Si alzano i toni nel Pd contro l'impianto di biometano. Velleda Rivaroli (membro dell'assemblea nazionale): "Quale economia circolare?", "E' inquinante, in una zona già compromessa"
Si alza anche nel Pd la discussione sull'appiattimento avuto fin qui dall'Amministrazione Galimberti sull'impianto di produzione di biometano in via Bosco voluto da A2A, vicino alle case e dove già esiste un inceneritore e una centrale a biomasse. Dopo l'intervento dell'ex consigliere comunale Luigi Lipara (leggi qui) ecco l'intervento di poco fa su facebook di Velleda Rivaroli, ex sindaco di Scandolara Ravara, esponente del Pd casalasco e membro dell'assemblea nazionale del partito in quota Schlein. L'esponente del Pd arriva a chiedersi se davvero un impianto di questo tipo, altamente inquinante, possa far parte della cosiddetta "economia circolare" e soprattutto si chiede "ce n'è davvero bisogno" in una zona così fortemente inquinata? Ecco l'intervento di Velleda Rivaroli.
"Condivido in toto questo intervento dell'amico Luigi Lipara . Credo che il suo contributo sia utile a tutti noi per tenere vivo un dibattito che ci coinvolge anche territorialmente.
In particolare, dobbiamo considerare quello che sarà l'impatto di questo impianto. Sicuramente per Cremona città e per i paesi limitrofi, con una produzione a ridosso delle case di un flusso enorme di reflui zootecnici, scarti alimentari e cereali.
Ma dobbiamo riflettere, come territorio, anche sulla parte relativa al ciclo produttivo "mostruosamente idrovoro" che serve per mantenere vivo l'impianto (20.000 tonnellate all’anno coltivate in campo aperto).
Mi chiedo se effettivamente questa sia economia circolare. I terreni coltivati per produrre i vegetali per questi impianti, non essendo destinati all'alimentazione umana, vengono irrorati con dosi massicce di fertilizzanti e di pesticidi, che finiscono per inquinare il terreno stesso e le falde acquifere sottostanti e impoverire drammaticamente la fertilità dei terreni. Inoltre, servono ingenti quantità di acqua per irrigare i terreni coltivati e, in un periodo come questo di siccità gravissima, già questa sola motivazione dovrebbe fare riflettere.
Inoltre in un territorio come il nostro, che presenta già da anni rilevanti problematiche di inquinamento ambientale e considerata l'alta percentuale di gravi patologie, anche mortali, legate proprio all'inquinamento dell'aria e delle acque dobbiamo davvero tutti insieme interrogarci su che tipo di responsabilità sentiamo di assumerci nel favorire la proliferazioni di queste centrali, che sono veri e propri impianti industriali.
Convegni, studi e articoli scientifici sui rischi sanitari e ambientali derivanti dall'attività di queste centrali non promettono nessuna sicurezza "al di là di ogni ragionevole dubbio", anzi, mettono in guardia irreversibili danni a medio e lungo termine.
Mi rendo conto che si può essere più o meno d'accordo con queste sollecitazioni, ma credo che una riflessione seria sul reale bisogno di queste centrali per produrre energia sia quantomeno necessaria".
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commenti
Gualtiero Nicolini
3 aprile 2023 13:53
Finalmente qualche voce seria anche nel PD cremonese altamente " inquinato" oggi
Enrico Bresciani
3 aprile 2023 16:46
Sarebbe interessante sapere se Legambiente ha cambiato la sua posizione ostentatamente a favore di questi impianti....