Smog: per Ats Valpadana quasi tutti i bimbi ricoverati per asma vivono in aree con pm2.5 superiori ai 30 μg/m3 e consumano oltre il triplo di farmaci rispetto agli altri
Il 92% (13 su 14) dei bambini ricoverati per asma vivono in un’area con livelli di particolato pm2.5 superiori ai 30 μg/m3, quindi ben superiori alla soglia critica dei 25 μg/m3 e sono sottoposti ad un rischio di 15 volte superiore rispetto a chi vive in una fascia d’esposizione intermedia. Inoltre a causa di livelli di esposizione a particolato inquinante crescente, consumano un numero di farmaci più che triplo rispetto ai bambini esposti a concentrazioni inferiori. Per esempio i bambini che risiedono in zone con esposizione tra 30 e 34 μg/m3 o uguale 35 μg/m3 a hanno un consumo di farmaci per l’ostruzione delle vie respiratorie superiore di 2 e 6 volte rispetto ai bambini residenti in aree sotto i 30 μg/m3.
Sono queste le conclusioni della seconda fase dello studio epidemiologico cremonese redatto da ATS Val Padana, che da anni monitora gli effetti dell’aria malsana sulla salute della cittadinanza della città di Cremona e di sei comuni limitrofi. Lo studio, iniziato nel 2016 grazie soprattutto alla spinta dell’opinione pubblica preoccupata dall’incremento degli indicatori di salute negativi nel comune di Cremona e nei comuni limitrofi rispetto al resto del territorio, ha avuto un percorso burrascoso, ma a distanza di 8 anni, stanno arrivando finalmente le prime conclusioni.
Il rapporto, presentato ieri sera a Cremona dal direttore dell’osservatorio epidemiologico di ATS, Marco Villa, aveva l’obiettivo di rispondere alla domanda se ci fosse o meno un relazione tra inquinamento atmosferico e le principali patologie respiratorie pediatriche nella popolazione del distretto socio-sanitario di Cremona nel periodo tra il 2010 e il 2019.
“E’ stata evidenziata nei soggetti in età pediatrica una correlazione tra inquinamento e patologia asmatica, associazione positiva rilevata sia nell’esame dei ricoveri ospedalieri per asma, sia nell’esame delle prescrizioni di farmaci per l’ostruzione delle vie aeree”, conferma lo studio. Negli anni presi in esame, sono stati osservati mediamente 8,4 ricoveri e 30,7 accessi al Pronto Soccorso per malattie dell’apparato respiratorio ogni 1.000 soggetti in età pediatrica; tra tutti i bambini presi in esame, il 4,7% ha assunto farmaci per l’ostruzione delle vie aeree. Le prevalenze di ricovero per malattie dell’apparato respiratorio sono superiori per esposizioni di PM2.5 sopra i 25 μg/m3 di PM 2.5, ma in generale le stesse conclusioni vengono tratte anche per esposizione ad alti livelli di PM10 o di biossido di azoto.
Un aspetto inquietante è quello che lo studio sottolinea nelle premesse: l’esposizione a livelli così alti di inquinanti condiziona negativamente anche tutti gli anni successivi della vita del bambino: i danni subiti in questa età hanno un effetto più significativo rispetto ai danni che si verificano più “tardivamente” nella vita, sul rischio di patologia e di anni di vita persi per malattia/disabilità/morte prematura.
Concludono gli studiosi dell’azienda sanitaria della nostra provincia: “Considerata la correlazione positiva tra inquinamento atmosferico e patologia asmatica si sottolinea come, per migliorare il controllo della patologia, sia importante limitare l’esposizione ai fattori di rischio. Tale limitazione porterebbe ad un minore impatto della patologia stessa sulla salute individuale e sul Sistema Sanitario”.
A corollario dell’indagine sono emersi due elementi rilevanti: nell’area oggetto dello studio, relativa ai comuni di Cremona, Bonemerse, Gerre de’ Caprioli, Stagno Lombardo, Spinadesco e Sesto ed Uniti, si respira aria più pulita rispetto al 2010, infatti, le concentrazioni medie nel 2019 erano diminuite per tutti e tre gli inquinanti presi in esame, nello specifico del 24% per il PM 2.5, del 20% per il PM10 e del 30% per l’NO2; inoltre, la differenza tra i bambini più esposti e quelli meno esposti rispetto all’effetto dell’inquinamento si è ridotta. È stata condotta anche un’analisi per verificare possibili differenze legate al comune di residenza, mettendo a confronto i bambini del Comune di Cremona, dei Comuni limitrofi caratterizzati da insediamenti industriali e del resto del Distretto; non sono emerse differenze di rilievo, sia in termini di prevalenza di patologia, sia in termini di associazione tra inquinante e patologie respiratorie. È significativo rilevare che le risultanze forniscono anche prove a sostegno di tutte quelle politiche basate su nuove strategie di prevenzione ed intervento volte a migliorare la qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica.
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