19 giugno 2021

Scena spoglia, maxischermo, luci rosse, solisti in tuta per il dittico Monteverdiano Pomo d'Oro, una esecuzione da applausi

Un’altra serata all’insegna del “Divin Claudio” quella in scena al Teatro Ponchielli il 19 giugno.

Siamo nel pieno delle attività del Monteverdi Festival di Cremona, ed in programma appare il cosiddetto Dittico Monteverdiano, ovvero Il Ballo delle Ingrate ed il Combattimento di Tancredi e Clorinda. Alla guida del Pomo d’Oro e del Coro del Monteverdi Festival Cremona Antiqua il clavicembalista Francesco Corti.

Monteverdi è stato formidabile innovatore ed anticipatore, basti pensare che per la prima volta appare in una partitura l’indicazione di tremoli e pizzicati, perfino con indicazione tecnico pratica del compositore su come dovessero venire eseguiti.

Apre il primo dei due capolavori madrigalistici rappresentativi il BALLO DELLE INGRATE.

Scena spoglia, maxischermo, luci rosse e solisti in tuta ginnica, è questa l’interpretazione che il regista dà a quest’opera. Suono pulito, arcate corte, dinamiche misurate hanno connotato l’intera esecuzione. Sonia Tedla dipinge un Amore elegante, misurato.

Giuseppina Bridelli convince nel ruolo di Venere con un suono equilibrato. 

Il Plutone di Davide Giangregorio è ampio, scandito, sostenuto anche nel registro grave ove insiste spesso la partitura.

Scena immutata, si ricomincia tingendo la sala di rosso, poi un nuovo video sullo sfondo, ecco il COMBATTIMENTO DI TANCREDI E CLORINDA. Anche quest’opera è scritta con il consueto linguaggio sorprendentemente evocativo tipico dello stile di Monteverdi, arrivando quasi ad essere onomatopeico. 

Merito del nostro illustre concittadino è la “Teoria degli Affetti”, una pratica compositiva mirata a servire il testo ed a valorizzarlo con la realizzazione musicale di queste passioni: l’IRA attraverso lo Stile Concitato, la TEMPERANZA con lo Stile Temperato, e l’HUMILTÀ o SUPPLICAZIONE con lo Stile Molle. Il compositore spiega anche nel dettaglio come realizzare questi differenti stili, annotando per esempio espedienti quali la ripercussione frenetica di note o di accordi. 

I tre protagonisti sono qui in abiti da moderni schermidori. Buona prova per Roberta Mameli interprete di Clorinda, Luca Cervoni dà vita ad un Tancredi sicuro ed impostato.  

Il difficile ruolo di Testo è affidato a Raffaele Giordani che con espressività ed un timbro brillante ha affrontato lo spartito con decisione e gusto interpretativo.

Discutibile la scelta registica di far cantare Clorinda con addosso la maschera da scherma per la prima parte del Combattimento. 

Simone Derai progetta con Anagoor uno spettacolo spoglio, che trova nelle immagini quasi maggiore efficacia narrativa di quanta invece non ne avessero gli esigui movimenti scenici. Gli va dato il merito, però, di aver servito la musica senza mai risultare prevalente, facendo emergere le qualità musicali degli interpreti. L’integrazione tra scene e video girati in esterna (alcuni dei quali nella splendida cornice di Palazzo Giardino e della Galleria degli Antichi di Sabbioneta) descrivono una performance dicotomica, a volte non perfettamente coesa con quanto succede sul palco tra l’ensemble vocale e quello strumentale.

Francesco Corti nell’usuale ruolo di direttore-clavicembalista fissa un’esecuzione snella, leggera, vivacemente brillante, mai pesante, coadiuvato da musicisti di assoluto livello tecnico che hanno confezionato un’esecuzione magistrale. 

Buona la prova del coro “di casa”, rappresentati da sei coristi, alle prese con sforzi vocali ciclopici dovendo affrontare diversi titoli in cartellone a distanza ravvicinata. Menzione per le tre coriste nel ruolo delle Ingrate, che hanno dovuto affrontare una pagina a parti reali, ovvero in cui ciascuna delle tre interpretava una melodia diversa contemporaneamente alle altre, mantenendo ugualmente un buon controllo dell’intonazione, nonostante in quel particolare momento musicale l’accompagnamento fosse assolutamente ridotto all’osso.  

La città inizia a vivere con un po’ di campanilistico orgoglio il Festival dedicato a Claudio Monteverdi, lo affermano con forza gli applausi tributati in sala, che si uniscono a quelli ricevuti da #monteverdidappertutto all’Ospedale Maggiore ed alla Casa Circondariale. Ancora tanti gli appuntamenti di questo Monteverdi Festival tutto da gustare. 

Loris Braga


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