Se n'è andato Enrico Agati da Isola Pescaroli, straordinario uomo del Po
Le terre del fiume piangono la scomparsa di una delle loro figure più emblematiche e carismatiche. In punta di piedi, secondo il suo stile del tutto speciale, alla vigilia dei 90 anni (traguardo che avrebbe tagliato l’8 febbraio), se ne è andato Enrico Agati, straordinario uomo del Po, che del fiume conosceva ogni segreto. Molto conosciuto e stimato in tutta la zona, durante la sua lunga esistenza aveva svolto molti lavori, dal boscaiolo (anche in Francia), alla gestione di un allevamento di faraone. Aveva poi pitturato ponti e tralicci e, come ultimo lavoro, era stato alle dipendenze della Varta di San Daniele Po. Un autentico tuttofare, un uomo decisamente in gamba, che amava profondamente il suo fiume. Quel fiume che per lui non aveva mai avuto segreti e col quale aveva stabilito, da anni, un rapporto indissolubile, profondo, in qualche modo anarcoide, sanguigno come si addice alla gente del Po. Agati era soprattutto una persona dal cuore grande, sempre disponibile e generoso con tutti, forte fisicamente e moralmente. Cinque anni fa era finito anche nel libro “Storie naturali – Eventi, curiosità e leggende di animali e di genti del Po Grande” di Davide Persico,ex sindaco di San Daniele Po e docente universitario. Agati era stato infatti tra i testimoni dell’incredibile ritrovamento, nel 1961, a Isola Pescaroli, di una tartaruga marina in Po da parte di Giovanni Azzali, per tutti “Giuanin”, scomparso nel 2002 all’età di 91 anni. Una tartaruga, quella, di quasi 60 kg, con un carapace di un metro di lunghezza e 60 centimetri di larghezza. A quel fatto decisamente più unico che raro, Persico aveva dedicato ampio spazio riportando naturalmente anche la testimonianza di Enrico Agati ed una foto (la stessa che si pubblica qui).
Al grande uomo di fiume Persico ha dedicato un toccante pensiero che si riporta per esteso: “Enrico era il Fiume Po.
Dire che esisteva un legame indissolubile tra lui e il Po è riduttivo. Era una persona genuina, schietta, sincera. Una persona con cui amavo parlare in riva al Fiume. Non c'era bisogno di concordare un appuntamento per trovarsi. Bastava andare a Isola, nei dintorni dell'idrometro, e lì c'era Enrico. Parlavamo perché aveva molto da insegnarmi. E non lesinava critiche quando facevo il sindaco, ma erano critiche motivate, serie e sempre costruttive. E se c'era motivo non trascurava nemmeno gli elogi. Le cose pratiche, le basi per conoscere il Po, le variazioni di livello, l'andamento dell'erosione, i punti deboli degli argini, i possibili punti e i momenti di rottura durante le esondazioni, Enrico conosceva tutte queste cose. Ai più le sue parole sembravano premonizioni superstiziose ma a me spiegava i meccanismi per comprendere il Po e quindi fare ipotesi concrete. E' stato importantissimo, per me sindaco, parlare con Enrico durante le piene. Ho un quaderno che custodisco gelosamente con i livelli di tutti gli argini e arginelli golenali comparati con i livelli del Po all'idrometro di Isola Pescaroli. Era semplicemente questa la chiave delle sue premonizioni, non la superstizione ma la conoscenza.
Ho pianto con Enrico quando mi ha parlato della sua amata moglie, o sentendo i racconti delle sue fatiche da boscaiolo in Francia, emigrato per fame. E anche della sua capacità di governare le acque conoscendo tutte le chiaviche e i canali durante il suo lavoro al Consorzio.
Abbiamo sorriso insieme con i suoi racconti in cui smentiva ingegneri idraulici che poi ritornavano a chiedere come fosse possibile che senza laurea ci avesse azzeccato.
Sorrideva Enrico raccontandomi di Giuanin e della Tartaruga marina pescata a Isola Pescaroli, ed era felice quando si ritrovò nel mio libro Storie Naturali. Ed io ero più felice di lui.
Voglio immaginarlo ora con Aldino Ponzoni a raccontare e a raccontarsi storie di vita vissuta e di un fiume che nonostante tutto - ma Enrico lo diceva sempre - continuerà a scorrere, perché il Po, generoso o spaventoso, non ha bisogno di nessuno per arrivare al mare. Rimarrai per sempre nel mio cuore. Ciao Enrico”.
Di certo, come hanno osservato sia i familiari che tanti amici, Enrico continuerà a vegliare sul "suo" fiume e che continuerà a "parlargli" anche dal cielo, come è giusto e naturale che sia. Oggi, anche le acque del vecchio Eridano, nel loro viaggio verso il mare piangono un amico e lo salutano.
Le esequie avranno luogo martedì, 4 febbraio, alle 10, nel santuario della “sua” amata Isola Pescaroli.
Eremita del Po
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