23 febbraio 2022

Si sta organizzando una manifestazione delle donne davanti all'ospedale per l'8 marzo e il Pd chiede di non smantellare la Breast Unit

Mentre sul web il tam tam chiama a raccolta le donne davanti all'ospedale l'8 marzo, giornata della donna, per una protesta contro i ridtardi nelle mammografie e l'idea di smantellare la Breast Unit , il Pd provinciale scende in campo sulle voci di smantellamento dell'Area Donna dell'Ospedale. Il Partito Democratico invita a non disperdere le professionalità e l'esperienza maturata in questi anni nella Breast Unit. Inoltre ricorda come il problema reale siano le lunghe liste d'attesa e fionra non è chiaro come l'Asst intendea risolvere il problema. Ecco il documento della segreteria provinciale del Pd.

"A seguito del susseguirsi delle ricorrenti voci in base alle quali il reparto Area Donna dell’Ospedale di Cremona sarà smantellato, ci pare corretto fare alcune riflessioni. Alcuni anni fa, la scelta di collocare in una struttura unica tutti i servizi coinvolti nella diagnosi e cura della patologia mammaria e ginecologica, non è stata casuale se si pensa che il carcinoma alla mammella è la patologia tumorale più frequente nelle donne a livello globale e lo è ancor di più a Cremona, dove il tasso di mortalità registrato per le malattie oncologiche è più alto rispetto al resto d’Italia.

Per questo è stato importante avere un reparto in cui fosse assicurata la multidisciplinarietà dell’assistenza per un percorso completo e facilitato. Una vera e propria Breast Unit certificata (ve ne sono meno di venti in Italia), innovativa in cui tutto è ricompreso in unico spazio, con la completa integrazione tra tutte le strutture dedicate alla salute della donna, nella sua globalità: dalla prevenzione alla diagnosi precoce fino al trattamento chirurgico oncologico e plastico dei tumori della mammella e dell’apparato genitale femminile e, non meno importante, la riabilitazione psico-fisica– sociale e successivi controlli. Questo ha consentito di accorciare il fattore tempo nella diagnosi e soprattutto di avere interlocutori allineati che interagivano all’interno di un percorso di salute integrato, per potere offrire risposte sempre più rapide alle necessità della donna.

Per questi motivi, pur non entrando nel merito delle legittime scelte dettate dal Piano di organizzazione aziendale, approvato lo scorso anno, che ha previsto l’istituzione dell’Unità Operativa complessa di Patologia mammaria, dell’unità operativa di Radiologia senologica e dell’unità operativa di Chirurgia senologica e la completa riorganizzazione in atto del dipartimento oncologico con la realizzazione di un Cancer Center, auspichiamo che il percorso dedicato alla salute delle donne sia mantenuto e rafforzato all’interno del Cancer Center e che non sia disperso un modello di cura che in questi anni ha dato i suoi frutti, basato sulle centralità della paziente donna, con una modalità di presa in carico in grado di offrire una accoglienza complessiva in tutte le delicate fasi del lungo percorso in un momento di difficoltà particolare. Piuttosto bisogna però porsi delle domande che vanno al dì là della riorganizzazione dei reparti in atto e del dibattito sull’Area Donna. Il problema reale è dato dalle liste di attesa. La tempistica per eseguire un esame diagnostico va ben oltre i due mesi e spesso non si trova posto nel pubblico, ma nemmeno nel privato convenzionato e si è costretti ad andare a chilometri di distanza. Quindi la vera questione che si pone è come intenda ASST affrontare questa problematica relativa alle tempistiche ed alle concrete difficoltà nell’accedere alle prestazioni che, al netto del periodo Covid, non si sono ancora normalizzate. 

Inoltre a tutto ciò va aggiunto che non è possibile pensare di avere un sistema sanitario efficiente e di qualità con carenza di personale, che aumenta di anzianità anagrafica e carichi di lavoro: un sistema che progressivamente rischia il collasso che, siamo consapevoli, non dipende dalla Regione ma da politiche nazionali che stanno ora cambiando anche con le risorse del PNRR, investendo su formazione e specializzazione di giovani, unica soluzione concreta a un incertezza generale che rischia di paralizzare la sanità pubblica. Sono appena stati stanziati 84 milioni da Regione Lombardia per attuare il 'Piano annuale delle liste d'attesa' in sanità. Ci chiediamo come intenda ASST di Cremona concentrarsi maggiormente nell’utilizzo delle risorse assegnate. Come saranno gestite le priorità legate all'attività di chirurgia programmata e più nello specifico nell'area oncologica, di diagnostica strumentale e di screening ed in particolare in quelle patologie legate al tumore alla mammella? Queste sono le domande che, come Partito Democratico, poniamo ed alle quali chiediamo risposte concrete".

Segreteria provinciale del Partito Democratico

 


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