apollonia”. La lite tra Umiliati e Carmelitani per chi avesse la vera reliquia finì alla attenzione del Vescovo.

Nel 1448 il Vescovo di Cremona Venturino De Marni fece portare le due reliquie in luogo pubblico e ordinò la prova del fuoco per stabilire quale delle due reliquie fosse l'originale.

La mascella degli Umiliati bruciò mentre quella dei Carmelitani resistette alle fiamme. Lo smacco degli Umiliati, umiliati davanti a Dio e al popolo.

Maurizio Mollica


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Lauretta

19 marzo 2023 12:58

Ben venga qualcuno che si ricorda della storia di cremona,a volte mi sento ibrida,xe voglio sapere le origini di Casa ???xe voglio ricordare i tramonti d'inverno ,con la neve alta sulle sponde del Pennello del Po' ?xe è casa ,e,purtroppo,pochi hanno il coraggio

michele de crecchio

19 marzo 2023 20:53

Più che gradevole, oltre che interessante, il contributo originale che l'ottimo Mollica fornisce alle conoscenze attualmente disponibili circa un comparto urbano (quello del Vecchio Ospedale) recentemente tornato all'attenzione dell'opinione pubblica cremonese, grazie alle opportune iniziative della Società Storica Cremonese e anche (finalmente!) della stessa Amministrazione Comunale.