Quindici anni fa se ne andava Rostropovich, cittadino cremonese, il più grande violoncellista e simbolo della libertà
Il grande pubblico lo ricorderà sempre per quell'indimenticabile concerto improvvisato mentre veniva abbattuto il muro di Berlino. In quella notte del 1989 il mondo ha scoperto un mito. Suonò le suite di Bach. Prima quelle in maggiore, per testimoniare tutta la propria felicità, poi qualcuna in minore, per ricordare i caduti che tentarono invano di attraversarlo. Poi smise di suonare e, come lui stesso ha raccontato, si mise a piangere. Per gli appassio- nati di musica era già un mito, da molto tempo prima. E' nella storia di Cremona, la nostra città, che lo ha fatto cittadino onorario. Se ne andava il 27 aprile di quindici anni fa Mstislav Laopoldovich Rostropovic, il più grande violoncellista del Novecento, cittadino cremonese. Morì in un ospedale di Mosca, al termine di una lunga malattia, Rostropovich il celebre violoncellista allievo di Pablo Casals, chiamato affettuosamente Slava (termine russo che vuol dire Gloria), nato in Azerbaijan, a Baku, il 27 marzo del 1927. Lo ricordiamo perchè è stato un grande cremonese e perchè quella sua immagine mentre suono il suo violoncello davanti al muro che crolla dovrebbe farci riflettere ora che abbiamo una guerra nel cuore dell'Europa.
Mstislav Rostropovich aveva appena compiuto ottant’anni, festeggiati in clinica dove era stato operato per un tumore al fegato. Una festa cui aveva fatto seguito il gala organizzato in suo onore da Vladimir Putin al Cremlino e alla quale, il successivo 20 giugno, sarebbe dovuta seguire quella or- ganizzata per lui da Cremona.
Il 22 ottobre del 2002, nel corso di una solenne cerimonia svoltasi nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, l’allora sindaco Paolo Bodini gli aveva conferito la cittadinanza onoraria “come segno di profondo rispetto e di grande ammirazione per un artista la cui personalità rivela una particolare assonanza con la sensibilità musicale e con le radici culturali della nostra terra”.
Il legame tra l’indimenticabile maestro (strepitosa la facilità con cui andava a cercare le note arrampicandosi sulle corde del suo violoncello, l’intonazione immacolata, il suono inimitabile, corposo, spesso, teso, limpido, le sue arcate generose, ampie) e la città, da quel momento, non si è più interrotto: come non ricordare il suo emozionante concerto al Ponchielli.
Complice il fatto che, proprio all’ombra del Torrazzo, risiede il suo amico e liutaio greco-ungherese-cremonese Leonidas Rafaelian il rapporto con Cremona è sempre stato strettissimo..
Nel nome di questa amicizia, un legame profondissimo che li ha uniti per diversi decenni, nella primavera del 2006 Rostropovich era tornato in città per festeggiare la pubblicazione del libro “The life and connection of Leonidas Rafaelian”, volume che l’autore aveva scelto di dedicare proprio “al più grande genio musicista del XX e XXI secolo al violoncellista e direttore d’orchestra m° Mstislav Rostrpovich”.
In quell’occasione, come era avvenuto anche per la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria, era stato il violinista Sergej Krylov (che partecipò ai suoi funerali a Mosca) a regalare al grande maestro uno straordinario momento musicale.
Dotato di una personalità straordinaria, Rostropovich, attraverso la musica e le sue iniziative benefiche ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Novecento.
In nome della libertà abbandonò, nel 1974, l'Urss a seguito delle persecuzioni del regime, che lo teneva d'occhio in particolare per aver ospitato a casa sua per quattro anni lo scrittore Solzhenitsyn. Privato nel '79 della cittadinanza dal regime comunista, fu poi riabilitato nel '90 da Gorbaciov. Nel '91 corse a Mosca, entrando senza visto nel Paese durante il tentato colpo di Stato, per portare sostegno a Ieltsin, che nel '97 lo ha decorato "per meriti resi alla patria".
Il 17 agosto del 1996 con la moglie istituì la Fondazione Vishnevskaya-Rostropovich con lo scopo di migliorare la salute dei bambini nella Federazione Russa e negli Stati dell’ex Unione Sovietica.
«Ho sentito tutti ripetere che sono onorati di avermi qui - aveva commentato Rostropovich A Cremona in occasione della presentazione del libro di Rafaelian -, ma in realtà sono io che mi sento emozionato ogni volta che sono invitato a venire in questa città che è la mia vita perché tutto è musica».
Nelle foto Rostropovich suona la suite di Bach davanti al muro di Berlino e due foto cremonesi, una al Ponchielli per le prove, l'altra in piazza Duomo
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