Rincaro bollette, senza "ristori" bilancio a rischio di un milione. Manzi assicura: "Faremo tutto il possibile per evitare ricadute sui cittadini"
L'allarme lanciato a fine dicembre dal sindaco di Gerre, Michel Marchi, è tutt'altro che immotivato (qui l'articolo). A darne conferma è ora anche il Comune di Cremona: i rincari di energia, gas e materie prime che stanno colpendo tutti i settori rischiano di impattare pesantemente sul bilancio comunale mettendo in difficoltà l'ente, che dovrà trovare vie alternative per evitare ripercussioni sui cittadini. A meno che, ovviamente, i famosi "ristori" previsti dal governo non intervengano rapidamente.
A confermare le difficoltà è l'assessore comunale al Bilancio, Maurizio Manzi: "La situazione è sotto gli occhi di tutti. Stiamo esaminando il bilancio proprio per capire quale impatto possano avere i previsti rincari dell'energia sulle bollette e gli aumenti dei costi dei materiali sui lavori pubblici".
Dall'Esecutivo, aggiunge l'assessore, non sono ancora arrivati segnali concreti circa i ristori, ed è anche per questo che la partita è aperta anche sul tavolo dell'ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, dal momento che il tema interessa tutti i comuni italiani. Nel caso del Comune di Cremona, stando ad alcune indiscrezioni l'impatto si aggirerebbe attorno al milione di euro, ma l'assessore non entra nel dettaglio delle cifre. Commenta Manzi, "i rincari ci sono ma non sappiamo ancora quantificarli con precisione".
Si prevedono ripercussioni sui cittadini? "Facciamo in modo di non togliere servizi né rincarare i tributi", assicura l'assessore. "Faremo tutto il possibile - aggiunge - per assorbire l'impatto dei rincari e garantiamo che non ci saranno ricadute sui cittadini. Da questo punto di vista sono fiducioso".
Il bilancio in fase di esame è ovviamente quello relativo agli esercizi 2022, 2023, 2024 ma l'impatto dei rincari è previsto sul 2022. "Faremo in modo - conclude l'assessore - di valutare altri aspetti per quadrare il bilancio e non avere ricadute sui cremonesi".
LETTERA DI MARCHI A DRAGHI - Alla fine di dicembre, su questo tema il sindaco Gerre ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Nel suo appello, Michel Marchi ha chiesto in particolare "un intervento significativo volto a mitigare questi aumenti che, a titolo indicativo si attestano, nelle nostre proiezioni, a circa il 50% per l’energia elettrica, oltre il 10% per il gas, nonché sulle materie prime che interessano le richieste di aumento dei prezzi unitari sui contratti in corso”.
LA PETIZIONE - In campo da tempo anche Rifondazione Comunista con una raccolta firme che il partito intende consegnare al Prefetto di Cremona. "Proponiamo - questo il fine dell'iniziativa - di tagliare i profitti delle grandi aziende (A2A compresa) che distribuiscono il gas e l'energia elettrica, come è stato fatto in Spagna; chiediamo a gran forza di eliminare gli oneri di sistema obsoleti, dare finalmente un taglio alle accise, alle addizionali regionali e all'IVA, tutti balzelli pagati prevalentemente dai ceti popolari, dai lavoratori e dai pensionati".
L'ALLARME DELLA LOMBARDIA - Sul tema è intervenuto oggi anche l'assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi. "Il 'sistema lombardo' alzerà nuovamente la voce - dichiara -, e lo farà con ancora maggiore forza nel caso in cui l'Europa e il Governo non dovessero intervenire con misure urgenti e straordinarie indispensabili per tamponare gli effetti drammatici provocati dal caro energia".
"La situazione è serissima - ha rimarcato l'assessore - e se si fosse intervenuti a ottobre quando, per primi, abbiamo lanciato il grido d'allarme, sicuramente oggi tante imprese e famiglie non sarebbero in difficoltà. Condivido la proposta di Matteo Salvini e cioè di intervenire con uno scostamento di bilancio di 30 miliardi; un'azione da intraprendere assolutamente prima dell'inizio delle votazioni del prossimo Presidente della Repubblica". "Se questo non avverrà - ha detto ancora Guidesi - il 'sistema lombardo' si farà sentire unitariamente e con forza. Ribadisco che senza interventi adeguati questa sarà la Lehman Brothers del manifatturiero; ci sono in gioco tantissimi posti di lavoro".
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